Una passione ardente

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Anzio, 28 gennaio 1944

Giada passò una notte insonne: sognò di essere a San Felice Circeo con Enrico, uscivano da Villa Belmonte mano nella mano; a un certo punto una figura vestita di nero con un fucile in spalla si parò davanti a loro: era Rinaldo, e lasciò partire un colpo centrando il petto di Enrico, poi un altro.
La ragazza si era svegliata di soprassalto, tutta sudata nonostante fosse la fine di gennaio; pensò che quel sogno che aveva fatto non fosse poi così lontano dalla realtà: d'altra parte Enrico e Rinaldo erano arrivati alle mani ai cantieri navali, ma se uno dei due fosse stato armato ci sarebbe sicuramente scappato il morto.
Ritrovarsi faccia a faccia con il giovane Marini non era stato come se lo immaginava: non aveva scelto né lui né Belmonte, non avrebbero dovuto avere nemmeno un motivo di rancore tra di loro, ma nemmeno nei suoi confronti.
Lei era stata letteralmente mandata ad Anzio con la forza, dopo quello scandalo di cui aveva parlato tutta San Felice Circeo per due giorni, fino a quando non era avvenuto lo Sbarco degli Alleati.
Dedicarsi agli altri era, per la giovane Spinelli, la maniera più adatta per non pensare; ritrovare persone amiche direttamente da Roma - come Luisa, Doriana e Astrid, divenute tutte crocerossine senza esitazione - aveva reso quello strano soggiorno con colpo di scena un po' meno tremendo.
Quando arrivò, trovò Elsa e Iris che avevano momentaneamente fermato le loro mansioni per ascoltare la radio.
<< Hanno detto il nome di qualcuno? >> domandò subito, avvicinandosi alle due sanfeliciane.
<< Sta parlando di Tiberio, in un certo senso >> spiegò subito la Filomusi.
<< È a Montecassino, a liberare il confine dai Tedeschi >> aggiunse la Cataldo.
La battaglia di Montecassino era cominciata da più di dieci giorni, e la Resistenza italiana si distingueva per la cacciata dell'esercito tedesco dalla linea di confine, che attraversava il paese di Cassino.
A un certo punto lo speaker radiofonico cominciò ad elencare i nomi delle vittime: le tre ragazze stettero col fiato sospeso, nel timore di sentire le parole "Tiberio Belmonte"; non venne pronunciato. Tirarono tutte un sospiro di sollievo.
<< Meno male che non è tra di loro... Non avrei mai potuto sopportarlo, si è speso sempre molto per me >> dichiarò Iris.
<< Non voglio immaginare come stia Annalisa, in questi momenti... >> immaginò Giada.
<< Annalisa si occupa della resistenza via radio, insieme a Orlando Neri. Fortunatamente ha materiale per distrarsi da troppa preoccupazione >> rispose Elsa.
<< Ragazze, avete finito di ascoltare il bollettino di guerra! Dai, che c'è un sacco da fare... >> le richiamò Giuliana Orsini in tono spiccio.
<< Dobbiamo andare a lavorare >> disse subito Elsa, portandosi appresso Iris, la quale avrebbe sicuramente passato la giornata ad evitare in qualsiasi modo che Giada e Rinaldo si ritrovassero di nuovo l'uno di fronte all'altra.
<< Vado a vedere se c'è bisogno di una mano... >> si inventò la Spinelli, ma la sua intenzione era un'altra: cercare Rinaldo, tentare la strada del dialogo.
Riconobbe la sua alta figura svettare tra la gente che affollava il porto.
<< Rinaldo! >> lo chiamò.
Il giovane si girò, incamminandosi a passo svelto verso di lei.
<< Si può sapere che vuoi? >> domandò bruscamente.
<< Perché ce l'hai tanto con me? Io sono stata chiara sia con te che con Enrico, ma almeno lui mica ha fatto questo casino! >> esclamò la Spinelli, guardandolo negli occhi.
<< Enrico, certo... Ma lui è un Belmonte, lui si sa controllare. Sono stati tutti inquadrati da piccoli, pretendevi forse lo stesso dal figlio di un tipografo? >> la sfidò Marini.
<< Che c'entra questo? >> lo incalzò lei.
<< Che c'entra? Mi chiedi che c'entra... C'entra che sia te che Iris mi avete fatto a pezzi, ma la differenza è che lei e io siamo fatti della stessa pazza ed è stata raggirata da una promessa. Tu sei peggio perché ci hai usati tutti! Quando la guerra sarà finita te ne andrai a Roma a fare la tua bella vita e ti dimenticherai anche che ci hai conosciuti... >> le rinfacciò lui.
<< Ma vaffanculo, Rinaldo! Questo non è mica vero! >> ribatté l'una.
<< Dimostramelo con i fatti allora! >> insistette l'altro, attirandola a sé.
Erano vicini come non era mai capitato loro prima di quel momento.
Come presa da un raptus, gli prese il viso tra le mani e lo baciò; Rinaldo le mise le mani sui fianchi e rispose al bacio.
Era una passione ardente che avevano represso troppo a lungo per non avere libero sfogo; si dileguarono sulla spiaggia, lontani da tutto e da tutti.

Storia d'amore e di guerra - Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora