𝐗𝐈. 𝐋𝐨𝐨𝐩 𝐌𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞 [𝐎𝐭𝐭𝐨]

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Mi serve la vostra attenzione prima di leggere!

Il titolo non è messo a caso, questo capitolo è davvero un loop infinito tranne per l'ultimo paragrafo.

Per i primi quattro sarà tutto uguale poi inizierà a cambiare.

Se volete leggere solo il paragrafo iniziale potete farlo e passare direttamente al quinto paragrafo, dove le cose inizieranno ad essere più facili da comprendere.

Buona lettura!

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Otto si risvegliò sul pavimento di camera sua.

Fece una smorfia dal dolore: la testa le pulsava e, per un terribile istante, non si ricordò nemmeno il suo nome.

Poi, riprendendosi un po' alla volta, iniziò a ricordare cosa fosse successo: era svenuta dopo aver sentito Vanya gridare aiuto mentre una specie di ultrasuono le attraversava la testa accompagnato da un'energia distruttiva; ma non era stato solo quello: il suo riflesso nello specchio, quello con gli occhi neri...quello era apparso dal nulla e l'aveva spaventata parecchio.

Gli occhi le bruciavano, e la testa le pulsava ancora, ma riuscì a sollevarsi per rimettersi in piedi, i movimenti lenti e faticosi. I bordi della stanza erano avvolti in un'oscurità quasi palpabile, e l'assenza di luce creava ombre inquietanti sui muri.

Con un respiro profondo, Otto tentò di orientarsi. Le pareti sembravano più scure del solito, e l'aria aveva una qualità irrespirabile; non c'era traccia di suoni familiari di Grace che girava per la casa o le macchine che passavano in strada; nulla che indicasse la presenza degli altri che si trovavano in casa con lei.

Certo, Cinque dormiva, gli avevano sparato e molto probabilmente anche Lilith stava dormendo.

Otto si alzò e si diresse verso la porta, il pavimento scricchiolava sotto i suoi passi incerti.

Quando aprì la porta, la casa sembrava immersa in un silenzio surreale; I corridoi erano vuoti e il buio era denso, come se la notte fosse scesa in modo innaturale. Con un nodo allo stomaco, Otto decise di dirigersi verso la camera di Cinque, sperando di trovarli lì. I suoi passi risuonavano nel lungo corridoio, e la tensione le stringeva il petto.

Si fermò davanti alla porta della camera di Cinque, ma trovò tutto silenzioso e immobile. Aprì la porta con cautela e si affacciò, ma la stanza era vuota. Il letto era sfatto e non c'era traccia di loro cosa insolita visto che, come detto prima, Cinque era stato ferito da un proiettile e Lilith sarebbe dovuta essere lì con lui a dirgli di non fare cazzate.

Otto si allontanò in fretta, il panico che le cresceva dentro, e decise di andare verso il salotto principale nella speranza di trovare qualcuno.

Il salotto era enorme e spoglio. Le enormi finestre, solitamente illuminate, erano oscurate da tende pesanti, e la stanza sembrava avvolta in una nube di oscurità. Otto accese cercò di accendere le luci, ma nulla cambiò: era come se l'elettricità avesse abbandonato la villa. Il buio era totale, e le ombre danzavano inquietanti sui muri e sui mobili.

Otto stava iniziando a chiedersi se le stessero facendo uno scherzo di cattivo gusto quando udì un mormorio flebile e indistinguibile si diffuse attraverso la stanza, facendola voltare spaventata. Tra le ombre che danzavano sul muro, notò una scarpa col tacco che scomparì rapidamente dietro un pilastro vicino all'ingresso della villa. Otto, il cuore in gola, decise di seguirla.

Raggiunse l'ingresso e vide un ascensore chiudersi con un suono metallico. Senza esitazione, si precipitò verso l'ascensore, premendo freneticamente il pulsante per chiamarlo di nuovo.

Number Eight: The Suite Of The Apocalypse[VOLUME UNO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora