Focus on me. | Simone x Manuel

4.

Manuel amava camminare in quel bosco quando il sole iniziava a scendere tra gli alberi, amava il profumo della natura e il fatto che potesse fare le foto con i suoi tempi senza che nessuno gli mettesse fretta o giudicasse il suo operato. Amava anche lo scricchiolio dei rametti sotto le scarpe, che era l'unico rumore oltre quello dei suoi pensieri, degli animali o del vento che muoveva le foglie.
Era sempre più convinto che quello fosse il suo posto nel mondo, da solo, con le cose che amava a circondarlo.

Si fermò vicino ad un tronco che aveva un'edera arrampicata tutta intorno e si accovacciò a terra per fare una foto dal basso, mentre cliccava il pulsante per scattare la foto il telefono nella sua tasca iniziò a vibrare. Quello per lui era decisamente un incubo, chiunque lo conoscesse bene sapeva che quando andava lì non voleva essere disturbato, quindi sicuramente era qualche cliente.
Estrasse il telefono fissando lo schermo per qualche secondo, non perché non avesse idea di chi fosse, ma perché ce l'aveva e non capiva il motivo di quella chiamata.

«pronto?»
«pronto? Ciao Manuel sono Aureliano»
«si ho visto, è successo qualcosa con le foto?» gliele aveva consegnate una settimana prima, quindi il fatto che avessero notato dei difetti solo ora era altamente improbabile, ma Manuel non riusciva a trovare un'altra giustificazione a quella chiamata.
«no anzi, sono bellissime, volevo ringraziarti»
«ah, beh prego» con un po' di confusione in testa pensò che quel ragazzo fosse strano e non aveva idea di come facesse a fare quel lavoro, visto che sembrava essere totalmente disconnesso dal mondo circostante.
«si ecco, proprio a questo proposito, visto che ci siamo trovati tutti bene, pensavamo di fare un altro servizio con te»
«pensavamo, chi?» a quella domanda seguì un silenzio decisamente troppo lungo per una domanda così banale.
«io» al riccio venne da ridere appena ebbe la conferma che Simone non condivideva per niente quell'idea fosse del suo agente, quindi se non lo faceva lui, perché avrebbe dovuto farlo Manuel?
«ecco, no guarda, te ringrazio ma non è proprio cosa, te l'ho detto potete chiede a Chicca, è molto più brava de me co ste cose»
«si non lo metto in dubbio, ma a noi piacciono le foto che fai tu» insistette il ragazzo.

Manuel osservò il sole che stava calando velocemente e di lì a poco si sarebbe ritrovato al buio nel bosco senza aver fatto le foto che voleva, quindi fece un sonoro sbuffò e rispose al suo interlocutore in modo rapido.

«guarda mo devo andá, se cambio idea te chiamo, ciá»

Non gli diede il tempo di rispondere e chiuse la chiamata riponendo il telefono in tasca, la sola idea di lavorare di nuovo in studio con mille persone intorno a lui e al modello gli faceva salire un senso di disagio non indifferente, era una cosa che voleva evitare a tutti i costi, proprio per quello era fermamente deciso a non richiamare Aureliano per nessuna ragione al mondo.

**

Stava scaricando le foto fatte nel bosco sul pc dello studio quando Chicca gli piazzò un caffè sotto il naso con un sorriso sospetto sul volto. Alzò la testa che aveva poggiato sulla mano e alternò lo sguardo tra lei e la tazzina davanti a se non riuscendo a capire il perché di tutta quella gentilezza improvvisa.

«che è?»
«caffè»
«no, che è sta faccia» la ragazza alzò le spalle e si lasciò cadere sulla sedia davanti a lui.
«è la mia»
«è la tua quando te serve qualcosa» Chicca lo osservò per un po' cercando una frase che la tirasse fuori da quella situazione, appena si rese conto di non avere un'argomentazione valida sbuffò.
«m'ha chiamato Aureliano»
«alleluia s'è deciso a mollamme»
«non credo proprio, m'ha chiamato per convincerti ad accettare»

Manuel incrociò le braccia al petto poggiandosi allo schienale, si chiese com'era possibile che fosse finito a farsi perseguitare dall'agente di un modello con due milioni di followers su Instagram per un lavoro che decisamente non voleva fare per due motivi: le foto in studio e il soggetto.