7 - Viola

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Con le dita Viola giocava coi capelli. Il rosso si arrotolava sulle dita diafane, mentre le labbra si piegavano in un ghigno.
Beppe aveva dato loro un compito, scrivere una paginetta per riportare i propri sentimenti sulla morte di Ciro. Aveva insistito con lei, perché sapeva che tra loro c'era qualcosa. Che sciocchi, credere che lei provasse qualunque cosa. Beppe era ancora convinto che in lei ci fossero tracce di umanità da disseppellire. No, lei era... Lei provava emozioni, ma non come gli altri.
Si alzò dal letto e andò alla scrivania, voleva vedere che cos'avrevbe scritto. Posò la punta della penna sulla pagina a righe del quaderno e la sua grafia regolare e tondeggiante iniziò a formare parole.

Io sono Viola e ho provato piacere a uccidere. Cosa vi fa credere che io possa provare dolore per la morte di Ciro? Io ho goduto a vederne il cadavere.
Desideravo la sua morte? No. Mi era comodo. Avere attirato nella mia trappola il boss dell'IPM è stata una vittoria non da poco e mi scoccia che sia morto. Tutto quello che potevo ottenere manovrandolo, ora non posso averlo con la stessa facilità. Troverò un altro modo.
Dicono che io sono cattiva e forse hanno ragione, anche i medici che hanno decretato che in realtà sono una sociopatica. Mi sono rifiutata di avere l'infermità mentale, al processo, perché non ho nessuna intenzione di finire in un manicomio a sbavare per il resto della mia vita. Nessuna intenzione. Qui mi diverto molto di più, ci sono tante persone da torturare e vedere con che facilità ci riesco è una boccata d'aria fresca per il mio ego.
Vedere come raggiro anche tutto il personale dell'IPM è ancora più divertente. Potrei mettere tutti uno contro l'altro. Forse un giorno lo farò.
In televisione ho visto, una volta, un telefilm in cui c'era un demone che si nutriva delle sofferenze altrui. Ecco, quel demone sono io. Nel Medioevo dicevano che le adoratrici del diavolo avevano i capelli rossi. Infatti sono diabolica e me ne rendo conto. Lo faccio di proposito, non è che non ho una coscienza, ma non è come la vostra. Io faccio solo quello che mi piace, anche se questo ferisce gli altri. Soprattutto se ferisce gli altri.
Dentro di me sento un brivido simile a un orgasmo quando qualcuno soffre.
A me non ha fatto piacere vedere il cadavere di Ciro di per sé, ma il dolore scatenato nei suoi accoliti. Le grida di Totò e Pirucchio sono state un succulento banchetto. Volevo leccarmi i baffi.
Gli sguardi di Carmine e del Chiattillo sono stati il dessert. Certo, Naditza ha rovinato tutto con il suo slancio d'amore. Vomitevole!
So che io disgusto chiunque mi conosca, ma devo dire che mi da molta soddisfazione anche questo. Io non voglio essere amata. Non mi serve a niente. No. Io voglio la sofferenza, come un angelo dell'inferno che vuole nutrire la bestia.
Non credo nel diavolo e se esistesse sarebbe il mio compagno ideale. Mi tratterebbe come una regina. Ma non esiste, quindi trovo da sola il modo di soddisfarmi.
Sono la persona più intelligente qui dentro e presto vedranno che non ho ancora fatto niente di quello che ho in mente.
Del resto devo pur far passare il tempo.

Viola rilesse il foglio tre volte, come per memorizzarlo, poi sorrise soddisfatta.
Infilò la mano della tasca dei pantaloni e prese un sigaretta e l'accendino. Rilesse tutto una quarta volta, tirando con gusto la sigaretta, poi diede fuoco al foglio, buttandolo dalla finestra.
No, nessuno avrebbe saputo proprio niente di quello che aveva dentro. 

***

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Lettere dall'Istituto Penitenziario MinorileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora