10 - Silvia

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Silvia non era tipo da scrivere un grande romanzo. Lei preferiva ciò che le donava un abbraccio. Non era una ragazza che si limitava ad amare il sesso, era gentile e schietta. Adorava abbracciare le amiche e gli amici. Anche prima dell'IPM.
È per questo che andava d'accordo con Naz. La sua amica aveva scritto una lunga lettera al Chiattillo come risultato del compito che aveva dato loro Beppe.
Sapeva che il mondo faceva schifo, ne era vittima di quel mondo, ma sapeva anche quanto fosse importante fare luce su quel mondo per vedere che cose belle ce n'erano.
Si alzò dal letto e si sedette alla scrivania. Giocava con la penna e fissava la pagina. Era dannatamente difficile quel compito. A chi avrebbe dovuto rivolgere la sua lettera? Forse poteva fare come le aveva detto Beppe, doveva scrivere una pagina di diario.
Sbuffò.
Posò la punta della penna sul quaderno e iniziò, non sapeva bene cosa.

Caro diario

Cancellò subito quelle due parole. Riprovò.

Ciao IPM.
Io non so cosa scrivere. Sì, sono rimasta turbata dalla morte di Ciro, ma stava cercando di uccidere il ragazzo che ama la mia amica. Se lei avesse sofferto per la morte del Chiattillo, sarei stata molto più sconvolta.
Ciro ha fatto le sue scelte e queste sono state le conseguenze. Non ho molto da dire. Questa vita fa schifo, ogni giorno ha un sapore amaro, anche quando rido.
Poi come posso giudicare il Carmine, che ha difeso il suo amico? Anche io l'avrei fatto per difendere Nad. La situazione era spaventosa, non c'erano scelte facili. Nessuna scelta, in realtà.
Mia nonna diceva che c'è sempre una scelta, ma non è vero. Se è vivere o morire non è una scelta. Vivere è la sola strada e Carmine e Chiattillo hanno deciso di lottare per farlo. Nella lotta ha vinto la vita. Ciro non poteva scegliere, perché aveva davanti solo la morte. Sua o del Chiattillo o di Carmine. Qui nessuno ha avuto scelta. Nessuno.
Non ha avuto scelta nessuna guardia quando c'è stata la rivolta. Nessuno ha avuto scelta.
Come io non ho scelta che accettare quello che ho visto e saputo. È così e basta. Fa male, fa stare male pensarci, ma so anche che sto bene perché sono qui a pensarci. Ciro non pensa più e non sa più niente.
Carmine non sa niente, è in coma. Chiattillo è distrutto, lo so perché si vede che ha una coscienza. E chi ha una coscienza, qui dentro soffre come chi è innocente.

Silvia fissava l'ultima parola con gli occhi lucidi. Innocente. Troppa innocenza nelle fogne. La bocca era imbronciata e la mano le tremava. Posò la penna e staccò il foglio dal quaderno. Lesse e rilesse le sue parole. Era incredibile che fosse riuscita a scrivere quei pensieri. Erano usciti senza che se ne accorgesse e aveva scoperto anche che le piaceva come si sentiva ad averlo fatto.
Il broncio scivolò in un sorriso e le mani erano di nuovo ferme. Sì, le aveva fatto bene.

***

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