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Penso e ripenso a lui che va via, anzi a me che lo lascio andare via, deluso, un'altra volta. Io ne ho davvero abbastanza di fare ciò che fa piacere agli altri e azzerare me stessa, sono piena. L'unica cosa che vorrei è stare con Giovanni ed è anche l'unica cosa che mi è vietata. Devo ribellarmi. Sono una donna adulta, ho la mia indipendenza, una mia azienda, una mia vita. Mio padre non può decidere per me, né tantomeno condizionare le mie scelte. Sono stanca di dovergli dare conto e se io voglio stare con Giovanni, ci starò. Ho deciso, mi voglio prendere le mie responsabilità.
È passata più di una settimana da quando siamo stati insieme a Milano e non ci siamo più parlati da allora ma ora voglio dare una svolta alla nostra situazione.
Vado a Castelvolturno con l'idea decisa di fermarlo e parlarci ma mi sfugge in un paio di occasioni. Forse anche io non ho insistito più di tanto, mi manca il coraggio di affrontarlo. Ho paura di cosa potrebbe dirmi, di un suo rifiuto. Non lo reggerei, non sopporterei un suo no nonostante io gliene abbia detti tanti e lui ne ha sopportati tanti da me. Mi chiedo sempre come fa a starsene così tranquillo, a non odiarmi, a cercare anche il modo di non farmi sentire in colpa per tutte le volte che non ho accettato di stare con lui alla luce del sole. Io non ce la farei, il dolore mi sopraffarebbe e starei talmente male da non voler vedere e sentire nessuno per giorni. Lui invece no, lui è quello di sempre con gli altri, tratta me sempre con rispetto e gentilezza anche se ovviamente il nostro rapporto non è più quello di prima. È unico, ed è questo che mi ha fatto innamorare di lui, la sua bontà e la sua grande gentilezza.
Ci penso mentre sono di nuovo sdraiata sul letto di casa mia, oggi alla fine non gli ho parlato ma domani giuro che lo faccio. Anzi! Salto giù dal letto e corro in cucina recuperando il mio cellulare, faccio un respiro profondo, apro la nostra chat e gli scrivo un messaggio semplice e chiaro cliccando poi sulla freccetta blu dell'invio con le mani tremolanti.

Voglio parlare con mio padre, ci possiamo vedere alle dieci al nostro posto a Marechiaro?

Poso il cellulare e corro a farmi la doccia, senza nemmeno vedere se ha accettato o no, quando esco poi leggo il suo 'Va bene' e do un urlo di gioia. Mi preparo, ormai è maggio e fa caldo, non devo mettermi vestiti di lana pesanti e cappotti. Scelgo un jeans a campana con una camicetta leggera e le Nike per stare comoda visto che andremo giù agli scogli. Mi trucco leggermente e quando sono le nove e mezza sono pronta per uscire. Prendo le chiavi della macchina ed esco di casa scendendo in garage. Esco in retromarcia e per poco non investo una ragazza che non ho mai visto da queste parti.
«Scusami, non ti avevo vista» le dico sporgendomi dal finestrino.
«Sei Aurora?» mi chiede lei e io inarco le sopracciglia. Chi è questa ragazza? Perché mi conosce e perché mi cerca?
«Sì, perché?» domando curiosa e lei allunga una mano nella mia direzione.
«Piacere sono Clarissa, hai mai sentito parlare di me?» le stringo la mano ma resto nell'ignoto, non ha un viso conosciuto e non penso di conoscerla. Poi, mi sovviene come un lampo. Clarissa, la cognata di Giovanni.
«Sei la fidanzata del fratello di Giovanni?» chiedo temendo una figuraccia, ma giuro che non conosco altre Clarissa. Lei sgrana gli occhi e resta senza parole per un po', poi prende il cellulare e dopo aver toccato lo schermo un paio di volte lo gira verso di me.
«Tu che dici?»
La foto che mi mostra è inequivocabile: lei e Giovanni su una spiaggia che si danno un bacio appassionato. Le mani di lui sono strette sui fianchi di lei che gli sorride felice.
«Cosa significa?» inizio ad agitarmi, voglio capire cosa questa ragazza è venuta a dirmi e non mi calmerò finché non saprò tutto.
«Se hai dieci minuti te lo spiego» indica casa mia e io annuisco. Entriamo dentro e ci sediamo a tavola. Sto sudando e non riesco a capire cosa significhi quella foto.
«Io e Giovanni ci conosciamo da quando abbiamo sei anni lui e quattro io, siamo cresciuti insieme e quando lui aveva ventidue anni ci siamo fidanzati» spiega e mi mostra altre loro foto insieme. Dalle immagini si capisce chiaramente che sia lei che Giovanni sono più piccoli, quindi non sono foto recenti. Mi tranquillizzo un attimo ma lei non ha finito il suo discorso. «La nostra storia è durata quasi sei anni, ci siamo lasciati a gennaio di quest'anno perché io ero rimasta a Lucca e lui è qui, la distanza ci ha distrutti» spiega ancora e il cuore mi sale in gola. Gennaio? Come gennaio?
«Gennaio questo gennaio?» le domando e lei annuisce.
«Sì. La nostra storia era finita già da un bel po' di mesi ma ci siamo detti addio a gennaio» ripete.
«Tu... perché sei qui a dirmi queste cose?» non posso chiederle se sa di me e Gio anche se è palese che è così, altrimenti la sua presenza qui sarebbe inutile.
«Giovanni mi aveva detto che aveva conosciuto un'altra ragazza ed ero curiosa di sapere chi fosse. Chi era stata la ragazza capace di farlo disinnamorare di me? Con chi mi aveva sostituita? Chi gli faceva battere il cuore al posto mio? Io non volevo stare più con lui ma questa domanda mi attanagliava la mente notte e giorno e dopo qualche ricerca ho scoperto che eri tu. Lui non ti aveva mai parlato di me?» mi chiede inclinando la testa e guardandomi con gli occhi sbarrati. Sembra posseduta, mi fa quasi paura.
«No» scuoto la testa e lei abbassa lo sguardo.
«Perché hai detto che ero la ragazza di suo fratello?»
«Perché una volta lo chiamò una Clarissa e io gli chiesi chi fosse, lui mi rispose dicendo che era la ragazza di suo fratello» dico la verità e lei sembra quasi offesa.
«E invece no, sono io, la sua ex. Mi dispiace che non ti abbia mai parlato di me, la nostra è stata una storia importante e bellissima, non meritavo di essere trattata così» dice e io non so che risponderle. Ora non mi interessa più nulla di quello che mi sta dicendo, voglio solo andare da lui e dirgli che è un bugiardo e che mi fa schifo.
«Quindi non ti ha parlato nemmeno del nostro... come chiamarlo... saluto di gennaio?» scuoto subito la testa a questa domanda e lei fa una mezza risata. «Ovvio, non ti ha detto nulla figuriamoci se ti avrebbe detto di essere stato a letto con me» termina e il veleno di quelle parole mi va subito in circolo. Mi manca l'aria, mi agito. È come se una vipera mi avesse morso sulla giugulare, mi sento senza forze e col cuore che vuole schizzare via dal petto.
«Non è possibile» faccio di no con la testa e lei fa un'espressione dispiaciuta che mi fa stare ancora peggio. A gennaio io e Giovanni stavamo insieme, mi ha tradita.
«Nemmeno io mi sarei aspettata tutto questo da lui, e io lo conosco molto meglio di te, credimi. Mi dispiace ma Giovanni non è il ragazzo perfetto che tu credi che sia, volevo solo avvertirti» dice ancora alzandosi dalla sedia. Io non aggiungo altro e la accompagno alla porta. Se ne va e vedo solo ora i messaggi di Giovanni, sono le dieci e un quarto e mi ha data per dispersa.
All'inizio non so che fare ma poi gli scrivo che sto arrivando e di aspettarmi. Devo chiarire la situazione con lui una volta e per sempre.

Impossibile || Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora