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Alice's Lodge,
Hampshire
25 agosto 1833

Sulla porta apparve una figura vestita di grigio.

«Henry! Siete tornato!»

Henry scese dal phaeton e aiutò Hugo a smontare. Poi porse la mano a Sybil e le facilitò la discesa.

Il piccolo sconosciuto stava già correndo verso di loro a braccia spalancate. Giunto presso Henry lo abbracciò. Il viso del bambino affondò nella camicia bianca del giovane, che gli passò una mano tra i capelli.

«Mi fa piacere che tu sia così contento di vedermi, Thomas. Voglio presentarti due miei amici.»

Il bambino si scostò da lui e fissò i due sconosciuti.

«Loro sono Miss Sybil e il signorino Hugo.»

Thomas fece un mezzo inchino. I capelli neri erano ben spazzolati e negli occhi chiarissimi imbarazzo e divertimento si contendevano la vittoria.

«È un piacere per noi conoscerti, Thomas.»

«Henry!»

Sybil si voltò di scatto. Sulla porta era comparsa una bambina dai meravigliosi riccioli dorati. Il vestitino che indossava ne metteva in risalto gli occhi azzurri.

Henry si accovacciò per accogliere la piccola tra le sue braccia e Sybil ebbe l'impressione di aver già visto la scena. Quando la bambina riemerse dall'abbraccio le rivolse un luminoso sorriso che allontanò ogni dubbio. «Miss Downham, che bello vedervi!»

«Sarah? Non pensavo di trovarti qui.»

«C'è anche Jack, solo che adesso è dentro assieme ai più piccoli!» La bambina cominciò a ruotare su se stessa per far allargare l'abitino. «Avete visto che bel vestito?»

Sybil non poté fare a meno di ridere; il buonumore della piccola sarebbe stato un toccasana anche in una giornata meno lieta. «Ti sta benissimo.»

I due bambini guardarono Hugo e un istante più tardi, come se con lo sguardo avessero comunicato ogni loro desiderio, presero a correre su e giù per il piazzale antistante la casa, tutti assieme.

Henry sorrise. «Ho acquistato questo posto per loro. Alice era il nome della madre di Sarah e Jack.»

«Sarah ha parlato di altri bambini.»

«Sì, sono dodici in tutto. Provenienti da Londra, dalle strade o fuggiti dagli orfanotrofi.» Sorrise. «Credo non dobbiate più preoccuparvi di Emil, non lavora più al cotonificio di vostro padre.»

«Intendete dire che ora vive qui?»

Henry annuì e tutto si fece opaco. Come poteva trattenere le lacrime? Sapere Emil e gli altri bambini in salvo era di gran lunga la notizia più meravigliosa che avesse mai udito.

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