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Non ho più nessun controllo sul mio cervello e sul mio corpo. Sto facendo cose che fino a due mesi fa reputavo aberranti e sbagliate e il bello è che ora mi sembrano talmente giuste e naturali che nemmeno mi sento in colpa. Non mi sento in colpa nemmeno per Clarissa e non è da me. Le ho sempre portato rispetto, soprattutto da quando le cose tra di non non vanno bene. Ne ho avute occasioni per stare con altre ragazze ma non l'ho mai fatto.
Ma Aurora ha qualcosa di speciale. Se mi guarda con quei suoi occhi quasi trasparenti sono capace di fare di tutto per lei, se mi chiedesse di rubare lo farei. Se mi chiedesse di uccidere, lo farei. E non è da me, io sono sempre stato uno responsabile che ha sempre cercato di stare lontano dai guai e dai problemi. Con lei invece mi ci sto letteralmente tuffando dentro. E mi piace, mi piace da morire. Mi piace come mi sento quando sto con lei, mi piace come lei mi fa sentire. E tra l'altro è anche qualche giorno che baciarla non mi basta più, vorrei toccarla, vorrei esplorare ogni singolo pezzo della sua pelle e registrare tutto nella mia mente per mandarlo in replay non appena chiudo gli occhi. 
E' questo l'effetto che ha su di me, ma non so cosa fare. Quando stiamo insieme mi trattengo, tengo le mani ferme anche se è davvero difficile. Lo faccio perché non so come la pensa e non voglio affrettare le cose. Anche se vedo come mi guarda e vedo il suo corpo come reagisce quando siamo vicini. Devo invitarla da me? Non lo so, ma vorrei tanto.

«Ragazzi buongiorno» è proprio lei che entra negli spogliatoi poco dopo che ci siamo entrati anche noi della squadra. Punto subito i miei occhi su di lei e aspetto che parli dopo averla salutata. «Dopo gli allenamenti possono venire nel mio ufficio Ospina, Zielinski e Di Lorenzo? Uno alla volta e nell'ordine che vi ho appena detto. Grazie» sorride e io e i miei due compagni di squadra ci guardiamo confusi.
«Che abbiamo fatto?» chiede Piotr quasi spaventato.
«Ma nulla, tranquilli. Ho un'iniziativa da proporvi» fa l'occhiolino e noi annuiamo.
«Vi state proprio dimenticando di me eh? Quando posso parlare con tuo padre?» Lorenzo parla con la voce più bassa e triste che gli ho mai sentito e tutti lo guardiamo.  Aurora sospira e poi alza le spalle.
«Glielo dico Lorè, non ne ho idea onestamente» risponde e lui fa di sì con la testa come se già si aspettasse quella risposta. Ci saluta con un 'buon allenamento' e sparisce dietro la porta degli spogliatoi.
Ci alleniamo per la solita ora e mezza e poi facciamo la doccia e ci rivestiamo. David è il primo ad andare nell'ufficio di Aurora e quando ne esce dice che non può dire nulla, poi ci va Piotr e alla fine tocca a me. Chissà cosa sta succedendo, non riesco a pensare a nulla di plausibile.
Busso e lei mi dice di entrare. E' seduta dietro alla scrivania e prende un fascicolo che fa scivolare dal mio lato della scrivania.
«Cos'è?» le domando.
«Per Natale voi tre farete un video di auguri per i tifosi» spiega e mi è subito chiaro il titolo sul brogliaccio: 'Natale con la SSC Napoli'. Alzo la testa e la guardo.
«Così tanto mistero per un video di Natale?» domando, pensavo chissà di che si trattasse. Lei scoppia a ridere e si alza.
«Era solo una scusa per poterti avere qui» dice per poi sedersi a cavalcioni su di me e iniziare a baciarmi.

Non puoi farmi questo Auro, non lo puoi fare. Non qui dove potrebbero sentirci o vederci da un momento all'altro. 

Tengo strette le mie mani sui suoi fianchi mentre lei si muove su di me assecondando i nostri baci. Mi divora le labbra, mi passa le mani tra i capelli e mi sembra più esasperata e vogliosa delle altre volte. Non si ferma nemmeno per respirare e mi manda al manicomio.
«Siamo dei pazzi. E se entrasse qualcuno?» le domando ma so già che non gliene frega niente.
«Shhh, baciami» dice e io lo faccio, lo faccio eccome. 
Non so come faccio ma riesco a non trascendere e a non sbatterla sulla scrivania del suo ufficio e prenderla qui ad un passo dall'ufficio di Giuntoli e Lombardo.
«Perché non mi tocchi mai?» si stacca di colpo dalle mie labbra e mi appoggia le mani sulle spalle guardandomi negli occhi. Sembra ferita, come se questa cosa la facesse stare male. «Cosa ho che non va?» mi chiede e io scuoto subito la testa.
«Non pensarlo nemmeno per un attimo. Sei bellissima e mi piaci da impazzire, lo sai. Solo che non voglio...» mi fermo e cerco le parole giuste. Le sue pupille si dilatano e trattiene il respiro.
«Non vuoi stare con me?» conclude la frase al posto mio e io scuoto di nuovo la testa.
«No, ma che dici. Non voglio affrettare le cose perché non so se tu sei pronta quanto me. E' tutto qua» spiego, appoggiando le mie mani aperte sulle sue cosce che sono ancora ai lati del mio corpo.
«Non si vede che sono pronta? Gio, io non so che mi prende ma con te davvero mi sento a mio agio in tutto e non ho voglia di perdere tempo» appoggia la sua fronte alla mia e i nostri respiri si mescolano creando un nuovo respiro, il nostro.
«Stasera vieni da me?» non ho più alcun timore né paura e il sorriso che le nasce sul viso mentre annuisce e accetta il mio invito mi dà ancora più sicurezze.

La voglio, la voglio in ogni suo più piccolo particolare e non mi importa di nient'altro. Non mi importa se è sbagliatissimo, se stiamo facendo un casino, se prima o poi tutto questo finirà perché la nostra è una storia impossibile. Io me la voglio vivere e lei lo vuole quanto me quindi basta paranoie e da oggi in poi voglio godermi ogni secondo che la nostra relazione mi metterà davanti.

Impossibile || Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora