CAPITOLI XIV

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Voglia di te

- Che stavate facendo tu e Minho?
Felix piombò di fronte a Hyunjin.

- Stavamo parlando dello spettacolo di fine anno.

- Perché proprio con lui?

- Perché fa parte del Club.

- Come fai ad essere così tranquillo?

- Perché non ho niente da nascondere.

- Stavate ridendo e ti ha preso la mano. Come lo giustifichi questo? Al parco, poi! Come due fottuti piccioncini!

- Avanti, Felix! Come se io non avessi sopportato di peggio! Tutte le volte che sei andato a letto con tutta la città dicendo di tenerci a me!

- L'ho fatto solo quando tu volevi "prenderti una pausa"!

- Lo dici come fosse una cosa senza importanza!

- Lo hai fatto per vendicarti!

- Ah! Oh cielo! Mi credi un tipo del genere?! Veramente, Felix?

- Sai una cosa? Fa come ti pare. Ti piace Minho? Bene! Vai con lui! Non voglio vederti mai più!

- Per una volta che sono uscito con lui?

- Non è una volta e lo sai bene! Sono giorni che ti vedi con lui! Ho sopportato e sopportato, non ti ho detto mai nulla. Ma quando è troppo è troppo. Vi tenevate per mano!

- Hai frainteso tutto.

- Spiegami allora!

- Non spiego niente a chi non vuole ascoltare.

- È la tua ultima parola?

Hyunjin girò la testa dall'altra parte.

- Cancella il mio numero.
Felix si allontanò.

Fu un ritorno alla vecchia vita. Anche peggio.

Era tutto ordinato, era tutto sballato, sottosopra.

Le feste, le ragazze, qualche sigaretta e qualche drink di troppo.

Hyunjin iniziò a correre la sera tardi dopo cena. Andava nei posti più isolati perché, semplicemente, non voleva sentire nulla. Non voleva riconoscere niente. Odiava tutto ciò che aveva visto con Felix e tutto ciò sapeva di Felix. Anche l'aria che respirava.

Di contro l'altro giocava a fare il duro

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Di contro l'altro giocava a fare il duro.

Era il solito playboy. Le luci stroboscopiche delle discoteche che mascheravano il vedo non vedo delle palpate sotto le gonne luccicanti. Il sudore che colava sotto i vestiti, i baci con la lingua giù per il collo, i capelli laccati e i tacchi da capogiro. Le ballerine sul cubo i cui reggiseni traboccavano di soldi. Un mondo sporco, un mondo facile per dimenticare. Dimenticare per quanto? Qualche ora? Giusto l'effetto di uno shot, di una fumata.

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