Coincidenze

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Roma, 10 aprile 1944

Il convento di Santa Maria Maggiore era un vero e proprio via vai in quei giorni: le suore accoglievano la gente in fuga dall'Italia, evitavano che essa finisse nelle grinfie del sistema nazifascista ormai agli sgoccioli, si tenevano in contatto con persone magnanime influenti e con la Croce Rossa Italiana per fornire a tutte quelle povere persone passaporti falsi cosicché potessero rifarsi una vita altrove.
Da ambedue le parti Elena era piena d'orgoglio: infatti, da quando Orlando Neri aveva coinvolto sua cugina Annalisa nelle attività di Radio Libertà, ed Elsa aveva deciso di mettere la sua vita al servizio della cura e dell'assistenza, sentiva che Dio le avesse messo sulla strada non solo persone meravigliose, ma anche esempi da seguire; la posizione dei conventi era diventata difficilissima negli ultimi anni, ma sapere che tutti i suoi parenti e amici facevano la loro parte rendeva ad Elena il gravoso compito molto più facile.
Da quando aveva perso suo padre e suo cugino Cesare, aveva capito che la religione potesse essere la sua strada e che Suor Teresa fosse una guida spirituale eccezionale: sapeva bene che la maggior parte delle consorelle l'avrebbero guardata come troppo giovane e privilegiata, ma che quest'ultima, invece, non l'avrebbe mai giudicata.
Sua madre, invece, non aveva perso un minuto a farlo, sostenendo che a ventun anni fosse troppo presto per prendere i voti, e che una Belmonte non ne avesse alcun motivo; al contrario di quanto Viola pensasse, però, ad Elena la vita da novizia piaceva: amava svegliarsi al mattino presto, per recitare le lodi, quando l'alba doveva ancora sopraggiungere e il silenzio era interrotto solo dai passi delle suore e delle novizie.
Quel mattino si era alzata particolarmente presto per leggere qualche salmo dell'Antico Testamento prima di entrare nella cappella, seduta vicino alle colonne del portico: era il momento migliore della giornata, per lei.
<< È un vero peccato che una ragazza così bella voglia farsi suora! >> esclamò una voce maschile.
Elena si voltò e si accorse che apparteneva ad un ragazzo alto e magro, con i capelli biondo scuro e gli occhi nocciola.
<< Non sono ancora una suora, ma una novizia. E vorrei leggere se non ti dispiace >> tagliò corto la giovane Belmonte.
<< Che cos'è, la Bibbia? >> non si arrese lo sconosciuto.
<< L'Antico Testamento, ma non credo che tu possa capire, se lo dici con quel tono di sfottò >> puntualizzò lei.
<< Preferisco altre letture, ad esempio il Capitale >> rispose lui.
<< Sei comunista? >> chiese l'una, come se avesse avuto un deja vu.
<< Fino all'ultima fibra del mio essere. Aldo Fabbriconi, onoratissimo! >> si presentò l'altro, simulando un inchino.
<< Elena Belmonte >> replicò la prima.
<< Belmonte? La cugina di Annalisa e Tiberio Belmonte? La sorella di Enrico Belmonte? >> si illuminò il secondo.
<< Come fai a conoscere mio fratello e i miei cugini? >> volle sapere la notizia.
<< Facile: Enrico Belmonte è un imprenditore illuminato, ed è sceso in prima fila con gli operai durante uno sciopero! Poi Annalisa è una cantante straordinaria e Tiberio... Che dire, siamo stati nella stessa brigata! >> raccontò il comunista.
<< La Brigata Marittima? Quindi conosceva anche Rinaldo Marini e Maurizio Filomusi? >> lo incalzò Elena, e al nominare l'uomo che aveva amato il suo cuore batté più forte.
<< I mitici sanfeliciani, certo che li ho conosciuti! Specialmente Maurizio che era la nostra guida, era talmente comunista da sembrare Marx reincarnato! >> continuò Aldo, perdendosi nei ricordi.
Parlare del passato, però, stava diventando pericoloso per la giovane Belmonte, che decise perciò di troncare quella conversazione.
<< Devo andare alle lodi >> disse velocemente.
<< Non ti preoccupare, io ti aspetto! Finché non mi arriveranno i documenti ti aspetto! >> le gridò dietro il giovane appena conosciuto.
Elena sperò che nessuna delle consorelle avesse sentito quelle parole.


Storia d'amore e di guerra - Il ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora