Verrai, verrai,
all'albero verrai,
cui hanno appeso un uomo che tre ne uccise, o pare?
Strani eventi qui si sono verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.
Una donna, un uomo, due bambini. Sembra una piccola famiglia felice, che sta passeggiando in un prato, i bambini corrono e raccolgono fiori mentre gli adulti si tengono per mano. Un posto paradisiaco, sembra che appartenga ad un altro mondo. Qualcuno inizia a fischiare un motivetto di quattro note, ma con un qualcosa di inquietante. All'improvviso c'è una scintilla, e si scatena un incendio. I genitori disperati sono separati dai piccoli da un muro di fiamme, e mentre il fuoco divampa, una voce grida: "Se noi bruciamo, voi bruciate con noi!" Tra le fiamme, un'ombra inghiotte i bambini, e dopo qualche istante l'incendio sparisce, senza lasciare neanche un filo d'erba carbonizzato. Come se non ci fosse mai stato un incendio. La donna caccia un urlo agghiacciante mentre si accovaccia e inizia a piangere. Solo che quelle non sono lacrime. Sangue.
Mi sveglio di soprassalto, la fronte imperlata di sudore. Accanto a me Peeta dorme beatamente, e nell'altro letto anche i bambini sembrano stiano facendo sonni tranquilli. Guardo la sveglia sul comodino, sono le cinque del mattino e mi trovo ancora nel distretto 4, ospite di Annie: questo è l'ultimo giorno di vacanza in questo bellissimo posto, oggi pomeriggio torniamo nel 12. Annie e Finnick Jr. no, loro rimangono qui, visto che a Johanna era già stato dato il permesso di lasciare il 13, e questo vale anche per Gale. Credo che quando si sveglierà gli chiederò dove abbia intenzione di andare. Ho una mezza idea di rimettermi a dormire, ma non voglio sprofondare di nuovo in un altro incubo, ma mi corico lo stesso rivolta verso Peeta. Osservo i suoi lineamenti perfetti, le palpebre che coprono quel paio di meravigliosi occhi azzurri, il naso dritto, le labbra dall'aspetto così delicato... quella bocca che ci ha salvati per tante volte, con la sua abilità di capovolgere la situazione sempre a proprio favore. Per questo lo amo, e non solo. Lo amo per la sua dolcezza, per come tiene le redini della situazione sempre ben salde in mano, per come riesce a controllarsi durante i suoi attacchi nervosi affinché non mi strangoli, per il suo essere altruista. Lo amo perché esiste. Perché non mi ha mai abbandonata. Farei un elenco infinito dei motivi perché io amo Peeta, perciò metto da parte tutti i pensieri, anche se meravigliosi, per restare a guardarlo, e intanto le mie palpebre si fanno sempre più pesanti.
Quando mi risveglio lo faccio senza incubi anzi, ho la vaga sensazione di aver avuto un sogno. Eh già, ogni volta che faccio un incubo e penso a Peeta, in qualche modo lui fa sì che io mi senta molto meglio e mi riaddormenti. Sopra di me sporge una testa bionda. No, non è Peeta, bensì Finnick.
-Eh ma nel tuo dizionario la parola "mattutinità" non esiste Katniss?- mi dice lui con fare scherzoso.
Guardo l'orologio, sono le dieci passate, e tiro un cuscino a Finnick, il quale non se lo aspettava e cade giù a terra per il forte impatto con il cuscino, e ci mettiamo tutti e due a ridere.
-A casa mia metto la sveglia, ma qui me ne sono dimenticata.- mi giustifico.
-Ok, non fa niente, ora dai, cambiati e vieni giù a fare colazione, dobbiamo decidere l'itinerario da fare oggi prima della partenza.- mi risponde mentre mi restituisce il cuscino.
In dieci minuti eccomi giù nella sala da pranzo, dove al grande tavolo ci sono tutti, chi dall'aria assonnata, come Gale, e chi già dallo sguardo vispo, come i bambini. Mi siedo vicino a Peeta, mi verso una tazza di caffè, prendo un biscotto e ascolto Haymitch il quale già stava parlando quando sono arrivata.
-Buongiorno dolcezza, molto mattutina eh?- mi saluta,- ti aspettavamo per decidere dove andare e che treno prendere oggi pomeriggio.
-Sapete, oggi vi vorrei tanto portare nel posto dove Finnick senior amava tanto andare- dice Annie- Questo distretto è famoso per il mare, ma questo non vuol dire che ci sia solo quello. Ci sono anche selve, campagne, fiumi. Io avevo in mente di andare in un posto il quale credo non sia mai stato visitato da altre persone prima di noi due. Non vi dico di che si tratta, solo che andremo a piedi.
-Annie cara, noi stasera dobbiamo fare un altro viaggio estenuante per tornare a casa, non è una buona idea- ribatte Johanna. Ma la vera Johanna ribatterebbe in un modo molto più cruento... che le sarà mai successo?
-Non ti preoccupare, ci vuole un'ora di cammino per arrivare fin lì, non è una tragedia- risponde Finnick. Allora anche lui sa del posto segreto.
-Ma per essere già organizzati, decidiamo quali treni prendere oggi, giusto per essere in orario.- interviene Peeta- Noi che torniamo nel 12 non c'è problema, prendiamo il treno delle sei. Sì, arriveremo tardi a casa, ma almeno godiamoci questo giorno, no?
Mamma e Haymitch annuiscono, e anch'io faccio lo stesso.
-Io torno nel 2- dice Gale.
-Insieme a me!- lo completa Johanna.
Restiamo sbigottiti dall'annuncio, sinceramente nessuno di noi se l'aspettava, e Gale ricomincia a parlare.
-E che avete ora? Ci siamo innamorati, che problema c'è?! Prima ci stavamo antipatici e non stava bene a nessuno, ora ci amiamo e non va bene lo stesso?
-No, Gale, no, siamo solo sorpresi. Non ce lo aspettavamo proprio da voi due. Fino a due settimane fa vi evitavate, e ora niente vi sembra che vi possa separare. È un gran cambiamento.- lo calma Annie.
-Questo è amore a prima vista, cara- dice Johanna, sempre con lo sguardo rivolto verso Gale, e poi si danno un lungo e appassionato bacio.
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Hunger Games 15 anni dopo...
FanfictionQuindici anni dopo la Rivoluzione, Katniss ha una vita normale con Peeta, ha due figli, sua madre vive con loro e tutto sembra andare bene. Fino a quando... IL LIBRO È IL SEQUEL DI HUNGER GAMES.