Notizie di Tiberio

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Anzio, 25 febbraio 1944

Da quando Rinaldo se n'era andato, a seguito della partenza di Giada per Roma, Iris non aveva avuto più pace: passava sempre meno tempo con Giuliana Orsini e le sue crocerossine, e sempre più sulla spiaggia, a piangere e urlare il nome dell'amato, come se avesse perduto il senno; il nome di Marini si confondeva con l'infrangersi delle onde sugli scogli per due giorni, finché non si accorse di aver sciupato la voce e riempito i polmoni d'aria fredda.
Fu proprio l'amica Elsa a trovarla accasciata a terra con la febbre, e a curarla insieme alle sue colleghe: dopo quei due giorni di agonia si rimise in sesto e addirittura riacquistò l'appetito e un po' di serenità.
Ma fu una lettera, portatale da Elsa, a farla ristabilire completamente.
<< È Tiberio! È una lettera di Tiberio! >> esclamò.
Al nome del giovane Belmonte, la Cataldo sorrise: quel ragazzo era stato l'unico uomo che le volesse realmente bene.
<< Tiberio? E da dove scrive? >> domandò, raggiungendola all'esterno della struttura ospedaliera dove operavano: ormai poteva alzarsi dal letto, anche facendo attenzione.
<< Da Montecassino. Sta per tornare a San Felice Circeo >> replicò la Filomusi, porgendole la missiva, che era la risposta di Tiberio proprio ad una lettera scrittagli da Iris prima di partire per Anzio con le crocerossine.
La giovane Cataldo aprì la busta e ne lesse avidamente il contenuto:

Montecassino, 20 febbraio 1944

Mia carissima Iris,
perdonami se trovo il tempo di scriverti solo adesso, ma la battaglia per la liberazione del confine di Cassino dal dominio dei Tedeschi ha toccato momenti molto ardui e non è ancora finita.
Nonostante questo, appena ho letto la tua missiva, dove riferivi informazioni riservatissime sulla vita di Gianfranco Menotti, un segreto antico e mai trapelato a San Felice Circeo: l'esistenza di sua moglie, Rebecca Tagliacozzo, e dei loro tre figli Miriam, Gabriele e Anna.
Si dice che vivano a Londra, che lui ce li abbia mandati dopo la divulgazione delle leggi razziali: il tuo corteggiamento è stato il pretesto perfetto per eludere definitivamente questa storia.
Sto per tornare a San Felice Circeo e vorrei che mi raggiungessi: il viaggio sarà lungo e faticoso, specialmente adesso che i Tedeschi si stanno spostando verso Nord, ma spero che anche tu tornerai, ti prometto che verremo a capo di questo mistero, insieme.
Mi auguro di vederti quanto prima, con tutto l'affetto, tuo

                                             Tiberio

Iris ripiegò con cura la lettera.
<< Devo tornare a San Felice Circeo! >> esclamò, guardando Elsa negli occhi.
<< Tu sei pazza... Ti stai rimettendo adesso! >> la dissuase l'amica.
<< Ma Tiberio sta tornando anche lui, e mi ha giurato di aiutarmi a risolvere la storia di Rebecca Tagliacozzo! >> insistette l'una.
<< Secondo me te la dovresti solo dimenticare, questa storia... >> sottolineò l'altra.
<< Elsa, ma tu non capisci? Da quando hai detto a Giada di me e Rinaldo, hai fatto bene perché hai gettato luce su un particolare: devo tornare in paese perché sono scappata come una ladra e non è giusto, devo capire alcune cose... Rimettere insieme le tessere del mosaico! E Tiberio mi aiuterà! >> puntualizzò la Cataldo.
<< Tiberio è un caro ragazzo... >> constatò la Filomusi.
<< Per questo devo raggiungerlo a San Felice Circeo! >> motivò la prima.
<< In paese, appena ti vedranno, ti faranno a pezzi >> le ricordò la seconda.
<< Me ne farò una ragione >> promise la bionda.
La castana sospirò.
<< Cerca di fare la cosa giusta, questa volta >> l'ammonì.
Iris non rispose, ma l'abbracciò ed Elsa ricambiò l'abbraccio: sarebbe stato difficile per la sua amica di sempre tornare nel posto in cui tutti l'avevano additata e disprezzata, proprio come avevano fatto con sua madre Irene tanti anni prima, ma era sicura che avrebbe risolto quella faccenda che l'angustiava, una volta per tutte.

                    

Storia d'amore e di guerra - Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora