Ladri del tempo --terza reunion--

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6/maggio 2022

Uno scambio di sguardi.

Ivan si girò a lanciargli un'occhiata di sfuggita, prima di ridargli le spalle.

Un altro scambio di sguardi, stavolta più deciso, convinto.

Neanche il tempo di poterlo decifrare, che Ivan tornò dalla cucina, tirando a sé come una calamita l'attenzione dei due ragazzi.

I loro occhi seguivano cauti i movimenti del padre di Christian, che sembrava aver finalmente avuto la buona idea di andare a letto. L'intensità era tale che all'uomo fu impossibile non accorgersi di quei quattro occhietti spalancati che lo seguivano con tanta meticolosità.

Ricambiò le loro occhiate leggermente stranito.
"Io ora vado a letto. Tanto ormai la vedo male" aggiunse poi.

"Notte pa'", lo salutò Chri.

"Notte Ivan"

"Notte ragazzi... vedete di non svegliarvi a mezzogiorno domani, non fate troppo tardi"

I due ragazzi annuirono. Finsero di distogliere l'attenzione da lui rivolgendo lo sguardo verso la partita che teoricamente stavano guardando, ma l'orecchio rimase ben teso nel cercare di captare il momento esatto in cui i suoi piedi avrebbero definitivamente lasciato la stanza, e possibilmente il piano.

Quando finalmente di Ivan sembrava non esserci rimasta più traccia, Matti tornò a cercare lo sguardo di Chri. Alzò le sopracciglia come per domandare: "E adesso?", ma l'altro sbarrò gli occhi e scosse impercettibilmente la testa: "Ancora no".
Matti alzò gli occhi al cielo, per poi spostarli verso il corridoio dal quale era appena uscito Ivan. Si rigirò a guardare Christian, e fece roteare stavolta con sguardo insistente gli occhi dal corridoio vuoto a lui, a ripetizione. Ma Christian tirò su una mano, per fargli segno d'attendere ancora un pochino.
Dopo un paio di minuti infatti, come volevasi dimostrare, Ivan sbucò silenziosamente dal corridoio. Si diresse spedito verso la cucina, ma non prima di aver lanciato un'occhiata sfuggente ai due ragazzi, fortunatamente ancora stesi alla stessa identica distanza di sicurezza a cui li aveva lasciati poco prima sul divano. Prese il telefono che aveva assolutamente per caso lasciato sul tavolo, e dopo avergli rivolto un'altra occhiata veloce per essere sicuro di non essersi lasciato sfuggire qualche dettaglio importante, fece per andare via.

"Avevo dimenticato questo. Eh oh, a volte perdo la testa anch'io".
E così com'era entrato, sparì dallo stesso corridoio.

Matti allora spalancò gli occhi in sincera sorpresa, con la domanda "Ma sul serio?" che gli si poteva leggere in fronte. Perché si, sapeva della paura che i genitori di Christian avevano che tra loro ci fosse più che amicizia, ma non si aspettava certo degli inganni del genere per beccarli in flagrante. L'altro invece fu ben felice di rispondere con lo sguardo saccente del "Io te lo avevo detto".
Avuta questa conversazione fatta di sguardi complici che visti da fuori gli avrebbero fatti passare per pazzi, Christian finalmente allargò le braccia, per fare segno a Mattia di buttarcisi in mezzo; nonché il semplice motivo di tutto quel casino di sguardi.

"Lo so, mio padre sa essere un rompicoglioni" sussurrò piano.

"Noooo, ma chi? Ivan? Quando mai"

Christian lo spintonò leggermente mentre rideva, prima che il ragazzo più piccolo si rincantucciasse in mezzo al suo corpo sdraiato, poggiando la testa tra la sua spalla e il petto.

"Finalmente" sospirò Mattia, inclinando la testa per ammirare quel viso che finalmente poteva ritrovarsi così vicino.

Certo, non che stessero davvero morendo dal bisogno di stare attaccati, o che non riuscissero a stare nella stessa stanza lontani; anzi, erano ormai abituati a contenersi il più possibile quando stavano in compagnia delle famiglie... però, aversi così vicino, dopo che 900km di distanza li tenevano separati costantemente, e non potersi toccare, doversi limitare ancora, era una sensazione che col passare dei minuti gli faceva uscire di testa. Non potevano fare a meno di cercare continuamente gli occhi dell'altro, che a sua volta ricambiava con lo sguardo di chi sa che avrebbe solo voluto averlo vicino, per tutte quelle volte in cui aveva voluto ma si era ritrovato quei maledetti km a separarli. Tanto più sui divani, che insieme ai letti erano gli unici luoghi in cui anche nella casetta di Amici non si erano mai fatti problemi ad appoggiarsi l'uno sull'altro; e dove quindi quella manciata di centimetri che li separava nella loro mente veniva storpiata, allungata e distorta in kilometri.

Seconda stella a destra ✨//One Shot su Mattia e Christian Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora