VII

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Vauxhall Garden,Londra1 giugno 1833

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Vauxhall Garden,
Londra
1 giugno 1833

Si era sbagliato su di lei? Che cosa poteva significare una tale osservazione? Voleva essere positiva o era un rimprovero?

«Cosa intendete dire?»

«Vi vedo qui, in un luogo in cui non pensavo di trovare qualcuno della vostra famiglia, per di più in compagnia della vostra cameriera.»

«Credevo aveste notato la differenza tra me e mia madre, o Mrs. Barnett, nel momento stesso in cui mi avete vista a Whitechapel.»

«Ne ho avuto il sospetto ben prima.» Sorrise, e Sybil sentì che i pensieri si confondevano. «Dimenticate il nostro primo incontro.»

«Sì, nemmeno quella era una situazione che mia madre avrebbe approvato.»

«Per essere una Downham rappresentate un bell'enigma.»

«Per essere una Downham, dite. Eppure io ho conosciuto il vostro nome solo pochi minuti fa, mentre voi mi avete riconosciuta nell'attimo stesso in cui mi avete incontrata.»

«Non era difficile, poiché ci trovavamo al confine della tenuta di vostro padre.»

Cosa poteva fare? Chissà se dopo quella sera si sarebbe ripresentata di nuovo l'occasione di incontrarlo. Probabilmente no, non c'era ragione perché la sua strada si incrociasse con quella di un Mr. Smith; Mrs. Barnett sarebbe impallidita al solo pensiero! Doveva cogliere le opportunità che la circostanza le offriva.

«Non sono certa di poter fare affidamento sulle vostre parole, Mr. Smith. Ho la sensazione che mi stiate nascondendo qualcosa.»

«Cosa ve lo fa pensare?»

«Sto cercando di capire qualcosa di voi.»

Lui rise. «E che idea vi siete fatta?»

«Per il momento nessuna che abbia una qualche solidità. Ma il vostro atteggiamento non parla a vostro favore.»

Mr. Smith sgranò gli occhi. «Mi duole sentirvelo dire, Miss Downham. Che cosa, nel mio atteggiamento, non incontra la vostra approvazione?»

«L'avervi incontrato a un passo dalla tenuta di mio padre, solo e in piena notte, ha di certo contribuito.»

Lui allargò appena le braccia. «Ammetto che non avete tutti i torti.»

«Dite pure che ho tutte le ragioni!»

Mr. Smith non aggiunse altro e il suo sguardo vagò per la folla. Era evidente che fosse ben deciso a lasciar cadere il discorso.

Anche Sybil guardò verso l'orchestra. Lucy spiccava tra i danzatori con un sorriso che donava eleganza e grazia anche al semplice abito di cotone azzurro che indossava.

Il signor Smith se ne stava ancora lì a guardarsi attorno con l'aria di qualcuno che cerca ovunque un appiglio. Non aveva intenzione di dargli tregua.

«Se volete posso fingere di non avervi sorpreso ai confini di Walnut Park quella notte. Ma anche la vostra presenza in un vicolo frequentato da piccoli malviventi non parlerebbe a vostro favore.»

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