𝐕𝐈. 𝐓𝐫𝐚 𝐫𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚 𝐞 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 [𝐋𝐮𝐭𝐡𝐞𝐫/𝐊𝐥𝐚𝐮𝐬/*]

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Sette anni prima...

Luther si era svegliato da un quarto d'ora eppure si trovava ancora a letto.
Era senza maglia come ogni volta che andava a dormire e stava giocherellando con una pinza; sebbene sapesse che Otto dovesse già essere in cucina, lui si trovava ancora nel suo letto a riflettere sulla missione che suo padre gli aveva fatto fare il giorno prima.
Annoiato, decise finalmente di alzarsi; afferrò una vestaglia e se la legò addosso dirigendosi verso la cucina.

Mentre si avvicinava annusò nell'aria odore di pancakes e comprese che Otto si era già messa a preparare la colazione per sé.
Entro in cucina ancora stanco morto e sbadigliò «Buongiorno» disse Otto ad alta voce notando il fratello entrare «'giorno» disse Luther semplicemente sedendosi a capo tavola e quasi spezzando la sedia sotto il suo peso.
«Stanco?» chiese la ragazza spegnendo i fornelli e posando il piatto di pancakes sul tavolo usando i suoi poteri.
«Non immagini» disse Luther allungando un braccio e afferrando due pancakes per poi spalmaci sopra il burro di anacardi.

«Sai che ieri ho scoperto che Miss. Murphy ha tradito il marito?» gli disse Otto alla sprovvista e per poco lui non sputò il latte che stava bevendo «Murphy? Holland Murphy?» chiese Luther sorpreso e Otto annuì ridendo; Holland Murphy era una delle persone che chiamava sempre Casa Hargreeves per qualsiasi cosa: dal suo gatto che non voleva scendere dall'albero al tubo del lavandino che perdeva; era una delle persone più insopportabili che gli Hargreeves avessero mai conosciuto e facevano i supereroi da quando erano bambini.

Questa donna era sposata con un tipo, Tim Murphy, che stava anche troppo bene economicamente, ma si passavano circa venti anni di differenza, cosa di cui Luther e Otto amavano spettegolare: di qualunque cosa i due spettegolassero c'era sempre posto anche per i due coniugi Murphy uno illuso e l'altra senza cervello.
«Be', sapevamo che sarebbe successo presto o tardi»disse Luther riflettendoci «Solo non così presto...sono spostati da quanto? Tre mesi?» Otto annuì «Lo ripeterò sempre: devi essere scemo forte per immaorarti di una più giovane di te di vent'anni e sperare che non ti sposi solo per il tuo patrimonio...in un anno prendere la stessa cifra che prende nostro padre in un mese praticamente» disse Otto «Il che la dice lunga»
«Come l'hai beccata?»
«Oh, ieri giravo in città e boom, dalla sua finestra è volato un reggiseno...e non sto scherzando» disse Otto che evidentemente non vedeva l'ora di raccontarlo a Luther che a quella frase spalancò gli occhi e iniziò a ridere come un matti «Sul serio, passavo di lì all'ora di punta, tranquilla tranquilla, non c'era nessuno e mi ritrovo un reggiseno sulla strada...inizialmente ho pensato "Oh bene, ho beccato il momento peggiore", poi dopo il maggiordomo arriva e mi fa che il padrone non c'era...così ho aspettato e dalla porta sai chi è uscito assieme alla Murphy? Mason Wilson» Luther spalancò gli occhi «Il tipo della gioielleria?» «Proprio lui» «Porca troia!» esclamò.

Tuttavia, il loro momento di gossip finì lì poiché la voce di Pogo iniziò ad echeggiare in tutta la casa "Attenzione...allerta missione...ripeto: allerta missione"
Otto sospirò e Luther le lanciò uno sguardo «Non ti va di venire?»
«No lo sai...ho smesso con queste stronzate Luther...e dovresti farlo anche tu» disse Otto; Luther scosse la testa: non gli andava di sentire il solito discorso della sorella riguardo alle missioni «Be' io vado...papà conta su di me»
«Ti usa solo Luther...» disse Otto e poi sospirò «Non c' bisogno di essere migliore di quello che già sei Luther....se vuoi migliorare fallo per te stesso...non per papà» gli disse la sorella, ma Luther fece finta di non sentire e andò a mettersi l'uniforme.

Una volta fatto andò nell'ufficio di suo padre dove trovò Pogo alla porta «La signorina Otto?» Luther scosse la testa e Pogo annuì lievemente «Entri allora signor Luther» disse facendolo passare.
Suo padre era seduto alla scrivania come al suo solito e non appena Luther si fu avvicinato iniziò a parlare «Si tratta di una sostanza biochimica, sconosciuta, ma pericolosa, specialmente nelle mani sbagliate....in quanto mio Numero Uno, devi occuparti di questa minaccia»
«Sono pronto...ma, ehm...»
«Sì?» disse suo padre alzando finalmente lo sguardo da taccuino su cui stava scrivendo e Luther decise di dire quello che pensava «Non c'è più bisogno che mi chiami con il mio numero»
«Perché no?»
«Perché sono l'unico rimasto che va in missione» spiegò Luther.
«Ah» disse Reginald e poi tornò a scrivere come se Luther non avesse detto nulla.
Luther, seppur ferito, si girò e si preparò alla missione.

Number Eight: The Suite Of The Apocalypse[VOLUME UNO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora