capitolo 4

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-AIUTATEMI- il volto di mia madre si trasformò in una smorfia di dolore, mentre cadeva a terra con una macchia di sangue nel petto, non potei fare nulla.

I miei occhi si aprono, ormai ci ho fatto l'abitudine, gli incubi si ripetono ogni notte, da ormai due settimane.
le giornate si sono svolte normalmente, qualche rissa con Lynn ma per fortuna non molte.
La cena con la Strega alla fine non si è potuta fare, Lizzy stava male o altre cretinate del genere.
-Ti voglio bene tesoro- dice mia madre, poi esco.
Accendo la mia solita sigaretta e mi avvio verso scuola, qui trovo Lynn con un tremendo ghignetto sulla faccia, "faccia da culo" penso, e con un sorrisetto strafottente e "First date" nelle orecchie, la oltrepasso senza molti commenti. È bello osservare le persone con il sottofondo musicale, perché ti sembra osservare tutto da un'altra prospettiva, con altri pensieri. Getto a terra la sigaretta e mi siedo su un muretto, controllo di avere le chiavi di casa quando sento una voce che mi chiama -Ei Sam- mi volto sorpresa e mi ritrovo Cole a due centimetri dal viso -Come va?- non accenna a spostarsi vedo -Bene... Che ci fai qui?- gli chiedo io -Volevo vedere te- queste parole mi fanno strabiliare, è possibile? -Ti penso spesso sai, mi piace immaginare il tuo viso, è bello- la naturalezza con cui dice queste parole è incredibile -Ti va di saltare la scuola oggi? Tanto è sempre la stessa merda no?- gli sorrisi e uscimmo insieme da quel maledetto posto.
Incominciamo a scherzare e prenderci in giro, parliamo di musica, di arte e di libri. È così strano parlare di queste cose con un mio coetaneo, perché i miei gusti sono parecchio insoliti, poi anche perché nessuno mi rivolge mai la parola...
Cole invece è un ragazzo strano, come me, sembra nascondere un segreto che non conosce nemmeno lui, non sorride spesso, porta di sé tanta rabbia... non ci siamo ancora parlati delle nostre esperienze troppo personali, non ne sentivamo il bisogno e non volevamo distruggere la bolla di innocenza che ci eravamo creati intorno.

Nei giorni seguenti ci trovammo ancora durante le mattine e il quinto giorno riuscii a porgli la domanda che mi tenevo dentro da tanto -Come mai hai lasciato la scuola?- lui non si fece strano o cose simili ma rispose semplicemente -Non volevo essere un altro automa del sistema, poi tutti i grandi geni hanno mollato, per cominciare a vivere di testa loro- mi piaceva come risposta, perché era la pura verità.
Era sera, e ormai eravamo sotto casa mia -Ci vediamo Cole- gli dissi e lui mi guardò, sembrò esitare e trattenere il respiro per un istante poi la sua mano mi prese dietro il collo e mi avvicinò a sé, le nostre labbra si sfiorarono -Mi piaci tantissimo Sam- disse il ragazzo con un sorrisetto e mi scoccò un bacio sulla guancia, per poi sparire nel traffico.

Salii le scale ancora frastornata e arrivai a casa, cenai ed evitai le domande dei miei genitori come al solito, quando stavo per risalire in camera mio padre mi fermò -Sam, oggi io e tua madre andremo ad un ricevimento molto importante, quindi starai da sola in casa- molto strano, i "ricevimenti importanti" di solito si fanno prima di cena... se volevano andare a scopare bastava dirlo, ma evito di dirlo ad alta voce -Ok- con questo salii le scale ed andai in camera.
Verso le dieci sentii la porta dell'ingresso chiudersi, segno che i miei erano usciti, alzai il volume della musica e "Pride" degli U2 riecheggiò per la mia camera. Mentre stavo facendo alcuni bozzetti di un disegno sentii alcuni battiti provenienti dalla mia finestra, mi affacciai e vidi Cole, intento a lanciare pezzi di vetro.
Appena mi vide mi sorrise e senza che io dicessi nulla, si arrampicò sulla scala antincendio ed entrò in camera mia. Mi sedetti sul letto e lui si mise accanto a me, si distese e io feci lo stesso accanto a lui, mi guardò intensamente, ormai quelle lame non mi trafiggevano più, da lame i suoi occhi si erano trasformati in due profondi pozzi neri, ed io avevo paura di annegarci. Si avvicinò al mio orecchio -Non riesco a starti lontano Sam...- la sua voce era un sussurro -Faccio certi pensieri su di te... Tanti pensieri- capii a cosa intendeva, arrossii impercettibilmente -Esci dalla mia testa Sam, ti prego...- guardò le mie labbra poi di nuovo me, il suo volto si avvicinò -Ti prego...- ormai le nostre bocce si sfioravano -Ti prego- dissi io e ci baciammo.
Non fu uno di quei baci da ragazzi arrapati, fu uno di quelli belli, semplici ma pieni di verità nella loro semplicità.
Non avevo mai baciato nessuno, l'unica eccezione era un mio compagno d'asilo di cui non ricordo più il nome, ma Cole fu il mio privo vero bacio, e fu importante per me, mi piacque moltissimo.
Ci staccammo ed io non potei fare a meno di sorridere -Sono uscita dalla tua testa?- mi guardò di sottecchi -Non ancora, temo che ora il caso sia ancora più grave...- mi sporsi verso di lui -Ritentiamo subito allora- e lo baciai.
Cole era un ragazzo speciale, così simile a me anche se non ci conoscevamo ancora perfettamente, innocenti. Liberi. Pazzi.
In quei momenti... Infinitamente folli.

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