Prologo

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È stato un attimo. Un attimo e a piccole dosi. Per gioco, uno scherzo, con quella punta di malizia degli adolescenti che esplorano per la prima volta qualcosa di nuovo. Come può essere una cosa così semplice, così pericolosa?

Se ne stava per conto suo la maggior parte delle volte. Una figura che recitava il ruolo di comparsa tra la folla, ma che splendeva di una luce brillante come un diamante.

Chiunque lo guardasse, ne restava irrimediabilmente colpito.

Hyunjin, il ragazzo dalle labbra color pesca. In realtà, egli sapeva esattamente l'effetto che faceva alle persone, semplicemente non gli importava. Perché a lui non serviva attirare l'attenzione come la maggior parte degli essere umani. Lui era affascinante e attraente di natura.

Frequentava il corso d'arte. Ma lui non era lì per disegnare. Lui era lì per posare. La musa di tutti i giovani artisti emergenti, la promessa di un mondo stellato.

Tutti pendevano dalle sue labbra, che viaggiava controcorrente, al centro di quel tira e molla di chi si lascia corteggiare dalla vita. Uno di quelli che sono nati per essere decisamente qualcuno.

Ma anche un altro ragazzo, molto vicino a lui, diametralmente opposto in tutto, era di certo nato sotto una buona stella.

Lee Felix.

I due condividevano solo una cosa: la popolarità. Capitano della squadra di calcio della scuola, aveva sempre svettato in tutti gli sport e nel cuore delle ragazze, il quale nella maggior parte dei casi, si era ritrovato infranto.

Eh sì, perché Felix, oltre ad essere la punta degli Stray Catz, era anche uno spietato playboy.

Ma qual era la ragione che portò queste vite agli antipodi ad incontrarsi?

Per lo stesso grado di fama? Certamente no.

Hyunjin trovava Felix abbastanza superficiale e presuntuoso, mentre Felix trovava Hyunjin ridicolo e istrionico.

Molto spesso quest'ultimo aveva scherzato circa il modo di essere del suo compagno di scuola. Con gli amici aveva commentato e giudicato le movenze delicate, toccando l'argomento- concezione della sessualità altrui senza alcun tatto. Come se l'essere fosse a senso unico. O così o così.

Si sa, chiamare qualcuno gay, è ancora oggi considerato "sbagliato", oggetto di scherno.

Il fulcro di una serie di battute per energumeni ignoranti.

Ma l'aura di Hyunjin era una tela immensa e colorata, dalle fibre troppo resistenti per essere sradicate da quattro ragazzini stupidi che sapevano solo correre dietro ad un pallone e portarsi a letto ogni ragazza.

Eppure, il destino decise di burlarsi degli schemi, portando ad uno stravolgimento drastico nelle vite delle persone.

Spesso ciò che si rifiuta tutte le forze, è proprio ciò che si desidera con ardore. La libertà.

E fu questo ciò che accadde.

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