Tornati a casa dopo la spesa ci mettiamo subito al lavoro per fare in modo che tutto sia pronto per pranzo.
"Gnoma, l'impasto l'hai informato? " le chiedo visto che era quasi ora di pranzo.
"Si, l'ho infornato. Gli ingredienti sono pronti? "
"Si, tutti qui" le dico indicandole i vari contenitori con tutto l'occorrente per la decorazione della pizza perché poi l'avremmo dovuta infornare una seconda volta: funghi, olive e mozzarella tagliata a dadini.
"Bibite in frigo messe" dico verificando io stesso che tutto sia al suo posto.
"Hai messo anche l'acqua naturale? " mi chiede venendo vicino a me per verificare lei stessa.
"Si, tranquilla l'ho messa" le dico ricordandomi che le bibite gasate non può berle.
"Riposo, chef" dice sorridendomi, soddisfatta del lavoro che riusciamo sempre a fare insieme.Si avvicina e, avvolgendo le braccia attorno al mio collo, mi bacia chiudendo gli occhi. Le mie mani attraversano il suo corpo fino ad arrivare ai suoi fianchi, per poi fermarsi lì, stringere leggermente la presa. Le mie labbra rispondono alle sue, giocano con loro, si schiudono assaporando il sapore dell'altro, il sapore familiare che ormai conoscono a memoria, che ci fa sentire protetti. Sapore di casa, un calore diffuso grazie al bacio, una dolce sensazione di protezione ed allo stesso tempo di appartenenza, l'essere legati dal filo rosso del destino. Come se fosse la prima volta, per tutto il corpo, si diffonde una sensazione di vuoto piacevole, di leggerezza che solo lei è capace di darmi, sento un turbinio all'altezza dello stomaco come tante farfalle che volano libere creando un piccolo tornado ed io mi trovo al centro di esso come se stessi danzando. Leggerezza, casa, amore. Fiducia.
Stacchiamo le nostre labbra, la guardo affascinato dai suoi lineamenti perfetti: conosco ogni minimo particolare del suo viso. I suoi occhi si aprono lentamente, un sorriso le nasce spontaneo."Che dici piccola? Ti vuoi andare a preparare? Guardo io qua, vatti a fare bella anche se lo sei sempre" le dico baciandole le guance prima di lasciarla andare. La vedo saltellare fino ad arrivare in camera.
Il telefono squilla."Oi" dico rispondendo dopo aver visto il nome di Deddy comparire sullo schermo.
"Stiamo per strada, tra poco saremo da voi"
"D'accordo, vi aspettiamo" dico chiudendo la chiamata.
Nel frattempo il forno suona avvertendomi che l'impasto è pronto per essere decorato. Lo tiro fuori con le presine, metto gli ingredienti sopra e lo inforno nuovamente."Amore, sono pronta, vatti a preparare tu, qui ci penso io" dice Giulia comparendo dalla porta vestita, truccata e pettinata con una coda alta.
"Tra poco saranno qui. Guardi tu il forno? "
"Si, Giò, ci penso io qui" dice dandomi un bacio veloce a stampo.Vado in camera, mi spoglio ed indosso la parte di sopra.
Sto per indossare i pantaloni quando la porta si apre improvvisa, la figura di Giulia correre in bagno. La seguo velocemente e le prendo la coda in una mano e le cingo il bacino con l'altra.
Dopo un po' finisce di rimettere, si siede contro il muro, il respiro pesante.
Dopo aver scaricato, mi inginocchiò di fronte a lei ed inizio ad accarezzarle dolcemente le guance provando a tranquillizzarla."Ehi, guardami" le dico notando avesse chiuso gli occhi.
"È tutto finito, non ti devi spaventare. Ricordi che ha detto la ginecologa? Che durante questo periodo complicato ma bellissimo questi episodi, purtroppo, diverranno frequenti. "
"Ho paura, Giò" dice guardandomi, gli occhi velati.
"Di cosa? " le chiedo continuando le mie premure.
"Di vomitare"
"Perché? Se vuoi dirmelo io sono qui" le dico aggiustandole la giacca.
"Mi fa ricordare"
"I due anni prima di reincontrarci, giusto? " le chiedo sapendo già di aver centrato il punto.
" Esatto"
"Pensa alle mie parole o meglio alle parole della dottoressa: non devi temere, segnalano la loro presenza, tutto qua. Vogliono solamente farti capire che ci sono"
"E questo sarebbe un modo per farsi sentire? Carino da parte loro" dice per poi scoppiare finalmente a ridere.
"In effetti" rispondo ridendo anch'io.
"Dai, alziamoci, ti aiuto a sciacquarti il viso"
"Non farmi sbavare il trucco per favore, ci ho messo anni per fare una linea perfetta" dice reggendosi al lavandino per stare in piedi.
"Si, tranquilla" dico togliendole solo la scia di trucco sbavato sotto gli occhi.
"Fatto, signorina. Ora mi sa che ti tocca andare di là in cucina, la pizza è in forno e se non corri a controllarla si brucerà e mangeremo pizza bruciata. Io finisco di vestirmi e sono da te, d'accordo? " le dico dandole un bacio prima di lasciarla uscire dal bagno.
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Si ferma il tempo quando sei con me.
FanfictionDue anni. Due anni sono passati da quel giorno, due anni da quando mi ha mentito. Perché non ha voluto dirmi niente? Perché me lo voleva tenere nascosto?