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Walnut Park,Hampshire15 marzo 1833

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Walnut Park,
Hampshire
15 marzo 1833


Chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Inutili, noiose, vuote, ipocrite chiacchiere. Sarebbe mai riuscita a liberarsene?

Entrò in camera, si tolse le scarpe, sospirò e appoggiò la schiena alla parete, incurante delle pieghe sull'ampia gonna.

Per quanto tempo doveva ancora sopportare quelle serate sempre uguali?

Un familiare picchiettio di nocche alla porta la fece voltare.

«Entra pure.»

Il viso di Lucy, illuminato dalla luce della lampada, apparve sull'uscio. «Miss Downham?»

«Sei la mia salvatrice. Liberami da questa gabbia, per favore.»

Lucy entrò col solito passo rapido ed elegante, e si chiuse la porta alle spalle. «Signorina Downham, dovrebbe fare più attenzione: la signora potrebbe sentire!»

«Mia madre sa perfettamente che cosa penso dei ricevimenti ai quali si ostina a farmi partecipare.» Sybil si staccò dal muro e si posizionò davanti alla specchiera.

Lucy posò la lampada sulla toeletta e cominciò ad armeggiare con i numerosi lacci dell'abito. Sybil riusciva a vederla, attraverso lo specchio: il volto contratto dalla concentrazione che le formava una fossetta tra i caldi occhi ambrati e qualche ciuffo di capelli castani che spuntava dalla candida cuffietta. Aveva tutte le caratteristiche per essere una perfetta dama, e invece si trovava a slacciare gli abiti di chi desiderava solo potersi lasciare balli e ricevimenti alle spalle.

Con movimenti sicuri Lucy cominciò a occuparsi del corsetto. «Si è divertita, stasera, Miss Downham?»

«Quanto mio padre alle battute di caccia.»

«Mi rincresce. Avevo sentito grandi elogi sui ricevimenti di Mrs. Gillingham.»

«Oh, meritati di certo. La sua casa è deliziosa, il salone altrettanto. Lei stessa è deliziosa

Lucy si lasciò sfuggire un sorrisino, che cercò di nascondere subito. Sybil era sempre soddisfatta quando riusciva a divertirla. Se solo al mondo ci fossero state più Lucy Tilcott e meno Mable Gillingham, quanto sarebbe stata più tollerabile la vita!

«Spero che almeno vostra madre si sia divertita.»

Sybil sospirò. «Deve ancora nascere un ricevimento che non le sia gradito.» A quarantacinque anni riusciva ancora a rubare la scena alle ventenni con la sua regale eleganza. Se fosse stata meno ammirata forse le avrebbe risparmiato qualche serata mondana.

Il corsetto non stringeva più. Sybil inspirò a fondo e poi lasciò uscire l'aria, piano. «Ti ringrazio, Lucy. Vai pure a riposare.»

La cameriera accennò a un inchino. «Grazie, Miss Downham. Vi auguro una piacevole notte.»

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