capitolo 15

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Mi sveglio.
E vedo la mia vecchia stanza illuminata dalla mia fottuta vecchia lampada del cazzo.
Sento qualcosa di freddo sulla fronte, ghiaccio.
Faccio per alzarmi ma un forte dolore alla testa mi fa restare sul materasso.
Sento dei passi avvicinarsi, mia madre entra nella stanza con un vassoio in mano.
-Ei... ti sei svegliata finalmente, hai dormito per due giorni da quando sei tornata dall'ospedale-
Ospedale? Ma di che cazzo sta parlando? Dov'è Cole?

-TI AMO! QUALUNQUE COSA ACCADA!!-

Ricordo quelle ultime parole, che sia finito in ospedale?
Non potrei sopportarlo.
Mia madre appoggia sul comodino un vassoio con la colazione ed il pranzo, un bicchiere di succo d'arancia e qualche fetta di pizza surgelata.
-Vuoi che metta qualche cd?-
Annuisco leggermente
-Ludwig Van Beethoven-
Anche se non la riesco a vedere bene a causa del mal di testa, scorgo l'ombra di un sorriso sul suo volto ormai triste e monotono; quando ero piccola, ascoltavamo Beethoven con mio padre quasi ogni giorno mentre giocavamo a Monopoli.
-Fammi sapere se ti serve qualcosa-
Quando fece per uscire la fermai
-Cosa è successo? Dov'è Cole? Perché sono finita in ospedale?-
Vidi mia madre irrigidirsi e rabbuiarsi.
-Ti diremo tutto ciò che vuoi sapere quando recupererai tutti i ricordi di quella notte, Richard ha detto che hai avuto un leggero trauma e non sarebbe... opportuno, dirti tutto subito-
Senza lasciarmi tempo di replicare, uscì.

Bam. Il botto della porta.
Bam. La porta in fiamme della casa di Cole che cade sul selciato.
La vedo continuare a bruciare, fiamme...
La vedo scurirsi, sgretolarsi; cenere...
Fiamme, cenere.

Due lacrime sgorgano nei miei occhi mentre la nona sinfonia di Beethoven domina nel silenzio della mia stanza.

cinque giorni dopo•

Tutto.
Ricordo tutto, devo sapere cosa è successo e perché non sento più notizie da Cole, gli incubi sono tornati ed ora è sempre lui.
L'Alfa. Che mi assilla la mente e non mi fa dormire dalla paura.
-Mamma... Ricordo tutto, devo sapere-
Mia madre mi guarda e annuisce.
-Sta sera dopo cena ti racconteremo tutto, ma sappi che tra un anno, quando i soldi saranno abbastanza e se non riuscirai ancora a dormire, ti porteremo da uno psicologo-
Non faccio una piega, se fossi in lei mi farei ricoverare pure io.

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