una bella sorpresa

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la pioggia batteva lungo i vetri, incessante, io sdraiata sul letto mi godevo il tepore del mio appartamento.

Mi sentivo avvolta da una sensazione di quiete, mentre la musica proveniente dallo stereo mi rimandava note dolci e rilassanti.

Erano trascorsi  quattro giorni da quando mi ero vista con Bruno e da allora ci eravamo sentiti al telefono tutti i giorni, stavo vivendo come in un limbo, augurandomi che le cose fra noi  continuassero ad essere così belle e piene di gioia. Il ritorno alla vita routinaria poteva anche cambiare la percezione  del nostro rapporto, sapevo che per me non era così, temevo che lo fosse per lui, il bel professore  ammirato e corteggiato.

Ad un tratto questa tranquillità fu interrotta dal suono breve del campanello, un unico trillo che   mi fece balzare subito in piedi, non aspettavo nessuno e la cosa mi allarmò un po'.

Recuperai le pantofole e avvolta in un caldo maglione di lana morbida  andai verso la porta, attraverso lo spioncino non riuscii ad individuare chi ci fosse al di là.

Chi è?" chiesi.

"Sono io, Bruno".

Mi sentii invadere da un senso di felicità, non mi aspettavo la sua visita,non in quel momento,  fu un attimo e mi ritrovai fra le sue braccia.

"Ho provato a chiamarti, ma non sono riuscito a parlarti, forse non c'è linea  per il brutto tempo".

Lo feci entrare.

"Sono felicissima di averti qui," gli sussurrai.

"che bella casa" esclamò guardandosi in torno, ed in effetti era il mio piccolo orgoglio, un appartamento non troppo grande,  un po' vintage,  volutamente vintage,  con travi a vista,  pavimento in graniglia, infissi bianchi con le imposte alle finestre.

"Vieni, andiamo in soggiorno, ti posso offire qualcosa di caldo?"

"si, grazie"

Lo lasciai un attimo e andai  in cucina a preparare il caffè, approfittando anche per darmi un'occhiata allo specchio e sistemarmi un po".

Quando tornai da Bruno lui sorrise guardandomi: "eri bellissima anche  prima,  non importava che tu  ti cambiassi", sorseggiò il caffè gustandolo lentamente,  poi mi prese  per mano e mi invitò a sedermi sulle sue ginocchia, mi accarezzò la schiena con gesti lenti e sensuali.

"La mia piccola Barbara, l'amore della mia vita" mi disse socchiudendo gli occhi.

Trascorremmo una serata  dolcissima, fatta di coccole e tenerezze, poi decidemmo di andare a cenare fuori, per la precisione in Piazza del Campo , mentre camminavamo fianco a fianco mi sentii chiamare, voltandomi riconobbi Fabrizia, l'amica di un tempo che non vedevo da tanto.

"Barbara, che piacere rivederti" esclamò lanciando un'occhiata curiosa a Bruno "sono  tornata a Siena solo da qualche settimana dopo aver soggiornato all'estero e avevo in mente di cercarti,ora non voglio disturbarti, dato che sei in compagnia, ma  dimmi come posso rintracciarti?"

Dissi qualche frase di convenienza, poi le lasciai il mio numero di telefono,  nel frattempo le avevo presentato Bruno, facendo finta di non ricordare che si erano conosciuti in passato.

Lui sorrise stando al gioco, lei rimase un po' spiazzata, stava per dire qualcosa, ma poi tacque .

"Ricordo Fabrizia al tempo delle nostre uscite in gruppo" commentò quando se ne fu andata.

"Sinceramente non sapevo come comportarmi ", risposi presa da un moto di gelosia.

Mi abbracciò stretta .

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