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Walnut Park,Hampshire16 marzo 1833

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Walnut Park,
Hampshire
16 marzo 1833


Si sistemò l'ampio colletto del vestito e infilò il pettinino verde tra i capelli, ammirandone l'effetto allo specchio. Sbadigliò.

Gli occhi cerchiati palesavano le poche ore di sonno; chissà se la madre se ne sarebbe accorta!

Bighellonare! Strinse i pugni, mentre il riflesso del suo volto si adombrava. Quel giovane aveva osato parlarle in modo tanto volgare, dandole ordini come avrebbe potuto fare con una servetta, e lei era stata tanto sempliciotta da eseguirli e tornare a Walnut Park.

A convincerla era stata quell'ombra di preoccupazione che gli aveva visto negli occhi. Sembrava genuina, come se davvero qualcosa lo inquietasse. Si era lasciata condizionare in modo tanto infantile! Non sarebbe più successo.

Non era sua intenzione lasciar perdere; quel giovane sconosciuto, in piena notte, appena oltre i confini del parco, rappresentava un mistero come di rado ne vedeva, e lasciarsi scivolare tra le dita l'occasione di vivere un'avventura sarebbe stato sciocco in una vita tanto avara di simili opportunità.

Di certo, prima o poi, avrebbe rivisto quei bagliori dalla finestra, e allora non si sarebbe fatta cogliere impreparata, sarebbe stata pronta a scoprire quale enigma si celava dietro quel villano che, pur dando prova di conoscere la sua identità, si era rivolto a lei in modo tanto privo di buone maniere.

Indossò le pantofole e abbassò lo sguardo sugli stivaletti, che la sera prima aveva lasciato non lontani dalla porta: erano in uno stato spaventoso, ricoperti da fango ben sopra le suole. Se li avesse visti la madre avrebbe dato il via a un melodramma infinito! Doveva parlarne con Lucy, lei avrebbe saputo come risolvere la cosa senza che giungesse a orecchie pericolose. Se solo la governante fosse stata altrettanto discreta!

Sbuffò, spostò gli stivaletti in un angolo e uscì dalla stanza.

Lo stomaco gorgogliava per la mancanza di cibo, ma Sybil non sentiva di aver davvero fame. Come poteva pensare alla colazione quando ogni idea tornava alla sera precedente, al mistero che non era riuscita a svelare?

Il giovane sembrava ben deciso a non darle tregua. Il suo volto le balenava così di frequente davanti agli occhi che ne aveva memorizzato ogni tratto: dai caldi occhi castani, tanto vividi, alla linea morbida della mascella, al naso fino e dritto, non privo di eleganza.

Un rozzo senza un briciolo di educazione, ecco cos'era!

La voce squillante di Hugo giunse fin sulle scale. «Buongiorno madre!»

Erano quindi già nella sala da pranzo per la colazione. Meglio evitare sguardi e parole di disapprovazione; si controllò il vestito, lisciando qualche piega appena visibile. Sospirò ed entrò.

La luce del sole, facendosi strada tra i broccati color crema che adornavano le finestre, filtrava e andava a illuminare il capo della madre, seduta al tavolo con la schiena tanto ritta da sembrare tutt'uno con lo schienale della sedia.

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