Simone e Manuel misero piede dentro casa di quest'ultimo verso mezzogiorno e mezza e appena varcarono la soglia videro Baloo camminare con passo felpato verso di loro. Manuel si abbassò per accarezzarlo ma il gatto non ebbe le sue stesse intenzioni, perché cambiò traiettoria e andò ad incastrarsi tra le gambe di Simone facendo spalancare gli occhi del padrone.
«sei un venduto del cazzo, Baloo»
Simone rise piegandosi sulla gambe e passando la mano sulla schiena del micio, il maggiore osservò quella scena mordendosi il labbro inferiore e sfilandosi la felpa nera poggiandola su una sedia. Si avviò verso la cucina per riempire la pentola d'acqua mentre l'altro continuava a coccolare Baloo che sembrava non volerlo mollare per nessun motivo. Non era mai stato così espansivo nemmeno con lui eppure con Simone sembrava il gatto più felice del mondo e, per assurdo, Manuel era contento.
«no ma continuate pure, ce mancherebbe»
Simone alzò la testa verso di lui ridacchiando, amava quel gatto dal primo secondo in cui lo aveva sentito miagolare al telefono con Manuel e ora che poteva passarci un po' di tempo insieme era ancora più contento. Nonostante quello, però, si tirò su sfilandosi il giacchetto che aveva ancora addosso e avvicinandosi al bancone della cucina dove Manuel stava tagliando una zucchina su un tagliere in legno, concentrò l'attenzione sul suo pollice su cui c'era ancora l'anello che gli aveva dato poco prima e sorrise leggermente.
«che fai?»
«il riso con le verdure, visto che l'altra volta hai fatto storie pe du pancakes»Simone si poggiò con il fianco al bancone e sentì il cuore battere un po' più veloce perché sapeva benissimo che Manuel lo stesse facendo passare come una scocciatura, ma in realtà era una semplice accortezza nei suoi confronti che per lui però significava tanto.
«che faccio?»
«che vuoi fa?» alzò un attimo gli occhi prima di tornare a tagliare l'ultima zucchina.
«che ne so, darti una mano»
«prendimi una padella lì sotto»Con un cenno della testa gli indicò uno sportello dietro di lui e Simone seguì le indicazioni tirando fuori una padella che gli sembrava proporzionata per la quantità di verdure tagliate.
«ce lo posso mette un po' de olio?»
Il minore annuì sorridendo e si poggiò di nuovo al bancone osservando il ragazzo che si muoveva per tutta la cucina, pensò per l'ennesima volta a quanto fosse diverso il suo comportamento a seconda della confidenza che aveva con le persone, ma soprattutto pensò che lui stesso aveva avuto un'escalation di importanza nella sua vita provando sulla sua pelle quel cambiamento.
«hai mai discusso con qualcuno sul set?»
«si, co te» ridacchiò l'altro girando le verdure, Simone alzò gli occhi al cielo poggiando le mani sul bancone dietro di se.
«oltre che con me» il riccio scosse la testa.
«no, ma perché in generale c'ho sempre avuto poco a che fá co le persone e coi set, lo sai»
«certo, c'hai un autocontrollo inesistente» Manuel posò il mestolo sul bordo della padella e si girò verso il minore incrociando le braccia al petto.
«ha parlato lui»
«c'ho sempre più autocontrollo di te»Manuel alzò un sopracciglio lasciando cadere le mani lungo i fianchi, in quel momento nel suo cervello si ripeté una frase pensata appena si erano conosciuti.
Vuoi giocá? Giocamo.
Mosse un passo verso di lui sentendo il cuore martellare nel petto e posizionò le mani vicino alle sue incastrandolo al bancone. Simone aveva gli occhi allarmati e sorpresi, non capiva questo improvviso cambio di comportamento da parte del più grande e in quel momento non riusciva nemmeno ad elaborare una motivazione logica, perché nel suo cervello c'era talmente tanta confusione che riusciva solo a concentrarsi sui suoi occhi a pochi centimetri di distanza.
Manuel avvicinò ancora di più il suo viso a quello del più piccolo facendo sfiorare i loro nasi, in quel momento la sua attenzione era tutta sul suo profumo e le sue labbra ad un soffio dalle sue, sentiva il cuore in gola e per un istante pensò che probabilmente prima o poi sarebbe morto per colpa di quegli occhi marroni.
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Focus on me. | Simone x Manuel
Fanfic«innanzitutto levate quella faccia annoiata» «è la stessa tua» «io faccio er fotografo mica er modello»