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Manuel non era mai stato una persona troppo mattiniera, odiava svegliarsi presto quando ancora la città dormiva, proprio per quello quando la sveglia suonò alle 6 di sabato mattina a lui venne voglia di lanciare il telefono dall'altro lato della stanza e mettersi ad urlare. Allungò una mano sul comodino e per sua fortuna riuscì a centrare lo schermo del telefono per spegnere quel suono fastidioso e chiudere di nuovo gli occhi.
Non fu così tanto fortunato, però, quando il telefono prese a squillare annunciando una chiamata. Allungò di nuovo il braccio afferrando quello che era l'oggetto più odiato da lui in quel momento e rispose senza nemmeno guardare l'interlocutore.

«oh ti sei svegliato?»
«mhmh» non uscì un suono molto convincente per la ragazza dall'altro capo del telefono.
«Manuel devi sta in studio alle 8 spaccate, quello non c'ha tempo da perde, se te riaddormenti te giochi sto servizio e lo sai che non te lo puoi permette»

Il riccio aprì gli occhi sbuffando e con un gesto brusco si spostò le coperte di dosso, la giornata era iniziata già in modo pessimo e sarebbe proseguita altrettanto male visto che doveva fare un servizio fotografico ad un tizio che non conosceva alle 8 di sabato mattina.

«oddio Chí me sto a alzá mo te prego mollame»
«ci vediamo là»

Fu tutto quello che disse la ragazza prima di attaccargli il telefono in faccia. Chicca era una fotografa professionista come lui, si erano conosciuti alla scuola di fotografia ed avevano continuato i loro percorsi insieme anche al di fuori di lì, avevano aperto uno studio e Manuel poteva dire che fosse una delle poche costanti della sua vita oltre sua madre.

Si alzò dal letto trascinando i piedi fino al bagno ed osservò il suo riflesso allo specchio constatando che era arrivato il momento di farsi la barba, non poteva uscire in quelle condizioni e soprattutto non poteva presentarsi a dei clienti così. Fece il possibile per rendersi decente o quantomeno presentabile, in realtà aveva solamente voglia di tornare indietro, mettersi a letto e mandare al diavolo quel dannato modello che aveva l'agenda talmente piena da dover occupare il sabato mattina a lui.

Che poi Manuel nemmeno fotografava persone solitamente, o meglio, le fotografava se si trovavano in mezzo ad un paesaggio, visto che quello era il suo obiettivo principale, sicuramente non in studio. Purtroppo però era stato abbondantemente tampinato dall'agente di quel ragazzo e, dopo aver provato più volte a rifilare il lavoro a Chicca, aveva accettato per disperazione pensando "va bene, ma studio mio regole mie", invece si era ritrovato catapultato in un vortice di richieste che avevano tutta l'aria di essere degli obblighi e la situazione era diventata "studio mio regole loro".

Con quell'umore tutt'altro che entusiasta finì di prepararsi e si avviò verso lo studio fotografico, una chiamata gli fece estrarre il telefono dalla tasca notando l'orario che decisamente non aveva tenuto d'occhio.

«Chí»
«dove cazzo stai Manuel sono le 8.15»
«ecco sto a arrivá ao mamma mia un quarto d'ora de ritardo che sarà mai»
«stiamo tutti a aspettá te, non sei né na sposa né Brad Pitt quindi vedi di stare qui in mezzo secondo»

Manuel alzò gli occhi al cielo ed attaccò il telefono, un quarto d'ora di ritardo era il minimo dopo averlo fatto alzare alle 6 di sabato mattina, pensò.
Con grande gioia di Chicca, comunque, arrivò in studio 5 minuti dopo trovandola davanti la porta d'ingresso con le braccia incrociate.

«ao me sembri mi madre»
«non ti prendo a schiaffi solo perché perderesti altro tempo, sono in sala, muoviti»

Le sorrise lasciandole un bacio sulla guancia e lei alzò gli occhi al cielo, ormai era abituata alle sue mosse da paraculo per farle passare l'arrabbiatura ed era abituata anche al fatto che ci cascasse sempre, perché Manuel era uno stronzo e quando faceva qualcosa di carino valeva il doppio.

Focus on me. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora