Il partigiano e la volontaria

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Anzio, 28 gennaio 1944

Gli sbarchi continuavano in quegli ultimi giorni del primo mese dell'anno, tanto che in giro per Anzio sembrava di vedere più Americani, Inglesi, Francesi e Sovietici piuttosto che autoctoni; arrivavano in condizioni di fortuna, spesso senza sapere una parola d'italiano e avendo un'età talmente verde da credere ancora che la guerra fosse qualcosa di glorioso e necessario: fortunatamente questi ultimi avevano un grande cuore, e si occupavano di questi ragazzoni venuti dal mare come se fossero i loro figli, padri, mariti e fratelli.
Sembrava che tutte le categorie facessero a gara a chi fosse più altruista: gli abitanti di Anzio, le crocerossine, i partigiani e tutti i dissidenti del regime fascista che non fossero stati deportati o arrestati.
Non si capiva più chi fosse lì per caso, chi per generosità e chi per guadagnarci qualcosa, ma pareva di vedere, dal di fuori, un'unica grande famiglia dove nessuno stava con le mani in mano.
Fu questo spettacolo che accolse Rinaldo, alla fine della sua camminata da Nettuno: era stanchissimo e l'unico suo desiderio sarebbe stato quello di dormire, tuttavia sapeva che molti suoi compagni di altre brigate erano arrivati già lì da qualche giorno ed era suo dovere morale aiutarli senza dare segni di cedimento.
Col fucile in spalla e gli occhi bene aperti si buttò tra la folla, che sembrava non accorgersi di lui; era abituato a questa sensazione, da quando era diventato partigiano e come tale costretto a stare sempre in movimento e a scegliersi bene la gente in cui riporre la propria fiducia: quelli che incontrava potevano essere veramente genuini e ospitali, o potevano essere spie che intendevano venderlo ai Tedeschi per poche lire.
La sua attenzione fu catalizzata da una giovane donna di spalle, con lunghi capelli castani ondulati e la divisa della Croce Rossa Italiana.
<< Scusate, sapete mica dirmi se ha visto dei partigiani in zona? >> le chiese subito.
La ragazza si girò e lui vide un volto amico che lo riportò indietro nel tempo a qualche settimana prima, durante la discussione alla Taverna Filomusi sulle ceneri di Maurizio: era Elsa.
<< Rinaldo! >> lo riconobbe anche lei, avvicinandosi tenendo delle garze in mano.
<< Sei... ecco... diversa dall'ultima volta che ci siamo visti >> osservò il giovane, avvicinandosi di più.
<< Non ero tra persone amiche, allora. So che si tratta di mio padre e dei miei fratelli, ma mi sento molto più in famiglia qui >> commentò la giovane, mostrandogli le altre sue colleghe al lavoro.
<< Anche per me Maurizio era il fratello che non ho mai avuto. E Tiberio, che sta marciando verso Montecassino >> dichiarò il partigiano.
<< A tua madre hai più scritto? >> chiese la crocerossina.
<< Le ho mandato un telegramma. Le sue lettere non le sopporto, sono troppo amene. Fa quasi finta che la guerra non ci sia >> confessò lui.
<< Magari è la sua maniera di affrontarla, la guerra. Dopotutto la pensione l'ha aperta quando è rimasta vedova >> gli ricordò lei.
<< Sei troppo buona >> osservò il ragazzo.
<< Forse, ma è proprio per questo che la devo ringraziare >> fece una voce che Rinaldo non sentiva da tre anni.
<< Iris? >> sussultò, ritornando con la mente a quel mattino di gennaio, in cui veniva a bussare alla porta di casa per dirgli addio.
Si era dato perfino la colpa, all'epoca.
L'aveva già soppiantata con Giada allora, ma la sola idea che la Cataldo avesse scelto di vendicarsi col più fascista tra i sanfeliciani gli rendeva schifoso perfino il suo nome, o il suono della sua voce.
<< Rinaldo... Sapessi quanto ho aspettato questo momento... >> continuò la ex commessa del forno di San Felice Circeo, avvicinandosi a lui, che rimase impietrito.
<< Pensavo che non avresti mai lasciato Menotti >> rispose meccanicamente.
Elsa percepì il disagio tra i due.
<< E invece non l'ho mai amato, ma ora lo disprezzo per cose che ti spiegherò, se mi darai il tempo >> sorrise lei, speranzosa.
<< Non so se mi interessano le tue motivazioni >> replicò Rinaldo, in tono lapidario.
Iris non seppe come controbattere, era letteralmente interdetta.

Storia d'amore e di guerra - Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora