3.

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In quella mattina di marzo il riccio stava realizzando che no, decisamente non era stata un'ottima idea prendersi così poco tempo per sistemare le foto, Manuel aveva lavorato ininterrottamente modificando tutto alla perfezione ed era arrivato al giorno della consegna che gli mancavano tre foto da modificare. Si stava sistemando gli occhiali sul naso sentendo la testa scoppiare quando la porta si aprì rivelando un volto che ormai conosceva meglio del suo quei giorni.

«la tua collega mi ha detto di venire qua»

Manuel lo fissò sfilando gli occhiali e poggiandoli sulla scrivania davanti a se, Simone fece la stessa cosa con i suoi occhiali da sole, agganciandoli al colletto della maglia bianca.

«mi mancano tre foto, puoi torná tra mezz'ora»
«posso aspettare»

Il riccio avrebbe voluto rispondere che si, poteva farlo, ma non in quella stanza, però la sua testa faceva talmente tanto male che non riusciva nemmeno a controbattere quindi semplicemente si infilò di nuovo gli occhiali e riportò l'attenzione allo schermo del computer, o almeno ci provò visto che Simone si posizionò al suo fianco osservando la foto davanti a loro.

«forse va fatta più luminosa» Manuel piantò i palmi delle mani sulla scrivania e si girò verso il ragazzo.
«senti, me sta a scoppiá la capoccia quindi o te stai zitto e me fai fa il lavoro mio che, per la cronaca, so fare molto bene, o esci da qua e torni tra mezz'ora»

Simone incatenò gli occhi a quelli di Manuel che per qualche secondo, ma solo qualche secondo, pensò di aver esagerato, però le tempie gli pulsavano e non aveva la forza di lavorare vicino ad una persona che sentenziava sul suo operato ancor prima che iniziasse a lavoro.

Il modello strinse la mascella e gli diede le spalle per uscire dalla stanza, Manuel sbuffò e si strofinò gli occhi da sotto gli occhiali cercando di recuperare le forze per ricominciare a lavorare, era convinto del fatto che Chicca a breve sarebbe entrata nella stanza gridando come una pazza per fargli notare quanto avesse trattato male il ragazzo, ma i suoi pronostici vennero subito smentiti dall'ingresso di Simone con un bicchiere ed una bustina in mano.

Il riccio fissò la figura che si avvicinava a lui e non smise di guardare il suo viso nemmeno quando posò il bicchiere e l'oki sulla scrivania sotto il suo naso. Era sorpreso da quel gesto e per la prima volta si sentì effettivamente in colpa per averlo trattato male qualche minuto prima.

«grazie»

Simone alzò le spalle e si mise seduto dal lato opposto della scrivania, difronte a lui. Manuel prese la medicina in silenzio, sotto lo sguardo attento dell'altro che seguì ogni suo singolo movimento con quegli occhi che in quel momento sembravano aver deposto le armi, quindi anche Manuel cercò di fare la stessa cosa buttando il bicchiere vuoto nel secchio dietro di se.

Man mano che continuava il suo lavoro in silenzio il mal di testa iniziò a svanire e la sua espressione si fece meno corrucciata e più concentrata, Simone non smetteva di osservarlo in silenzio religioso e, nonostante non stesse facendo nulla di particolare, pensó per l'ennesima volta che fosse veramente bello, anche con quegli occhiali dalla montatura dorata. 

«hai detto ad Aureliano che solitamente non fotografi persone» Manuel alzò per un secondo lo sguardo su di lui e poi lo riportò sul computer.
«è vero»
«che fotografi?»

Alzò la testa dal computer solo per girarla verso il muro alle sue spalle ed indicare una cornice bella grande che raffigurava uno spiraglio di luce tra gli alberi di un bosco, il suo posto preferito.

«questo»

Simone puntò gli occhi sulla foto e non li spostò di lì nemmeno quando il riccio riprese il suo lavoro al computer, osservò quella foto che sembrava perfetta in tutto e capì perché Manuel preferisse fotografare qualcosa che non fossero delle persone, gli esseri umani non avrebbero mai raggiunto quel livello di perfezione.

Focus on me. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora