Si passò una mano tra i capelli brizzolati e leggeva il contenuto di una cartellina con aria abbattuta.
Beppe aveva gli occhi cerchiati dal poco dormire e lo sguardo perso, di chi ha fatto degli errori e non aveva saputo essere all'altezza del suo compito.
Sperava che i ragazzi e le ragazze scrivessero davvero quei diari, che supportassero loro stessi mettendo a nudo i loro dolori.
Chiuse la cartellina e sospirò. In ufficio non c'era più nessuno, si era trattenuto fino a tardi, anche Paola era già andata via, salutandolo con il suo stesso sguardo smarrito.
Guardò lo schemo del computer e fece un respiro profondo. Le dita presero a digitare sulla tastiera.
Caro Ciro,
Caro Carmine,
Caro Filippo,
Cari tutti voi,
Io faccio questo lavoro da una vita e ora so più che mai che è il più difficile del mondo.
Ogni giorno arrivo qui e spero di convincermi a fare la cosa giusta. Questo è il mio credo, che ora si è infranto. Sì, perché ho dovuto fare una scelta e sapevo che in ogni caso ne sarei uscito sconfitto.
Ho detto a Ciro dove trovare Carmine e Filippo, per salvare Paola, ma... Sapevo che questo avrebbe rischiato di uccidere loro due.
Non smetterò mai di sentirmi in colpa. Se non lo avessi detto, mi sentirei in colpa in ogni caso, perché avrebbe pagato Paola le conseguenze.
A volte non c'è una scelta giusta. A volte devi scegliere e sperare che vada bene.
Stavolta non è andata bene. Ciro è morto. È morto e questo perché gli ho detto la verità. Una verità che non avrei mai dovuto pronunciare. Ho mancato verso tutti voi per aver parlato. A tacere avrei...
Avrei comunque avuto la coscienza sporca.
Sono stato un vigliacco.
E sì, c'è una parte di me che è furiosa anche con Ciro, anche con voi tutti. Non avreste dovuto fare niente del genere: una rivolta. Avete condotto Ciro alla morte insieme a me e anche insieme a lui stesso.
Il mio cuore è a pezzi e so che sono i rischi del mio mestiere, ma non posso pensare che debba essere così. Che nessuno di voi cresca nei propri errori. Non posso credere che siate condannati a ripetere questi errori.
Sono distrutto. Sento il cuore a brandelli e la mia anima crepata come uno specchio rovinato a terra.
È stato un maledetto terremoto per tutti. Nessuno ne è uscito incolume.
A cosa porta tutto questo odio, tutto questo bisogno di onore? Che onore c'è nel morire così?
C'è solo vergogna. Io mi vergogno e leggo lo stesso imbarazzo negli occhi dei miei colleghi.
Uno di voi è morto.
Ciro è morto.
Morto.
Morto.
Morto.
Morto.
Morto.
Sapete bene cosa significa questa parola e dovreste solo essere grati di non esserlo. Fate scelte migliori e se la morte è nel vostro destino, fate che sia la scelta giusta a portarvici, almeno ci arriverete con onore.
Se fossi stato forte, non sarebbe morto Ciro, ma io. E io sarei stato con la coscienza pulita. Invece sono vivo e dannato. Come un angelo che ha rinnegato Dio.
Fate le scelte giuste. Fate meglio di me.
Rilesse le parole con gli occhi umidi. Tremava e la bile gli risaliva la gola. Si voltò appena in tempo per vomitare nel cestino accanto alla scrivania. Sì. Si meritava di stare male.
Ma ora avrebbe fatto meglio, non avrebbe mai ripetuto lo stesso errore. Mai più.***
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Lettere dall'Istituto Penitenziario Minorile
FanfictionATTENZIONE! SPOILER SUL FINALE DELLA PRIMA STAGIONE. I ragazzi sono tutti nell'IPM e la vita di Carmine è appesa a un filo. Gli educatori propongono ai ragazzi e alle ragazze di tenere un diario, per sfogare le ansie instaurate dalla morte del lor...