Epilogo

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San Felice Circeo, 2 giugno 1946

Erano passati sei mesi da quando Rinaldo era tornato a San Felice Circeo e aveva deciso di riaprire l'attività tipografica del padre insieme ad Elsa, la quale aveva accettato di diventare sua moglie: furono loro in paese a stampare manifesti dove venne fuori la scelta degli italiani al referendum; infatti, dopo diverse notti insonni degli scrutinatori e un bel po' di voti monarchici da tutto il Sud comprese le isole, ci pensarono quelli del Centro-Nord, le zone che avevano vissuto attivamente la Resistenza partigiana, a ribaltare completamente il risultato e a trasformare la penisola in una repubblica.
Il re Vittorio Emanuele III, invece di partire per il Portogallo con la sua famiglia, aveva tentato un ultimo e disperato colpo di mano per mantenere il suo potere, ma la nuova classe dirigente l'aveva esiliato, intimandogli di non rimettere più piede nel Belpaese.
Ma il referendum popolare sulla scelta tra monarchia e repubblica fu ricordato specialmente per essere stato a suffragio universale completo, sia maschile che femminile: le donne delle famiglie Spinelli, Medina, Belmonte e Levi furono, a Roma, le prime a compilare le proprie schede elettorali.
Giada e Giovanni si erano sposati l'anno prima, e il giorno dei risultati del referendum già avevano un figlio: l'avevano chiamato Enrico, come la buonanima del giovane Belmonte; due anni dopo, quando venne approvata la Costituzione del 1948,  ebbero Corrado, come il capostipite dei Belmonte quando la ragazza arrivò a San Felice Circeo.
Luciana e Bernardo mossero i primi passi nel mondo dell'Ingegneria Metallurgica: lei dovette scontrarsi con la diffidenza di quell'ambiente nei confronti delle donne, ma lui le fu sempre accanto; ebbero due figli gemelli, che chiamarono Cesare come il fratello della Belmonte, e Anna come la zia di Levi.
Annalisa e Orlando continuarono a lavorare nel mondo della musica e della radio, ma ebbero spazio anche per la genitorialità: ebbero tre figli di nome Cristina, Fabiola e Marco; la prima portava l'appellativo della contessa Coralli di Vallombrosa, i secondi dei signori Neri: tutti e tre presto impararono a cantare e a suonare uno strumento a testa.
Elena Belmonte, nota ormai a tutti come Suor Maria, fu presente a tutti i matrimoni dei cugini e ai battesimi dei rispettivi figli, ringraziando il Signore per tutti i doni del cielo che stava donando alla sua famiglia, così terribilmente decimata dalla guerra; le arrivò una lettera dall'America con mittente Aldo Fabbriconi, che le chiedeva di mollare tutto e venire via con lui: la strappò e la lanciò nel camino perché ormai la sua scelta l'aveva fatta.
Claudio e Mario Filomusi continuarono la carriera politica nel Partito Socialista Italiano, e persero la testa rispettivamente per Doriana Bellotto e per Astrid Ødersen: la contessa Orsini non approvò immediatamente che due talentuose ragazze che durante la guerra erano state tra le fila delle sue crocerossine andassero a formare una famiglia con due ex fascisti ripuliti, ma poi dovette arrendersi all'amore che doveva aver vinto su tutto; fu il commissario Durantini, da sempre innamorato di lei, a farglielo capire.
Anche loro ebbero due figli a testa: quelli di Claudio e Doriana si chiamarono Ludovica, Riccardo e Nicoletta; quelli di Mario e Astrid portarono i nomi di Roberta, Marcello e Angela.
Irene Cataldo lasciò San Felice Circeo: tutto le ricordava l'amata figlia, restare lì sarebbe stato troppo doloroso; fu Jack Carter a occuparsi di lei, portandola in America, a New York, dove venne accolta a braccia aperte da Henriette, rimasta vedova di Richard.
Tiberio e Luisa, dopo essersi sposati anche loro nel 1945, si trasferirono a San Felice Circeo, dove il ragazzo prese le redini dei Cantieri Navali Belmonte, che erano state in mano al suo bisnonno Vincenzo, a suo nonno Arnaldo, a suo zio Corrado e a suo cugino Enrico; era lui l'ultimo in linea dinastica, e per questo gli toccò l'importante compito di continuatore dell'antico mestiere di costruire navi, che stavolta avrebbero solcato i mari per obiettivi di pace.
La Gritti, ora signora Belmonte, divenne la regina del circolo del tennis ma senza perdere la sua sobrietà e la sua arguzia: Alessandro e Cristina approvarono la scelta del figlio; i due giovani ebbero tre figli, che chiamarono Vincenzo, Arnaldo e Pietro, come i cari scomparsi della famiglia Belmonte.
Rinaldo ed Elsa vissero la loro vita tra amore e lavoro, nella semplicità dei ritmi di quel paese da cui erano scappati, ma che avevano sempre amato: furono loro a veicolare a San Felice Circeo le novità che attraversarono l'Italia, con la loro tipografia; rimasero per sempre amici di Tiberio ed Irma, ed ebbero anch'essi tre figli: li chiamarono Oreste come il signor Filomusi, Maurizio come il fratello della giovane ed Iris, che era morta per salvare l'unico uomo che avesse mai amato, ossia il giovane Marini.
Alba e Giulio Spinelli tornarono anche loro a San Felice Circeo, nella villa sulla collina che aveva permesso loro di essere felici, anche se in modo diverso da come avevano sognato: rimasero lassù a sorvegliare, come numi tutelari, la vita che continuava, anche dopo la morte.
La guerra era alle spalle, le macerie stavano per essere ricostruite; finalmente vivevano in pace.

Fine

Storia d'amore e di guerra - Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora