Incubo p.2

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«Si può sapere cosa gli è successo?» domandò la voce burbera del professore responsabile della sezione A corso eroi.

«È difficile a dirsi.» iniziò Recovery Girl guardando il giovane ragazzo steso su uno dei lettini dell'infermeria. «Posso solo dire che é stato continuamente torturato, i segni erano molto visibili su tutto il corpo. Aveva dei tendini recisi, nervi lesionati, in più la lunga assenza di luce aveva cominciato a renderlo cieco.»

Aizawa Sensei era scioccato nel sentire pronunciare quelle parole, mai si sarebbe potuto immaginato una tale sofferenza.

Soprattutto non si sarebbe mai immaginato che uno dei suoi allievi potesse subire tali atrocità.

«Sembrerebbe anche che abbia sviluppato una certa assuefazione al dolore.» continuò l'infermiera andandosi a sedere sulla sua scrivania.

«In che senso?» domandò il corvino seguendo la donna.

«Dopo averlo curato, ha tirato un urlo talmente potente che gli ha lacerato le corde vocali. Il dolore deve essere stato tremendo, ma appena si sono lesionate, lui ha taciuto e ha sorriso.»

«Ma è terribile.» sentenziò il professore andando accanto al letto del suo alunno. «Cosa possiamo fare noi adesso per aiutarlo?» domandò voltandosi verso di lei.

«Cercare qualcuno con un quirk adatto per fargli superare il trauma. Il preside Nezu dovrebbe avere delle conoscenze in quel settore.» finì Recovery Girl fissando il corvino con occhi colmi di pena.

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«Ehi, Izuku come stai oggi?» chiese una voce dolce al ragazzo che era seduto sul davanzale della finestra nella sua camera.

Lo sguardo che fino ad un attimo prima era perso nel vuoto, si posò su di un volto la cui unica espressione rivelava tutta la pena che provava. Due occhi rossi come rubini lo scrutavano in cerca di un qualche cambiamento.

«Izuku, perché non parli?» domandò il ragazzo appena arrivato avvicinandosi al più piccolo che continuava a non proferire parola.

La voce c'era, lo avevano curato e il dolore era solo un ricordo lontano, ma comunque nessuna parola era più uscita da quella bocca dopo il grido che aveva emesso appena venne ricoverato.

«Deku, cazzo, parlami.» cercò di tenere un tono moderato, ma non era nel suo carattere.

Erano mesi che il verdino era stato salvato, in molti erano andati da lui per cercare di aiutarlo, tutti i suoi amici si erano prodigati.

Tutti avevano fallito.

Mancava un'unica persona, lasciata da parte per il suo pessimo carattere. Accantonata per un timore che fosse troppo aggressivo nei confronti del minore.

Solo non avevano preso in considerazione quanto in effetti i due fossero collegati.

La loro infanzia insieme, nonostante fosse stata burrascosa, aveva sancito tra di loro un legame che li avrebbe uniti per sempre.

Uniti anche contro le avversità.

Katsuki Bakugo era pronto ad affrontare il male che aveva lacerato la mente del suo amico d'infanzia.

«Senti Izuku, siamo tutti preoccupati per te, ma se tu non fai un passo verso di noi, come possiamo fare per aiutarti se prima non ti sforzi tu?» domandò il biondo cercando di ritrovare la calma, almeno a far sembrare la sua voce calma, cosa che il suo animo non riusciva a fare.

Izuku in tutta risposta si voltò di nuovo a guardare fuori dalla finestra, ignorando il maggiore.

Katsuki perse la calma.

Multiship mhaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora