1833, Hampshire.
Sybil Downham è una giovane di buona famiglia, ma tollera a fatica le rigide regole della società. Ama leggere racconti d'avventura e mistero e sogna di vivere almeno una volta nella vita qualcosa di simile, che le permetta di allon...
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Harlesden, Londra 16 giugno 1833
La struttura era allungata, triste e grigia come un grosso verme adagiato sulla nuda terra. A svettare, al suo fianco, una torre mastodontica il cui fumo nero si spargeva nell'aria, graffiandole la gola.
Era proprietà della sua famiglia da quattro anni, eppure Sybil non ci aveva mai messo piede. Non si era mai interessata agli affari del padre, così come a nessun'altra cosa che non fossero i suoi romanzi. Aveva ragione la madre; era stata così sciocca, così cieca!
Eppure, no, non in tutto era dalla parte del torto: ciò che aveva scoperto, ciò che stava imparando, andava in una direzione del tutto opposta a quanto auspicato dalla madre o dalla signora Barnett. Il suo cuore non era mai stato così lontano dalle falsità e dalle apparenze della vita di società.
Nonostante al suo fianco ci fosse il figlio di Lord Edgerton.
Henry le sorrise incoraggiante. «Siete pronta, Sybil?»
«Lo sono.»
«L'amministratore non è solito venire al cotonificio la domenica, quindi non dovremmo incontrare problemi.»
Si voltò verso la carrozza dalla quale erano appena scesi. Lucy la salutò con la mano e lei ricambiò.
Un forte rumore meccanico le riempì le orecchie quando erano ancora lontani dall'ingresso e si fece più forte entrando.
Sybil si sentì sopraffatta. File di macchinari diversi si allungavano davanti a lei. C'erano ingranaggi, ruote dentate, cinghie e meccanismi di cui non conosceva neppure il nome; su un piano alla sua destra, enormi bobine di cotone erano ordinate come i soldatini di piombo di Hugo prima di una battaglia campale e, appena sotto il soffitto, lunghi tubi scuri attraversavano la stanza. Su questi erano infilate ruote sulle quali scorrevano fasce nere.
Una mano le si posò sul braccio e si rese conto di aver trattenuto il fiato fino a quel momento.
La voce di Henry giunse come un sussurro, appena percettibile sopra il frastuono. «Lo so, è una visione non comune.»
«Non mi aspettavo un ambiente tanto grande.» Si sentì arrossire. «In verità non ho mai rivolto a mio padre alcuna domanda sul cotonificio, non me ne sono interessata.»
«Cosa avrebbe potuto spingervi a interessarvene? Siete cresciuta con le raccomandazioni proprie di tutte le signorine perbene, non dovete colpevolizzarvi per questo.»
Era vero, ma anche terribilmente sbagliato.
Il suo sguardo corse sui lavoratori, che si muovevano rapidi tra le macchine: indossavano vestiti semplici, monocolore, ma almeno più dignitosi di quanti aveva visto a Pye Street. Non avrebbe sopportato di vedere gli operai stipendiati da suo padre con vesti stracciate.