Anni dopo...

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Erano le nove di sera quando rientrai in albergo dopo una giornata trascorsa al congresso di cardiologia a cui avevo preso parte come uditrice.
Alloggiavo in un albergo parigino molto elegante, il soggiorno mi era stato offerto dalla casa farmaceutica organizzatrice dell' evento e oltre a prendere parte ad un congresso importante come quello, avevo il piacere di godermi la capitale francese, in compagnia di due mie colleghe con cui avevo anche rapporti di amicizia.

Ero stanca  ma decisa ad uscire dopo un bagno rilassante, volevamo cenare in un bistrot, mangiare crepes, bere del buon vino e gustare altre specialità del luogo, quindi andavo di fretta quando incrociai per le scale un uomo che le scendeva con la stessa velocità con cui io le salivo.
Bastò una frazione di secondo per rendermi conto che quel volto aveva qualcosa di familiare , molto familiare,  tanto da farmi pensare a Bruno, l' amore di dieci anni prima, quell' amore deluso che mi aveva lasciato l' amaro in bocca e una certa diffidenza negli uomini , ma non feci in tempo a realizzare questo, che l' uomo era già scomparso.
Rimasi tutta la sera con una sorta di ansia addosso,  volevo rivederlo e speravo di farlo nei prossimi giorni, dato che il nostro soggiorno sarebbe durato una settimana.
Gustai a mala pena la scelta di crepes che ci furono servite e anche il delizioso vino frizzante non fu apprezzato come avrebbe meritato, ma tutte le mie attenzioni erano rivolte al pensiero di quell' uomo incrociato sulle scale, che mi aveva risvegliato ricordi ed emozioni sopite da anni.

Nel rientrare in albergo, con una scusa, rimasi nella hall,  sperando di veder passare il misterioso uomo,p ma dopo una mezz'ora, stanca della vana attesa, decisi di andare a dormire prendendo l' ascensore .
Spinsi il tasto che conduceva al piano della mia camera,    ma invece di salire,  la  cabina scese verso il garage e fu allora che lo rividi ,  rividi quel giovane che aveva catturato la mia attenzione.

Entrò nell' ascensore accennando un " bonsoir "ma nel guardarmi le parole gli morirono in bocca , sbatte' le palpebre e sorrise, dicendo in italiano:
" Sei proprio tu, Barbara!".
La sua non era una domanda, ma un'affermazione a cui io annuii dicendo:
" Oui, je suis Barbara", parodiando uno spot pubblicitario di qualche anno prima.
Ridemmo emozionatissimi.
Intanto l' ascensore aveva ripreso la sua salita.
" Prima di chiederti altro, ti va di bere qualcosa qui al bar?" Mi domandò.
Alla mia risposta affermativa  fermò l' ascensore al piano dove si trovava il punto ristoro e una volta usciti mi guidò verso il bancone.
" Champagne " chiese senza avermi interpellato prima, poi rivolto a me:
" Ho scelto io e non puoi rifiutare, questo momento merita il Veuve Clicqot che ci stanno servendo."
Poi, senza attendere risposta:
" Ti devo delle spiegazioni".

Lo osservai attentamente, era più bello che mai,   i capelli sempre nerissimi, lo sguardo vivo ed il sorriso smagliante,  cercai di immaginare se ai suoi occhi potessi essere presentabile e sperai tanto di si, dopo una giornata intensa avevo sicuramente l'aria stanca.

" Non importa, Bruno,  sono passati tanti anni ,"tentai di togliere importanza alla delusione che avevo provato.

" A me importa.Sono stato costretto a sposarmi con la madre di mio figlio,  in poche parole e allora ho preferito tagliare i ponti con te, non potevo offrirti niente se non dolore".
"A suo tempo seppi qualcosa da Carmine e mi bastò a capire che la cosa era morta lì,  ancora prima di iniziare".

" Ti dico subito che sono libero  ora, ho divorziato tre anni fa" . Mi guardò sorridente, aspettando qualche mia confessione , ma io continuavo a tacere.
" E tu? Sposata? Fidanzata?"
Risi, né l' una nell'altra.
" Ma come? Una così  bella ragazza...davvero sei sola?"
" Sono io che non ho voluto.
Ho convissuto per qualche anno con un ragazzo,  un rampollo di buona famiglia  , ma al momento di convolare a nozze l'ho lasciato, non faceva per me."
" Barbara, sono felice , credimi,  felice di averti ritrovata in questo modo fortuito,in una città  magica...ma che ci fai qui?"
" Sono ad un congresso,  ho coronato il mio sogno  di divenire cardiologa" , precisai.
" Brava, non avrei dubitato che tu coronassi i tuoi sogni, anche io sono qua per un congresso, lavoro come anestesista a Firenze, sono tornato in toscana e mi trovo qui per partecipare ad un congresso sul dolore, tu lavori a Siena?"
Respirai a fondo prima di rispondere:
" Si, per fortuna sono rimasta a casa ".
" Abiti con i tuoi?"
" No,ho un piccolo appartamento in centro, sono felicemente sola e autonoma".
" Senti Barbara, io rimango ancora per qualche giorno,  ti andrebbe di rivederci domani?  "
" Si, sarò  libera nel tardo pomeriggio"
" Cena francese?"
" Accordato!"
Toccò  il mio calice con il suo,  poi se lo portò alle labbra  mormorando,:
" Un grande vino per una grande donna".

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