𝐈𝐈. 𝐆𝐮𝐚𝐢 𝐢𝐧 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐨 [𝐂𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞/𝐊𝐥𝐚𝐮𝐬/*]

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Qualche ora prima...

Cinque e Lilith avevano preso la macchina per andare, come loro stessi avevano ammesso, a prendere una tazza di caffè decente.
Cinque si ricordava ancora del Griddy's Doughnuts un bar ancora in piedi a qualche chilometro dall'accademia.
Arrivarono che era vuoto, poiché l'ora non era nemmeno così perfetta considerando che erano le 9.00 pm passate.

I due entrarono e si sedettero sul bancone; Cinque iniziò a premere sul campanello quando Lilith gli scansò via la mano da lì.
Subito dopo entrò un signore anziano che si sedette proprio di fianco ai ragazzi.
Dopo aver lanciato un'occhiata a Cinque e Lilith, l'uomo si mise a giocare alla settimana enigmistica, proprio mentre arrivava la donna di turno per prendere gli ordini.
«Scusate» disse «Il lavandino era intasato» spiegò e Cinque non ebbe nulla di meglio da pensare se non "come se ce ne importasse qualcosa"
«Allora...che vi porto?» chiese poi la donna tirando fuori dal taschino una penna e prendendo un taccuino; il signore rispose «Per me un bignè al cioccolato»

"Otto 2.0" pensò il moro pensando a quanto la sorella amasse il cioccolato, per lui quasi nauseante.
«Va bene» disse la donna segnandosi l'ordine. Poi aggiunse «E ai bambini cosa porto? Un bicchiere di latte?» chiese iniziando a segnarselo.
Cinque alzò le sopracciglia: la donna pensava che stessero assieme all'uomo? E che fossero dei ragazzini?
Allora sarebbe stato al gioco.
«Il bambino prende un caffè...nero...e la bambina un caffè macchiato» disse Cinque.
La donna lo guardò sorpresa e lui sorrise in modo inquietante.
«Che carini» disse, ancora confusa, all'uomo.
«Il caffè a dei bambini» la sentì borbottare Cinque.

Lui sospirò e dal nulla disse «Non ricordavo che questo posto facesse schifo» Lilith lo guardò confusa e l'anziano accanto a loro non era da meno «Ci venivo quando ero piccolo, scappavamo di casa con i miei fratelli e sorelle, e ci ingozzavamo di ciambelle» raccontò «Che bei tempi eh?»
L'anziano si scambiò uno sguardo con Lilith che fece spallucce; così alla fine lui rispose «Be' ehm, immagino di si».
La donna si riavvicinò e diede le tazze di caffè ai due e il bignè all'uomo che tese una banconota alla donna dicendo «Offro io». Cinque lo guardò sorpreso «Grazie».

«Vado in bagno, torno subito» disse Lilith allontanandosi dai due.
Mentre beveva il suo caffè a Cinque cadde l'occhio sulla giacca del vecchio e disse «Devi conoscere bene la città»
«Lo spero...ci guido da vent'anni»
«Bene...mi serve un indirizzo»
Lilith tornò dal bagno e Cinque si mise il suo indirizzo nella tasca interna della giacca.
L'anziano gli fece un cenno, prese il suo bignè ed uscì fischiettando.
Lilith e Cinque rimasero soli dentro il bar «Ti manca la tua infanzia?» chiese Lilith e Cinque fece un risolino «Non troppo...ma nemmeno troppo poco...a te invece no, giusto?» Lilith annuì «Giusto»

Non appena la bionda finì la parola la porta si riaprì e Cinque vide il nuovo arrivato dal campanello a specchio.

O meglio...i nuovi arrivati.

Sì, perché dalla porta erano entrati i membri di una loro vecchia conoscenza: la Commissione Temporale.
Anche Lilith l'aveva notato e con un cenno fece capire a Cinque che dovevano conversare e liberarsi di loro in fretta.
«Oh che velocità» disse fingendosi sorpreso «Pensavo ci volesse di più per trovarci» aggiunse.
«Okay» disse l'uomo di colore «Comportiamoci in modo professionale va bene? Ora alzatevi e venite con noi: vogliono parlare»
Lilith fece un piccolo sbuffo «Non abbiamo niente da dire» disse Cinque.
«Non deve per forza finire così» li avvertì l'uomo «Credete voglia sparare a dei bambini? Tornare a casa con questo peso?»
Lo sguardo di Cinque guizzò sul coltello da burro lì vicino e disse «Be' di questo non me ne preoccuperei» si voltò verso l'uomo e con un ghigno disse «Tu non andrai a casa».

Lilith si mosse di soprassalto cogliendo gli altri di sorpresa e Cinque ebbe il tempo di afferrare il coltello e teletrasportarsi dietro l'uomo di colore pugnalandolo nel collo mentre partivano gli spari: le luci iniziarono a lampeggiare, Lilith era scomparsa e Cinque si era teletrasportato su un tavolo «Ehi teste di cazzo» li chiamò.

Number Eight: The Suite Of The Apocalypse[VOLUME UNO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora