-Chi? Chi è stato?- chiedo impaziente. Non vedo l'ora di ucciderlo, chiunque sia.
-Katniss, non credo ti piacerà saperlo...- mi ammonisce Gale. Evidentemente lui lo ha saputo prima di me.
-Lo voglio sapere adesso. - dico con il miglior tono intimidatorio che posso trovare in questo momento.
-Signora, si tratta di James Crane, il vincitore dei 76esimi Hunger Games nonché capo non ancora catturato dei ribelli capitolini- riferisce la soldatessa -lo stesso che ha ucciso Beetee Latier qualche mese fa.
Il mio cuore ha perso un battito a quel nome: quel ragazzo... che avevamo lasciato vivere perché vincitore... si era vendicato e si sta vendicando su di noi. Rimango sbigottita, non so che dire, e vedo Gale con la mia stessa espressione, mentre mormora: -Allora era lui...
-Cosa?- gli chiedo.
-Katniss, ora non prendertela con me, ma neanch'io non sapevo che James fosse l'assassino di Beetee. Lui non era neanche venuto nel 2, ma l'appuntamento per le strategie ce l'avevamo. Solo poco dopo scoprii che era stato ucciso da una persona misteriosa e credimi, non ci posso credere.
Sento la rabbia montare in me, non perché Gale ci ha mentiti, ma perché quel ragazzo si è permesso di far fuori un mio caro amico e mandare in coma mio figlio.
-La pagherà cara...- sussurra Peeta, evidentemente anche lui più rabbioso che mai.
-Me ne devo andare al più presto da qui, devo fare qualcosa, ma come? - gli chiedo facendo un cenno alla mia gamba.
-Ho un'idea- risponde con un sorriso.
Una dozzina di punture nella gamba dopo, digrigno i denti scacciando l'istinto di urlare per il dolore: anche se già sapevo cosa significasse, mi sono fatta fare di nuovo le punture miracolose per guarire le ossa. Adesso me ne sto pentendo amaramente, e intanto mi lascio scappare qualche colorita bestemmia verso Peeta. In fondo l'idea è stata sua e lui ha insistito a fare le punture, perciò adesso se ne sta seduto accanto al mio lettino e ridacchia incassando le ingiurie contro di lui. È il massimo che potrebbe fare in queste occasioni.
-E tu che hai da ridere?- dico trattenendo a fatica un urlo.
-Sei... buffa quando bestemmi. -mi risponde ridacchiando.
-Ok va bene, ma ora piantala e vai a chiedere subito della morfamina, altrimenti rischio di svegliare mezzo ospedale.
-Va bene- brontola, poi si fionda fuori alla ricerca di un dottore. Dopo cinque minuti il dolore c'è ancora, ma va molto meglio rispetto a prima.
-Ehi, scusami per prima... ero fuori di me per il dolore.- mormoro a Peeta quando riesco a calmarmi.
-Va tutto bene, non fa niente. Solo da te accetto bestemmie e ingiurie- risponde con un mezzo sorriso. Io mi lascio sfuggire una risata.
-Ma non esageriamo, altrimenti mi prenderanno per cattiva moglie.
-Tu non sarai mai una cattiva moglie. Tu sarai per sempre Katniss Everdeen, anzi no, Katniss Mellark, mia moglie, la migliore.- dice dandomi un bacio.
Ora non so come abbia fatto, ma di colpo non sento più alcun dolore da nessuna parte, come se mentre mi bacia venissi protetta dalla sua aura. Una sensazione di felicità si propaga nel mio petto, per un attimo non ho più né tristezza, né angoscia o rabbia, solo amore e serenità. Peccato sia durato poco, ma almeno ora mi sento molto meglio.
La sera tardi il dolore è passato del tutto, ma riesco a camminare solo se appoggiata ad un bastone: il dottore dice che sia una cosa di pochi giorni, giusto perché la gamba riprenda forze. Gale è tornato in albergo dagli altri, perciò siamo solo io e Peeta nella stanza, seduti al tavolino. Io mangiucchio un cosciotto di pollo mentre lui guarda il telegiornale alla TV. Anche se sono concentrata sulla mia cena riesco a coglierne qualche notizia: i ribelli capitolini sono braccati in tutta Panem, alcuni di loro sono stati catturati e interrogati senza però risposte valide. In un suo discorso, la Paylor dice: -Sembra stia per iniziare una nuova rivolta. I ribelli stanno man mano aumentando, senza motivo di "arruolarsi". Adesso stiamo cercando di tenerli a freno, ma non assicuriamo niente. Temo ci serva qualcosa di potente per sedarli.
-Sì, certo.- bonfonchio.
-Servi tu, serve la tua figura per intimidirli e sradicare in anticipo la possibile rivolta.- dice Peeta.
-Non ho intenzione di immischiarmi in niente, oppure sì, ma solo per vendicare Fin. In ogni caso, voglio solo uccidere Crane.
-Questo vuole anche la Paylor, crede che un ottimo modo per fermare tutto sia fare fuori il capo dei ribelli. Katniss, pensa che succederebbe se tu fossi l'assassina dell'assassino. Non solo avresti vendicato nostro figlio, avresti anche la soddisfazione di aver ucciso anche l'ultimo dei sopravvissuti agli ultimi Hunger Games. Se fossi in te, mi farei avanti e combatterei.
Sono veramente stupita di come Peeta sia capace di convincermi con le sue parole. Annuisco e sussurro: -Va bene, così sia. Domani mattina mi dimettono, poi andiamo a discutere la faccenda con la Paylor, va bene?
-Sì amore- risponde con un sorriso -così ti voglio, la cara vecchia Katniss Everdeen, quella che è riuscita a tirarci fuori dai guai con il suo coraggio e la sua combattività. Tu combatti e io sarò sempre accanto a te.
Mi sento letteralmente sciogliere da quelle parole, Peeta sa sempre come convincermi a fare di tutto, e per questo lo amo.
-Allora preparati a imbracciare il fucile, la Ghiandaia è tornata- rispondo con un ghigno.
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Hunger Games 15 anni dopo...
FanfictionQuindici anni dopo la Rivoluzione, Katniss ha una vita normale con Peeta, ha due figli, sua madre vive con loro e tutto sembra andare bene. Fino a quando... IL LIBRO È IL SEQUEL DI HUNGER GAMES.