First "gift"

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Il lunedì mattina era la cosa più pesante che potesse mai essere stata creata. Dopo il weekend nessuno era in grado di alzarsi pimpante e sorridente, e Zayn ne era stato la prova. Prima che andasse a lavoro - aveva trovato un impiego all'ufficio postale del centro di Stratford - aveva fatto un lungo elenco dei suoi defunti e invettive contro il suo capo, non riuscendo ad aprire gli occhi per la stanchezza. Aveva fatto così tanto rumore che fece svegliare Johanna accanto a lui, intorpidita dopo una nottata trascorsa rimanendo sempre nella stessa posizione. Erano le sei e Zayn aveva appena preso le chiavi della macchina dal comodino accanto al letto.

« Dovresti fare più piano, sai? » disse Johanna appoggiandosi su i gomiti e facendo un enorme sbadiglio.

« Scusa, ma oggi Thomas avrebbe dovuto lasciarmi un giorno di ferie e invece che fa? Se lo prende lui. Che odio. » prese il giubbotto dall'appendi-abiti e uscì, lanciando un bacio alla ragazza che si mise seduta, appoggiando i piedi per terra. Si vestì con calma e andò in cucina, preparandosi la colazione. Alla sette e mezza sarebbe andata al mercato - ci avrebbe messo mezz'ora solo per arrivare alla piazza -, e avrebbe fatto la spesa. Il centro di Stradford era davvero carino. Un sacco di bancarelle costeggiavano i marciapiedi su entrambi i lati della strada, mentre lungo i palazzi c'erano tantissimi negozi diversi. Johanna comprò un po' di frutta e, passando di fronte ad una farmacia, si bloccò. Non c'era nessuno in mezzo alle strada, solo qualche vecchietta che si affrettava a fare la spesa prima che arrivasse tutta la gente. Alcune bancarelle venivano ancora allestite, e Johanna rimase impalata di fronte all'insegna. Sorrise scuotendo la testa. Ma davvero una semplice insinuazione avrebbe potuto ''spaventarla'' così tanto?

Aveva venticinque anni, un marito che lavorava, una bella casa..era pronta per avere un bambino, ma davvero doveva vivere con quel peso sulla coscienza? Entrò e comprò il test di gravidanza non tanto per necessità, ma più che altro per averlo nel momento in cui sarebbe servito.

Quando tornò a casa, lo nascose nel piccolo armadietto del bagno, dietro tutti i rotoli di carta igienica. Sì, aveva fatto la scorta e poi Zayn non avrebbe mai potuto vederlo nascosto così.

Erano le dieci e decise di cominciare a cucinare così da poter fare tutto con calma, quando suonarono alla porta. Guardò subito dietro lo spioncino e aprì la porta sbuffando. « Si può sapere che c'è? »

Lucie aveva un vestitino leggero che svolazzava ad ogni suo passo, il sorriso stampato in volto. « Beh? » disse con quello che sguardo che la diceva lunga.

« Beh cosa? » Johanna chiuse la porta e tornò in cucina, prendendo le melanzane e iniziando a lavarle sotto il getto del lavandino.

« Hai fatto il test? »

« Oddio, ma quanto ti sei appesa? No, non l'ho fatto. No, non sono incinta. »

« Questo non puoi saperlo! »

« E invece sì. »

« No. »

Johanna levò gli occhi al cielo, esasperata. Era una bella giornata ed il sole passava per le finestre illuminando tutte le stanze. « Facciamo una cosa. » disse appoggiando le melanzane lavate su uno strofinaccio. « Se saprò qualcosa, te lo verrò a dire. Ma fammi capire. Tu fino ad allora verrai a trovarmi ogni santo giorno? »

« Non mi vuoi nei paraggi? » Lucie fece una faccia dispiaciuta mentre si siedeva su uno sgabello.

« Sì, cioè no. Veramente sì, però non in maniera così esasperante! Vieni ad aiutarmi piuttosto, se vuoi stare qui. »

« Ehi, anche io ho del lavoro da sbrigare! »

Johanna chiuse l'acqua e la guardò. « E perchè non sei in studio? »

Tell me something|| z.mDove le storie prendono vita. Scoprilo ora