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Vauxhall Garden,Londra1 giugno 1833

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Vauxhall Garden,
Londra
1 giugno 1833

Ancora non riusciva a credere che Mrs. Barnett avesse accettato quel compromesso. Doveva essersi resa conto del pessimo umore che aveva tormentato Sybil in quelle ultime settimane, perché la esortava spesso a mangiare di più, o le chiedeva se stesse poco bene.

Erano stati giorni pigri e di scarsa motivazione, ma la salute c'entrava poco, a meno che quel languore che la tormentava non fosse l'avvisaglia di qualche malanno. Tutto sommato, se ciò aveva convinto la signora Barnett ad accettare di lasciarla uscire, dopotutto ne era nato qualcosa di buono.

Lucy, accanto a lei, sorrideva placida, ma negli occhi aveva una luce che non le aveva mai visto: probabilmente non aveva mai nemmeno osato sperare di poter visitare Vauxhall Garden.

L'ingresso era sempre più vicino. Un eterogeneo gruppo di visitatori giungeva dal Tamigi, ridanciano.

Sybil sospirò. «Aspetto questo momento da anni. Mia madre non ha mai acconsentito ad accompagnarmi!»

«Per quale ragione?»

«La medesima di Mrs. Barnett, presumo.» Sybil mutò il tono di voce, andando a imitare quello sussiegoso della sua ospite. «Quanta promiscuità!»

Lucy si voltò appena in direzione di una coppia ormai prossima all'ingresso, con ogni probabilità commercianti. «Lo posso immaginare.»

Sybil si strinse nelle spalle. «Se fosse per mia madre o Mrs. Barnett ogni luogo piacevole al mondo sarebbe trasformato in un circolo privato riservato ai soli aristocratici.» Guardò Lucy e sorrise. «Sbadiglio al solo pensiero!»

Lucy ridacchiò, ma fu rapidissima a camuffare la risata con un attacco di tosse poco credibile.

Sybil estrasse dal borsellino otto scellini per pagare l'ingresso, poi superarono il portone e il breve corridoio che conduceva ai giardini.

Al suo fianco, Lucy trattenne il fiato; era l'unica reazione possibile di fronte a ciò che avevano davanti. Una larga passeggiata affiancata da alte siepi, che correva fin dove l'occhio poteva giungere, illuminata da un'infinità di luci di ogni colore, di fronte alle quali l'oscurità della notte che stava scendendo non aveva alcuna possibilità di vincere.

L'aria era satura di odori variegati, da quello di olio infiammato a quello che sembrava cibo, ma non avrebbe saputo dire di che tipo.

Avanzarono, le suole che scricchiolavano piacevolmente sul ghiaino, finché sulla sinistra si aprì una piazza circondata di splendide colonne chiare, sulla quale si affacciava una rotonda.

Delicate note musicali fluttuavano nell'aria.

«Che luogo meraviglioso!» sospirò Lucy, le luci delle lampade che si riflettevano nei suoi occhi castani. «Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per avermi permesso di visitarlo.»

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