𝐕. 𝐒𝐨𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢 [𝐀𝐥𝐥𝐢𝐬𝐨𝐧/𝐕𝐚𝐧𝐲𝐚]

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Cinque anni prima...

Vanya aveva appena finito le prove di violino e si stava dirigendo verso il suo appartamento.

Era giù di morale poiché quel giorno, avevano annunciato chi avrebbe avuto il posto di primo leggio: con sua grande delusione, non era stata scelta lei, ma Helen.

Inutile dire che quando avevano comunicato la posizione di ogni leggio, Vanya era rimasta sorpresa nel sapere che lei nel terzo; si era sentita un fallimento e per un istante, le era sembrato di rivedere suo padre nel direttore d'orchestra: aveva assunto lo stesso sguardo di quando Reginald Hargreeves la giudicava quando le aveva comunicato la posizione nel leggio.

Era stanca.

Stanca di sentirsi sempre all'ultimo posto della famiglia perché era l'unica normale, stanca di sentirsi niente rispetto a tutti quelli che la circondavano.

E la sua tristezza e la sua solitudine aumentarono di botto quando si fermò a un banco dei pegni: in vetrina, proprio prima di qualunque altra cosa, c'erano i fumetti dell'Umbrella Academy che ritraevano i suoi fratelli nelle imprese di salvataggio durante le loro missioni.

E lei non c'era da nessuna parte.

Alzò di poco lo sguardo e vide una macchina da scrivere posizionata in alto al prezzo di soli 120 dollari.

Un'idea le balenò in mente, anche se parecchio azzardata: e se avesse scritto la sua versione dei fatti?

Alla fine era stanca di restare lontano da tutto e, anche se qualcuno l'avesse odiata per quello, almeno Vanya si sarebbe presa la sua rivincita.

Entrò nel negozio e comprò la macchina da scrivere e tornò a casa con già tutto il suo racconto in mente; posò la macchina da scrivere sul tavolo e iniziò a picchiettare sui tasti...

"Il mio nome è Vanya Hargreeves, e questa è la mia storia."

"Noi non siamo una vera famiglia: siamo la creazione di nostro padre, famiglia di nome, ma non di fatto."

"Alla fine, dopo la morte di nostro fratello Ben, non c'era più niente che ci legava, vivevamo come degli estranei sotto lo stesso tetto, destinati a rimanere soli...

Bramosi di attenzioni...
Rovinati dall'educazione...
E tormentati da un futuro diverso...

Tutti volevamo essere amati da quell'uomo incapace di dare amore; nostro padre non ha mai perso l'occasione di ricordarmi quando fossi inadeguata; da bambina non è stato facile accettarlo: quando cresci con la convinzione di non essere nulla di che, e perdi i riferimenti di chi ti circonda, come puoi uscirne?

Dopo la morte di Ben tutti eravamo cambiati...tranne mia sorella Otto.

Otto era, ed è ancora, quella più empatica tra di noi: l'unica luce in mezzo all'oscurità; certo, con i poteri che ha è facile pensare che sia quella più cattiva e pericolosa, ma in realtà era quella che avrebbe evitato di usare i propri poteri durante le missioni ed è quella che che, nonostante tutto, continua solo a vedere il buono nella gente, una caratteristica che nessuno di noi aveva e ha.

È, purtroppo, anche quella più sensibile: dopo un incidente accaduto a mio fratello Cinque, Otto ha inspiegabilmente smesso di crescere...nessuno di noi sapeva il perché, nemmeno nostro padre; l'unica cosa che sapevamo era che dopo la scomparsa di Cinque, Otto era tristissima: erano molto legati da bambini e questa cosa ha ripercosso su di lei; secondo nostro padre era quello il problema, ma la gente scompare tutti i giorni e nessuno smette di crescere all'improvviso in questo modo.

Number Eight: The Suite Of The Apocalypse[VOLUME UNO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora