Capitolo 119

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La notte non chiudo occhio, steso con il suo corpicino addosso, resto ad osservarla: le sfioro la fronte, la guancia, il collo. A volte il tremolio ricompare purtroppo, serra le gambe attorno alle mie e sbatte i denti come se avesse freddo. Il sudore le cola dalla fronte, i capelli bagnati.
Le accarezzo la schiena quando ciò avviene, a volte funziona, altre no.
Chiamo i suoi che hanno i piccoli a casa, anche se vista l'ora potrebbero non rispondere.
"Ciao Sangio, come mai chiami a quest'ora? " mi chiede Susi con voce assonnata.
"Ciao Susi, scusami ma volevo avvisarmi che forse non torneremo domani, Giuli ha la febbre e ha avuto diversi attacchi di panico. Li ha ancora adesso, mentre dorme. " la informo mentre accarezzo dolcemente la sua schiena.
"E tu non riesci a dormire giusto? " mi chiede nonostante sappia già la risposta.
"È più forte di me, sta male ed io devo vegliare su di lei. Volevo solo avvisarmi di questo, provvederò poi ad avvertire l'albergo ma credo non ci saranno problemi, dovrete tenervi ancora le piccole pesti, non ti dispiace vero? " le chiedo pur sapendo già la risposta.
"Macché anzi, ci fa solo piacere goderci un po' i nipotini. Aggiornami su Giulietta, d'accordo? "
"Non ti preoccupare, sarai la prima che chiamerò qualora dovessero esserci miglioramenti, si spera. Salutami tanto i piccoli e dì loro che mamma e papà torneranno prestissimo a prenderli e che vogliamo loro un grandissimo bene. Dagli un bacio enorme, sia a loro che a voi. Grazie per tutto quello che fate. " le dico per poi chiudere la chiamata e tornare ad occuparmi di lei.

Tutta la notte la passo così, sveglio, senza chiudere occhio finché non la sento urlare, stringere forte la mia pelle per poi piangere continuando a respirare come se facesse fatica.
La stringo forte tra le mie braccia, le strette sulla mia pelle si fanno più forti, nasconde il viso tra le mie braccia.
Passano minuti in cui lei ha pianto per poi alzare finalmente il suo viso, incontra i miei occhi preoccupati, scioglie l'abbraccio per correre in bagno lasciando la porta aperta.
Mi alzo nonostante senta la stanchezza invaderci completamente ogni fibra del mio corpo, la vedo in ginocchio, tremante al centro del bagno e lo sguardo verso l'alto. Si siede sui talloni, schiena curva in avanti e sguardo basso: nessun tipo di lamento o urla, nemmeno il suono del respiro.
Ferma lì, al centro, un leggero tremolio che le invade ogni tanto il corpo, un masso pesante sulle spalle.
Non lo può vedere nessuno, non chi non ha mai sofferto di attacchi di panico.
Io lo vedo, lì, enorme, che la schiaccia volendo farla scomparire.
No, non finché ci sarò io accanto a lei: non permetterò a nessuno di graffiare la sua anima pura ed unica, non lei. Niente e nessuno potrà scalfirla finché ci sarò io.
Entro e lentamente, sapendo come comportarmi in questi casi, mi siedo davanti a lei, le prendo le mani portandole tra noi, attirando la sua attenzione.
Non ho bisogno di parlare, i gesti a volte dicono molto di più.
Inizio ad accarezzarle le mani con i pollici delicatamente, chiudo gli occhi ed inizio a respirare sapendo che lei avrebbe fatto lo stesso.
Ascolto il suo respiro seguire il mio e sorrido. La conosco troppo bene ormai.
Conto nella mente fino a dieci per poi restare con gli occhi chiusi ed ascoltare.
Il suo respiro è tornato regolare, le mani non tremano più.
"Gio" è la prima cosa che dice dopo aver ritrovato se stessa.
Apro gli occhi e la guardo: ha gli occhi lucidi, segno del pianto precedente ma anche del pianto che verrà.
Stacco le nostre mani e allargo le braccia, un muto invito che lei accetta subito.
"Ehi è tutto finito piccola, è tutto finito. Ora stai meglio, hai avuto vari attacchi di panico notturni ma ora sono passati. Non ho chiuso occhio per la preoccupazione che potesse succedere qualcosa mentre io dormivo. Se continuano però dobbiamo trovare qualcosa che possa tenerli sotto controllo, non mi piace vederti soffrire in quel modo. " le dico cercando di trattenere le lacrime.
"Come ti senti ora? " le chiedo poi sempre tenendola stretta.
"Ora meglio, prima mi sentivo soffocare, come una stretta attorno al corpo che non mi permetteva di muovermi, che non mi faceva respirare.
Grazie a questo" dice poi spostandosi leggermente prendendo le mie mani riportandole al centro "ho trovato la forza per scappare via e trovare te, il mio punto di riferimento" termina il discorso stringendo con forza le mie mani.
Crollo poi tra le sue braccia, sul suo petto, un pianto trattenuto fin troppo, la paura le tratteneva vincendo su di loro.
Lei resta in silenzio, carezze delicate tra i miei capelli, lente carezze sulle braccia.
"Sei rimasto tutta la notte sveglio, non è così? " chiede sottovoce, come se avesse paura di rompere quel velo sottile che si era formato attorno a noi.
Nego con la testa, incapace di emettere qualsiasi suono.
"Cretino! Guarda che anche i cantanti hanno bisogno di stare in forma e se tu ogni volta che sto male non dormi, diventerai uno zombie e non avrai abbastanza energie per cantare e muoverti sul palco. Te lo dico sempre, non è la prima volta. Lo dico per te, sei molto fragile amore fisicamente e se continui così rischi di svenire da un momento all'altro. Che dici se ora andassi a riposare, mh? " mi chiede finendo la 'cazziata' dolcemente.
"Ti misuro prima la febbre poi devo scendere a parlare col signore alla reception per dirgli che partiremo domani e non più oggi e poi forse riposo un po', ho già avvertito i tuoi che avremmo tardato di un giorno la partenza e poi lo stesso vale per te signorina. Pensi che non lo sappia che anche te sei sveglia quando sto male io? Per precisare tu balli ed usi il corpo per muoverti rischiando un infortunio ogni passo, spendendo maggiori energie rispetto a me. " le dico alzando la testa dal suo petto e guardandola negli occhi.
"Hai vinto" dice alzando le mani in segno di resa per poi ridere e trascinarmi con sé.
"Andiamo Giulietta, il tuo infermiere sexy ti curerà a dovere" le dico prendendola in braccio e portandola verso il letto.
"Sono fortunata in questo allora: marito perfetto, papà pure, ti preoccupi di avvertire i miei, cantante perfetto, ballerino avrei qualcosa da dire e pure infermiere perfetto. "
"Ehi che avresti da dire sulle mie doti da ballerino! Guarda appena torneremo a casa, visto che lavorerò in remoto, mi dovrai insegnare altri passi prima che tu torni in Accademia così sarò perfetto in tutto"
"Tu già sei perfetto, nel ballo un po' meno ma si può migliorare" dice mentre la faccio stendere delicatamente sul letto.
"Già fisicamente sei migliorato tanto, dico che sei fragile perché la tua salute lo è, pretende che tu sia riposato e che non ti affari chi ulteriormente. Per il resto sei perfetto, il marito ed il padre perfetto. " dice aspettando che io torni con il termometro che ci portiamo sempre durante i viaggi per ogni evenienza.
"Eccomi qua, vediamo se la febbre è scesa un po' oppure è uguale al valore di ieri" dico mettendole il termometro sotto l'ascella.
Aspetto pazientemente anche se è evidente che sia scesa, sta molto meglio ed ha ripreso colore.
Cinque minuti passano, le tolgo il termometro e controllo: 36.
"È scesa di tanto, hai 36. Sicuramente meglio e si vede. " dico rilassandomi.
"Sei molto più rilassato vero? "
"In realtà mi sento meglio anche io sapendo che la febbre ti è scesa e che stai meglio: è stata una delle notti più brutte che io abbia mai passato. So che probabilmente ce ne saranno altre ma ogni volta che riguarda te mi preoccupo sempre e non dormo, sarà sempre così probabilmente anche se avrò delle prove il mattino presto oppure dovrò andare in studio quando starai male probabilmente non dormirò ed avrò delle borse che supereranno di gran lunga ogni brand ma non mi interessa minimamente, voglio solo che tu stia bene e sto bene anche io. " le dico per poi darle un bacio delicato sulle labbra e coprirle il corpo nudo.
Mi alzo visto che mi ero seduto accanto a lei, indosso una canottiera e un pantalone grigio della tuta, le ciabatte e dopo averle detto di restare al caldo, scendo per avvertire che resteremo anche oggi e partiremo domani.

Arrivato davanti al bancone dopo essermi aggiustato i capelli in assoluto censore davanti allo specchio, attendo il receptionist che non tarda ad arrivare.
"Salve, in cosa posso esserle utile? "
"Salve, senta volevo avvertirla che poiché stanotte mia moglie ha avuto la febbre alta, anche se stamattina è scesa un po', volevamo avvertirla della nostra decisione, lo so all'ultimo momento, di rimandare la partenza a domani.
Detto questo volevo sapere quali provvedimenti avete preso per quanto riguarda quel ragazzo che ha invaso i nostri spazi" dico poggiando le braccia sul bancone, sedendomi di fronte al signore.
"Li abbiamo mandati via dopo l'accaduto, ci dispiace ancora per quello"
"Non si preoccupi, vi ringrazio per aver ascoltato le mie parole"
"Comunque per quanto riguarda l'altra richiesta potete rimanere senza problemi quanto volete, lo stuff è lieto di ospitare degli artisti come voi un altro giorno. Per qualsiasi cosa non esiti a chiamare"
"Sicuramente visto che passeremo questo giorno in camera"
"Deve passarle la febbre altrimenti rischia solo di farla alzare ulteriormente uscendo da qui" dice il signore.
"Già, con tutta la neve che ci sta. Vado a prenderle qualcosa da mangiare a colazione prima che la sala chiuda. Arrivederci e grazie. " dico alzandomi per andare a prendere un vassoio con la colazione: una tisana calda, fette biscottate col miele, dei biscottini a forma di cuore mentre per me cappuccino e graffa con nutella.
Salgo in camera soddisfatto ed entro in silenzio per paura di svegliarla nel caso lei si fosse addormentata.
È quello che noto appena entro in camera: posizione laterale, ginocchia leggermente piegate ed il respiro regolare.
Poggio il vassoio con le pietanze sul tavolino e lentamente mi avvicino al letto, mi siedo accanto a lei e le accarezzo una guancia, sfiorandola lentamente.
"Ti ho preso la colazione piccola, ti va? " le dico a bassa voce.
Si muove leggermente e si gira verso di me stiracchiandosi.
"Dopo poi torni a dormire ma prima devi mangiare qualcosa, d'accordo? "
"Grazie amore" mi sorride e si mette lentamente seduta.
Si alza e indossa una mia maglia per coprirsi, si siede di fronte a me e mangia tutto.
"Che carini i biscottini a forma di cuore, grazie" dice per poi porgermene uno.
"Ho pensato che ti sarebbero potuti piacere"
"Infatti è così: sono buonissimi ma mi dispiace mangiarli, sono a forma di cuore ma sono buonissimi. " dice mangiandone un altro facendomi ridere.

"La tisana era buonissima, tutto era stupendo grazie" dice raggiungendomi e baciandomi.
"Mh per la mi princesa enferma questo e tutto me stesso" le rispondo ricambiando il bacio.
La riporto a letto dopo aver depositato il vassoio fuori la porta ed il cartello 'non disturbare', la spoglio della maglietta, la copro, mi spoglio anche io dei vestiti messi giusto per scendere e la raggiungo sotto le coperte dopo aver chiuso la finestra e la tenda per rendere buia la stanza, priva di ogni luce che possano disturbare il nostro sonno o meglio: il suo.
"Vieni qui" le dico tirandola su di me.
"Non eri tu che stavi su di me prima? " mi chiede mettendosi meglio su di me.
"Si ma ora che questa piccolina sta male, io sono disposto ad un cambio posizione momentaneo, non che mi dispiaccia. Ti terrò tra le mie braccia. " le dico intrecciando le mie mani dietro la sua schiena, sotto le coperte, poco sopra il suo sedere.
"Mi canti qualcosa? Voglio ascoltare la tua voce prima di dormire. "
"Cosa vuoi che ti canti? " le chiedo accarezzando la pelle della sua schiena con le dita.
"Qualsiasi cosa, la tua voce accompagna ogni nota portandola con sé e portando con sé le persone, portando con sé me" dice chiudendo gli occhi. È ancora sveglia, li ha chiusi solamente.

"Quando nasce un amore
Non è mai troppo tardi
Scende come un bagliore
Da una stella che guardi
E di stelle nel cuore
Ce ne sono miliardi
Quando nasce un amore
Un amore

Ed è come un bambino
Che ha bisogno di cure
Devi stargli vicino
Devi dargli calore
Preparargli il cammino, il terreno migliore
Quando nasce un amore
Un amore.

Buon riposo amore mio, spero sia migliore di questa notte passata. " le sussurro all'orecchio dopo aver constatato che lei si sia addormentata.
Chiudo gli occhi anch'io dopo aver aumentato la stretta attorno al bacino di Giulia, mi sistemo meglio sotto di lei e crollo anch'io tra le braccia di Morfeo.

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Ecco un nuovo capitolo a sorpresa. Scritto tutto oggi. Commentate e votate che vi leggo tutti. Un grande abbraccio e un bacio. A presto💞



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