Un segnale dall'alto

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Roma, 27 aprile 1944

Il funerale di Enrico si celebrò a San Felice Circeo, come tutti quelli dei suoi familiari deceduti prima di lui nel corso della guerra; quasi tutto il paese era presente: non c'erano solo i Belmonte, i Filomusi, Irene e sua figlia Iris - tornata da Londra con Tiberio apposta per l'occasione - Gisella Marini con Claudia Tagliaferro e Maddalena Iorio, ma anche tutte le operaie dei cantieri navali, rimaste a lavorare al posto dei loro uomini da ormai quattro anni e conquistate dall'energia e dagli ideali di quel ragazzo che aveva guidato il paese e buona parte d'Italia verso la liberazione.
Per questo le assenze di Giada Spinelli e Rinaldo Marini stridevano, in mezzo a quella folla: tutti sapevano i trascorsi tra i due e la buonanima di Enrico, ma mentre la madre del giovane partigiano se ne fregava dei pettegolezzi, Alba e Giulio se ne stavano in disparte, quasi come se la morte di Belmonte fosse responsabilità loro.
Verso sera i ragazzi tornarono a Roma; una volta in convento, Elena ebbe solo un desiderio: incontrare Aldo Fabbriconi, cercare il suo conforto anche se era sbagliato, nel suo percorso verso la consacrazione.
Da quando si erano baciati, la Belmonte era entrata in crisi: dopo la morte di Maurizio, aveva deciso che non avrebbe amato più alcun uomo all'infuori di lui, e preferiva piuttosto farsi suora; non appena Aldo le era piombato davanti, così dannatamente simile a Filomusi nei pensieri e nelle parole, tutte le sue certezze erano andate in pezzi e, nonostante le iniziali reticenze, poi non aveva avuto paura di correre incontro all'ignoto.
Certo, le dispiaceva mentire a Suor Teresa, la sua madre spirituale: le aveva sempre dato una mano, nel fare chiarezza per una scelta così difficile, lei che, in quel drammatico pomeriggio del 1922, aveva dovuto scegliere chi far vivere tra Alba Ferraro il figlio avuto da Guido Spinelli.
Corse nel chiostro, dove sapeva che l'avrebbe trovato, ma non lo vide.
Lo cercò in lungo e in largo, solo che sembrava essersi volatilizzato nel nulla.
<< Se n'è andato. Aldo Fabbriconi, il comunista. È arrivato il suo passaporto ed è partito >> intervenne Suor Teresa, venendole incontro.
<< E non ha lasciato detto o scritto niente? >> domandò Elena, mentre dentro si sentiva sprofondare.
<< Avresti voluto che lo facesse? >> chiese la suora in modo comprensivo.
<< Forse sì. O forse no. Non so dirglielo con certezza. So solo che con lui ho vissuto un ricordo, il ricordo di un amore antico che la guerra mi ha portato via. Ma sbagliavo: Maurizio mi avrebbe lasciato un biglietto, ad Aldo non è mai importato niente di me >> rispose affranta la Belmonte.
<< Avrei capito, se avessi scelto di interrompere il tuo percorso di fede >> le rivelò l'una.
<< Forse ho avuto un segnale dall'alto. Magari Dio mi ha fatto affrontare questa prova per vedere se ero davvero pronta ad accoglierlo... >> ipotizzò l'altra.
<< E sei pronta? >> volle sapere la prima.
La seconda ci pensò su un attimo: ricordò la sua vita fino a prima di entrare in convento e provò un'angoscia profonda; immaginò una vita monastica e il suo cuore fu pervaso da un senso di pace. Sorrise.
<< Penso proprio di sì! >> esclamò, sicura di sé.

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