Ci misero effettivamente dieci minuti a raggiungere il pronto soccorso, poi Johanna invitò Liam a riprenderlo in braccio così da non perdere tempo. Entrarono da un porta secondaria e quando furono dentro, vennero avvolti dall'odore pungente del disinfettante. C'era gente ovunque si guardasse, chi steso in barella aspettando di essere ricevuto, chi rimaneva seduto pazientando che il proprio nome venisse portato al megafono per procedere. Le porte scorrevoli erano completamente aperte e lasciavano passare ambulanze cariche di feriti che dovevano essere portati d'urgenza in sala operatoria. Johanna procedeva più avanti rispetto ai due ragazzi, i quali speravano che nessuno li potesse vedere, per cui cercavano di stringersi nelle spalle quanto più possibile. La ragazza giunse al bancone delle accettazioni, aspettando in fila il proprio turno, mentre dall'altra parte del vetro c'erano un sacco di dottori che infuriavano davanti ai computer per determinare la gravità delle ferite e per smistare i pazienti nei vari reparti.
Quando toccò a loro, Johanna contrasse le sopracciglia in un'espressione sorpresa e inaspettata. «Danny?»
Il ragazzo rialzò lo sguardo dal monitor che gli illuminava tutta la faccia e si tolse gli occhiali. «Ehi, ciao.» Le sorrise, spostando lo sguardo dietro di lei per verificare quanto fosse lunga la fila. «Vorrei soffermarmi a parlare, ma c'è molta gente e non posso perdere tempo in chiacchere. Come mai sei qui?» Si rimise gli occhiali e incominciò a digitare al computer, aprendo la scheda per un nuovo paziente. La ragazza indicò Louis e Liam che le si misero accanto, ancora molto preoccupati che li riconoscessero, ma dovevano comunque portare avanti il piano. Non potevano arrendersi a quel punto. «Stavo viaggiando per tornare a casa quando questo ragazzo è spuntato all'improvviso apparendomi nella visuale. Ho cercato di frenare, ma non ho fatto in tempo. Penso di averlo colpito, gli fa male l'osso sacro e per fortuna riesce a muovere le gambe, anche se continuano a tremare.»
Danny annotava tutto sulla scheda, aggrottando le sopracciglia per valutare la situazione. «E' svenuto?»
«No.» disse Johanna guardando Louis negli occhi. «Era sveglio quando l'ho soccorso. Io non ci so fare, per cui l'ho portato qui affinchè lo controllino.»
«Hai fatto bene.» schiacciò un tasto sulla tastiera e fece stampare il foglio appena compilato. Glielo porse subito e la fece scostare per dare spazio agli altri che vennero aiutati da altri medici del pronto soccorso. Si alzò e uscì da una porticina di vetro, raggiungendola. Liam e Louis rimanevano dietro di lei, senza proferire una sillaba. Si limitavano ad ascoltare, altrimenti sarebbe potuto crollare tutto. Danny le prese il foglio e le indicò alcuni punti, mentre una sirena di arrivo di un'ulteriore ambulanza suonava per tutto il pronto soccorso. «Allora, effettivamente non è grave come cosa, in quanto non riporta ferite gravi, ma comunque deve essere visitato, soprattutto per fare accertamenti sulla testa e le gambe.» poi si girò verso Louis. «Qual è il tuo nome? Devo scriverlo qui in alto per poterti fare accettare dal medico del reparto.»
Liam esortò Louis a rispondergli premendogli le dita contro le cosce che sorreggeva. Johanna lo guardava, visibilmente preoccupata e mortificata per quello che aveva fatto. «Louis.»
Danny appuntò il nome a penna nell'angolo in alto, prendendo la penna che aveva in una tasca sul petto. «E il cognome?»
«Tommo.» disse, cambiandolo all'ultimo secondo, e Liam chiuse gli occhi, esasperato. Non era un nickname molto valido, ma almeno nascondeva in parte la sua identità. Danny chiuse di scatto la penna e ridiede il foglio a Johanna che lo prese con mano tremante e guardò il ragazzo. «Dove vado, adesso?»
«Settimo piano, secondo corridoio sulla destra. Lo riconoscerai perchè c'è un sacco di gente.» Poi le si avvicinò all'orecchio per essere quanto più discreto possibile, mentre Louis e Liam si lanciavano occhiate preoccupanti, evitando di guardarsi intorno. Erano vestiti di nero in quel mare di camici candidi che svolazzavano tutti intorno, per cui attiravano l'attenzione più di quanto avessero voluto. «Siccome ti conosco, ti ho fatto andare avanti ad altre persone, ma non dirlo a nessuno, altrimenti mi licenziano.»
Johanna gli sorrise riconoscente, appoggiandogli una mano sul braccio coperto. «Grazie.»
«Adesso vai, ho spedito la sua scheda cinque minuti fa e potrebbero chiamarlo da un momento all'altro.» La spinse verso l'ascensore. «Corri!»
Johanna annuì e si allontanò, seguita a ruota dai due ragazzi, mentre Danny faceva ritorno alla sua postazione, occupandosi di smistare le altre persone. Quando l'ascensore scese, c'erano già delle persone dentro, e Johanna si strinse per far entrare tutti quanti nel vano angusto. «Settimo piano, per favore.» Un signore vicino alla pulsantiera pigiò il numero 7 e attesero.
Quando furono sul piano, a spintoni riuscirono ad uscire e ad incamminarsi sul corridoio sulla destra. «Sei stanco, vero?» disse riferendosi a Liam che la seguiva con ancora Louis stretto nella braccia.
«Continua.» disse stringendosi meglio l'amico. «Se mi muovo, soffro di meno.»
Johanna annuì e accelerò il passo, fin quando non giunsero davanti alla porta indicata sul foglio. Aspettò cinque minuti in piedi prima che nel microfono del corriodoio risuonasse il nome 'Louis Tommo' e Liam, dopo un segno di intesa con Johanna, lo portò dentro, chiudendosi la porta alle spalle. Le stanze del reparto erano comunicanti tra loro attraverso una porta in legno, e il dottore che era stato assegnato loro stava discutendo con quello della stanza accanto. Liam appoggiò Louis sul lettino e sbuffò, scrollando le spalle.
«Sei un coglione.» disse mentre si siedeva sul lettino accanto all'amico steso, che aveva le mani unite sulla pancia. «Se ti avesse investito veramente, ti saresti fatto male sul serio.» sibilò, mentre controllava che il dottore non arrivasse mentre ne discutevano.
«Era l'unico modo per fare presa su Johanna, e sai quanto è importante. Di lei non me ne frega niente, è un altro il nostro obiettivo.» disse Louis, che intanto guardava le luci della stanza, tutte al neon.
«Sì, ma se fosse finita in un altro modo? Non siamo usciti di prigione perchè tu morissi investito.»
«Ma non è finita in un altro modo, Liam. Stai calmo, sto benissimo.»
Il ragazzo annuì e si alzò, vedendo il dottore tornare da loro. Si girò un'ultima volta e gli sussurrò all'orecchio: «Piano riuscito, comunque. Non avresti potuto fare presa su di lei diversamente.» gli fece l'occhiolino e gli diede un leggero schiaffo sulla guancia, lasciando la stanza mentre il dottore si avvicinava a Louis per visitarlo e fargli le apposite domande.
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Tell me something|| z.m
FanfictionCi sono segreti che nonostante vengano accantonati nei meandri più profondi della nostra mente, al minimo ricordo si impossessano della tua vita. All'improvviso tutto incomincia a ruotare intorno ad essi, ti soffocano, ti impediscono di continuare a...