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Iniziai a camminare titubante; non avevo una metà ben precisa, ma per qualche motivo sapevo che stare ferma in un punto sarebbe stato peggio.

D'un tratto una bambina mi corse davanti, d'istinto provai ad afferrarle un braccio, ma vi passò attraverso, trasformando la mia mano in fumo. "Ma che diavolo?" sussurrai guardando scioccata il mio arto che si ricomponeva, "Seguimi" disse la bambina voltandosi leggermente, per poi riprendere a correre allegra.

La seguii immediatamente, senza pensarci. Correvamo da 15 minuti buoni, lei continuava correre, fermarsi, girarsi, farmi segno di seguirla dicendo un semplice 'per di qua' e poi riprendendo la sua corsa. Riuscivo a stento a stare dietro a causa delle radici e dei cespugli che mi intralciavano la corsa.

Arrivammo fino ad una piccola casetta sull'albero, la bambina salì sulla vecchia è rovinata scaletta a pioli, mentre io rimasi ferma a fissare la struttura. L'avrei riconosciuta tra mille, quella era la casetta che i ragazzi avevano costruito per il mio ottavo compleanno, avevano passato mesi a progettarla e si erano fatti venire migliaia di bolle sulle mani pur di finirla in tempo.

"Eri una bambina così allegra e spensierata. Che fine hai fatto Anna?" domandò una voce alle mie spalle, "Chi diavolo sei? Come fai a conoscermi?" urlai voltandomi di scatto. "Mi spiace deluderti mia cara, ma chi sono io al momento non è una cosa che ti debba interessare, bhe almeno finché non sarai certa di volerlo sapere", "Cosa vuoi da me?", "È proprio questa la domanda che speravo tu mi facessi mia cara" aggiunse sogghignando.

"Ei, aspetta un attimo... tu sei quello che era nella foresta e parlava con Andrew; quello di quelle strane immagini che ho avuto quando ho toccato Theo", dissi iniziando ad indietreggiare spaventata. L'uomo non accennò a muoversi di un millimetro, semplicemente ricominciò a parlare con tono pacato, come se non avessi detto nulla.

"Non ti sei mai domandata il perché tu sia diversa dai tuoi amici? Da tuo fratello? Il perché tu sia l'unica che sente di non appartenere completamente a questo mondo?" domandò sicuro di se indicando la casetta alle mie spalle, "Tu come diavolo...?" provai a chiedere. "Come lo so? Anche questo non ha importanza, l'unica cosa che conta è che sono qui perché tu sappia la verità, la verità che ti viene celata da troppo tempo" aggiunse voltandosi dalla parte opposta.

"Di...di che verità parli?" chiesi con voce tremante, "Della verità che riguarda tuo padre, lui...", "Lui è un mostro senza cuore, che se ne fotti di tutti e tutto, si ricordava di noi solo quando doveva scoparsi mia madre o picchiare me e mio fratello, ecco chi è mio padre" dissi acida interrompendo qualsiasi cosa avesse intenzione di dirmi su quel verme schifoso.
Chiunque mi avesse potuto vedere avrebbe detto che da lì a poco avrei anche iniziato a sputare veleno, ma quella era la pura e semplice verità, ed io la sapevo fin troppo bene.

"Mia cara, penso tu mi abbia frainteso. Io mi riferisco a tuo padre, quello biologico, non quella sottospecie di orco senza cervello" mi corresse lui.

"Ma di che parli?" chiesi scioccata, scuotendo la testa e aggrottando la fronte. "Suvvia, non crederai mica a quella ridicola cazzata che non riesci a trasformarti perché devi crescere? I lupi non vanno d'accordo con i vampiri. Beh, a meno che non avvenga un imprinting, come nel caso della piccola rossa Cullen e quel lupetto".

"Aaa, ora si spiega, ti interessa Nessie. Non so neanche perché ti sto ad ascoltare. Se i ragazzi sapessero realmente qualcosa di questa storia me ne avrebbero già parlato. Stai solo cercando di farmi il lavaggio del cervello per chi sa quale scopo", ribattei sicura.

"E va bene. Se ne sei sicura tu mia cara, non insisto. Ma se per puro caso ne volessi mai avere la concreta certezza, cerca la scatola verde con rifiniture doratele che si trova in soffitta e poi se hai tempo chiediti anche perché i Cullen ti abbiano dato le analisi di tuo fratello spacciandole per tue" ribatté lui sicuro, prima camminando avanti ed indietro, poi voltandosi nella mia direzione con un sorriso beffardo sulle labbra.

"Tu menti" dissi seccata e chiaramente irremovibile dalla mia posizione, o almeno era come speravo di apparire. "Possibile, ma hai solo un modo per scoprirlo, no?" disse lui piegandosi di poco sulle ginocchia perché il suo viso fosse allo stesso livello del mio.

"Ma ora basta parlare, dovresti tornare, il tuo ragazzo sarà preoccupato" aggiunse rialzandosi completato dritto in piedi e discostandosi di qualche metro da me.

Per qualche istante mi sembrò di trovarmi in un film. Avete presente quando tutto si muove alla velocità della luce ed il protagonista sembra rimanere fermo, ecco, mi successe esattamente la stessa cosa, vidi tutta la mia vita, i momenti felici e quelli tristi, poi tutto si bloccò nello stesso punto nel quale mi ero svegliata, in mezzo a quell'inquietante foresta.

L'uomo indicò un punto al mio fianco e all'istante un fascio di luce verde apparve, doveva essere il mio 'passaggio' a casa a quanto pare.

"Ah Anna" richiamò nuovamente la mia attenzione, "Se mai dovessi capire chi ti sta veramente manipolandolo, sentiti libera di venire sulla sponda orientale del lago dietro casa tua. Sarò molto lieto di darti tutte le risposte che ti sono state negate fino ad ora", detto questo sparì nell'ombra dalla quale era apparso, senza lasciare alcuna traccia.

|E se avesse ragione? Nah, i ragazzi non mi mentirebbero mai su una cosa del genere no?| *Si. Credo* |Credi?!?| * Eii!! Io sono te, ho i tuoi stessi dubbi e preoccupazioni. Forse dovremmo controllare. Mal che vada scopriremmo che ha torto e ci vuole solo ingannare* |Hai ragione|.

Giusto il tempo di finire quella mia riflessione, che la pallina di luce verde mi risucchiò al suo interno ed aprii gli occhi, nel mondo reale stavolta.
Ero sdraiata su un lettino nello studio di Carlisle, mi voltai lentamente e vidi Jacob seduto su una sedia al mio fianco, mi teneva la mano e passava il pollice sul dorso, fissandola come se fosse la cosa più importante del mondo.

Gliela strinsi decisa e lui alzò immediatamente la testa, "Scusa, non volevo interromperti. Sembravi così concentrato" scherzai io ridendo. "Dio, non hai idea di quello che mi hai fatto passare piccola peste, per un momento ho temuto il peggio" disse lui lasciandomi un dolce bacio della fronte, "Ei, i baci sulla fronte si fanno ai figli o ai morti" scherzai io facendolo ridere, dopo di che si sedette al mio fianco ed iniziò ad accarezzarmi i capelli.

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Bene non ho molto da dire, se non : "non odiatemi vi scongiuro, giuro che non sono così stronza come sembra 🙃"

Il Mezzo Lupo  |Jacob Black|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora