12 - Paola

24 2 6
                                    

Paola spostò una ciocca dietro l'orecchio. Era da sola nel suo ufficio. L'aria salmastra s'insinuava dalla finestra, ma lei neanche se ne accorgeva. Non sentiva neanche il dolore alla gamba, perché i suoi pensieri urlavano più forte. Pensava a Carmine, a Futura, a Nina, a Filippo, a Ciro.
Quei ragazzi erano intrappolati nelle loro vite e non sapevano più come uscirne. Era suo compito far sì che fossero pronti a prendere in mano le loro vite, una volta fuori dall'IPM, ma la realtà era che non ci riusciva. Essere determinata non era sufficiente. Aveva sempre pensato che l'atteggiamento autoritario fosse il solo modo di interagire con quei piccoli criminali in erba, ma aveva dovuto ricredersi.
Appoggiava in pieno il progetto dei diari, che Beppe stava attuando con i ragazzi. Fissava un foglio bianco, preso dal cassetto dalla stampante e la penna tra le dita le sembrava di piombo. Aveva deciso di farlo anche lei. Un po' perché le avrebbe fatto bene, ma anche perché voleva sapere cosa provavano i ragazzi davanti a quella pagina bianca.
Fece un respiro profondo e iniziò a muovere la penna sulla carta.

Ragazzi,
so che per me non avete stima, perché sono dura e inflessibile, ma io ho delle aspettative.
Ogni giorno mi alzo e spero che almeno uno di voi abbia maturato la voglia di non buttare via la sua vita. Lo spero sempre e sempre scopro che quel giorno non arriva.
Anzi, quel giorno sembra sempre più lontano, al punto che non lo vedo più.
La vita vi ha mostrato una strada e non ne vedete altre, ma non è la realtà. A volte penso che non dovreste essere chiusi qui dentro, ma portati lontano da qui, lontano da chi vi dice che la vita funziona in questo modo. Onore e rispetto hanno un valore diverso per voi, che pensate che la morte sia una punizione giusta se subite un affronto.
Io penso che l'onore sia qualcosa di molto più profondo e che il rispetto sia molto di più. Il rispetto per se stessi è alla base, perché senza di quello si fanno solo scelte sbagliate. Vedo con chiarezza chi può diventare ognuno di voi, ma realizzare quella visione dipende solo ed esclusivamente da voi e dalla vostra volontà.
Il sangue versato non lava i peccati, anzi li moltiplica.
Sento ancora sulla pelle l'orrore della rivolta. Non mi vergogno a dire che sono stata spaventata, perché è una cosa primordiale il manifestarsi dell'istinto di sopravvivenza, ma ho scelto di imparare da questo. Potevo decidere di rendere il pugno ancora più chiuso, invece stavolta la mia scelta è diversa. Non levo le regole che ho spiegato al mio arrivo, ma posso affrontare le situazioni in modo diverso.
Se avrete le giuste possibilità, potrete diventare le persone che siete destinati ad essere e io vi voglio dare queste possibilità. Lo voglio perché è terribile guardare negli occhi una bambina appena nata e sapere che il suo papà non la può stringere in braccio perché ha subito un regolamento di conti per una stupida faida.
La vita è diventata merce di scambio e non può essere. La vita è vita.
Un professore una volta chiese alla mia classe qual era il contrario di "morte". Tutti rispondemmo "vita"! Ma non era la risposta giusta, il contrario di "morte" è "nascita", la vita non ha un contrario.
Questo pensiero, forse troppo filosofico, mi ricorda quanto è preziosa, perché non ha un contrario. L'assenza di vita non è la morte. La vita è preziosa e non dovete buttarla via. E se fate degli errori, pagate le conseguenze e ripartite da lì. Non lasciatevi inghiottire dagli sbagli. Liberatevi di questa mentalità di lealtà verso assassini e delinquenti, anche se avessero il vostro stesso sangue nelle vene.
Non volete sentirvi liberi? Se siete legati all'onore della famiglia, forse sarebbe ora di capire cosa volete voi per voi stessi.
Io voglio il meglio, ma è un lavoro di squadra, da sola non posso aiutarvi.

Vostra Paola.

Lesse di nuovo la lettera, aveva gli occhi umidi. Sapeva che non tutti erano perduti e che alcuni sarebbero stati delle sorprese, come sapeva che Filippo rischiava ogni giorno di perdersi. Doveva pagare per il suo errore, ma quel posto lo stava disintegrando. Avrebbe aiutato anche lui, anche Naditza che voleva salvarsi dal regime della sua famiglia. Carmine... Capiva perché Massimo gli voleva bene e anche lei si era affezionata.
Lei non aveva potuto avere suo figlio tra le braccia, ma doveva assolutamente succedere che Carmina stringesse Futura. Doveva essere così.

***

Vi piace la storia?
Inseritela in un elenco di lettura, per trovarla prima e non dimenticatevi di lasciarmi una stellina!

Lettere dall'Istituto Penitenziario MinorileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora