Erano già passati quattro giorni da quando Zayn era arrivato in Irlanda, e la mattina dopo sarebbe dovuto ritornare in Inghilterra. Entro tre giorni poi avrebbe scoperto il sesso del suo bambino ed era emozionatissimo, anche se la sua emozione veniva sempre smortita a causa di un pensiero fisso, per colpa di quei due ragazzi che stavano rendendo la sua vita un inferno.
Niall gli aveva fatto girare un po' tutta Mullingar, Dublino, facendogli vedere i monumenti e i posti di maggiore attrattiva, e poi, ma non meno importante, gli aveva fatto bere un sacco di birra artigianale. Anche se Zayn da quella notte non aveva mai più bevuto per non finire come cinque anni prima, per non togliere il piacere all'amico aveva dovuto accontentarlo; ma comunque non era stata una sofferenza, era la birra più buona che avesse mai potuto provare in vita sua. La mattina avevano visitato l'università in cui lavorava, passando per ogni aula vuota e facendogli vedere un po' gli alloggi in cui stavano i ragazzi nel campus. Molte ragazze sfilavano loro accanto, con le sciarpe che le avvolgevano i colli e le orecchie coperte dalle cuffie di lana pesante. Molte delle studentesse passavano accanto a Niall e gli sorridevano timide, per poi ridere sibilmente quando lo superavano. Il biondo le salutava sempre educatamente, mentre Zayn lo guardava con il sopracciglio alzato. «Non mi avevi detto che qui ci fossero così tante belle ragazze».
«Sì» iniziò l'altro stringendosi la giacca e abbottonandosela, «Letteratura inglese è una facoltà presa soprattutto dalle ragazze, ma ci sono anche molti maschi eh?» disse, prima di attraversare un piccola galleria e rientrare nell'edificio. Sfociarono in una biblioteca enorme dove molti studenti erano seduti ai rispettivi banchi ed erano assorti in determinate letture, quando una ragazza dall'ultima fila alzò la mano per farsi notare da Niall. Aveva dei lunghi capelli rossi che cadevano in dolci boccoli lungo la schiena e il volto tempestato di lentiggini. «Professore Horan?» sussurrò per non dare fastidio agli altri che continuavano a leggere industurbati. Niall annuì con la testa nella sua direzione, «Torno subito» sussurrò nell'orecchio di Zayn prima di salire per la rampa di scale e raggiungere la ragazza che continuava a sorridergli mentre gli chiedeva dei chiarimenti. Zayn rimase immobile con le mani nelle tasche del cappotto, mentre si avvicinava ad uno scaffale ricolmi di volumi antichi e - giurò - anche un po' impolverati. Stava percorrendo con l'indice tutte le copertine rilegate che gli capitavano davanti quando sentì la vibrazione del cellulare premere contro la sua coscia per l'ennesima volta quei giorni. Lesse rapido il numero e lo aprì. Ehi amico, come te la passi?
Chiuse svelto il telefono, ma quello gli risuonò in mano ancora prima che lo potesse lasciare nella tasca. A Stratford procede tutto bene, per ora.
Poi gliene arrivò subito un altro, che gli fece accapponnare la pelle più di quanto già non fosse. Aveva i nervi così scoperti che qualsiasi carezza avrebbe anche potuto solo farli saltare in aria e farlo esplodere. La tua vacanza sta finendo, e tutto sta per cambiare. Non potremo assicurarti però che ti vada bene. Spense il telefono e se lo buttò nella tasca posteriore del jeans facendo un leggero colpo di tosse quando Niall lo raggiunse. «Scusami» disse prendendo Zayn per le spalle per avvicinarselo, in quanto avrebbe dovuto parlare silenziosamente. «Ma Tiny voleva delle delucidazioni su ''Amleto'' di Shakespear».
«Tranquillo» disse Zayn normalmente mentre uscivano di nuovo all'aria aperta. «Ho notato che molte ragazze ti desiderano».
«Sì...aspetta, cosa?» disse Niall bloccandosi davanti all'amico. Si portò una mano alla nuca, grattandosela in imbarazzo mentre le sue guance si coloravano come quelle di un bambino che è appena stato scoperto fare un cattiveria. Niall si girò e scoprì una ragazza che lo stava indicando insieme ad un'altra amica, e ridevano con le guance leggermente arrossate per il freddo; quando si accorsero che il biondo le stava fissando, rimasero immobili e, tirandosi il cappuccio delle giacche sulla testa, se ne scapparono nell'edificio. Niall con un angolo della bocca sollevato verso l'alto si girò verso Zayn che stava ridendo a crepapelle, la prima vera risata che avesse fatto da un po' di tempo. «Forse hai ragione».
«E non ne hai guardata nessuna?» disse il moro mentre si arrotolava la sciarpa intorno al collo ancora con il sorriso stampato sulle labbra.
«Sono il docente nuovo, è ovvio che io sia indicato da tutti» disse l'altro ignorando la domanda di Zayn che lo guardava con gli occhi socchiusi.
«Non mi hai risposto» appuntò.
«No, Zayn, no! C'è solo una persona che ho voglio di guardare, ma che non è qui» soffiò l'altro tutto d'un fiato mentre faceva uscire dalla sua borsa un cappello nero, calandoselo sulla testa e alzando la sciarpa per coprirsi il volto paonazzo. Poi sentì la suoneria del suo telefono risuonare dalle profondità della sua ventiquattrore e lo tirò fuori dopo aver fatto uscire mezzi libri. Prima di rispondere, alzò lo sguardo su Zayn che lo guardava con le sopracciglia aggrottate.
«Che c'è?».
«E' una video chiamata da Harry» disse l'altro, mantenendo con la mano il telefono che continuava a squillare.
«Sbrigati a rispondere, cretino!».
Niall annuì con veemenza e schiacciò il tasto verde, andandosi a sedere sulla prima panchina libera subito dopo di Zayn. Lo schermo del cellulare era tutto nero, poi l'occhio gigante di Harry apparve in tutta la sua grandezza. «Ma devo guardare qui dentro?» disse a qualcuno che i due ragazzi non riuscirono a capire. Poi però videro la fronte di Harry scontrarsi sullo schermo e uno schiaffio risuonare dall'altra parte della linea. Il ragazzo si allontanò di scatto e posizionò il cellulare a debita distanza, poi accanto a lui apparve Danny che guardava Harry esasperato. «Scusatelo, ma non sa usare un telefono di merda».
«Ciao ragazzi!» urlarono Zayn e Niall scatenando dei risolini negli studenti che li passavano vicini. «Come vanno le cose lì?».
«Bene dai» disse Danny, poi il telefono gli venne tolto di mano da Harry che lo fulminò. «Zayn, sei un cazzone! Sparisci senza dire niente!».
«Sono solo cinque giorni, domani mattina torno!».
«Zitto, e compiangi quello che hai fatto, abbandonarci nella nostra solitudine» poi apparve un'altra mano e sulla schermo sbucò il volto sorridente di Johanna che scuoteva leggermente la testa. «Non credergli, è solo invidioso che tu sei lì, e lui segregato con me a casa nostra».
«Amore mio!» disse Zayn baciando lo schermo. «Come stai? Il piccolo tutto bene? Si è fatto sentire?».
«Tutto bene, e comunque no. Dorme perennemente» poi la ragazza si accigliò, scagliandogli un'occhiataccia. «Perché hai il telefono spento?».
Zayn si sentì lo voce smorzare in gola. Cosa avrebbe potuto dirle? Che Louis e Liam lo stavano tartassando ininterrottamente? «No, Jo, si è spento. Si è scaricato».
«Bugiardo!» disse sorridendogli, poi però allontanò ancora di più il telefono così da far entrare nel piccolo schermo tutti e quattro. Un attimo. Quattro?!
Lucie si accostò al volto di Johanna mentre si torturava il labbro inferiore, e Niall accanto a Zayn che impietriva improvvisamente. Zayn salutò Lucie con un cenno della mano, mentre Niall rimaneva con gli occhi fissi su di lei, senza fare alcun tipo di movimento. Anche la ragazza lo guardava mentre Johanna faceva saettare lo sguardo da lei allo schermo. «Beh, Lucie? Non saluti?».
Zayn sorrise alla moglie e poi lui si girò a guardare Niall negli occhi, «Non le dici neanche 'ciao'? Ma che persona sei?».
Johanna sorrise nel vedere le facce dei due innamorati ancora con gli sguardi fissi l'uno sull'altra, senza proferire parola, poi «Ciao» sibilarono entrambi contemporaneamente, zittendosi subito dopo. «Cosa?» disse Harry guardando Niall e Lucie e rincarando la dose, «Non ho sentito. Potreste ripetere?».
Johanna si strinse le labbra per non scoppiare a ridere mentre Zayn non se ne curava poi tanto. Scoppiò a ridere e diede uno schiaffo sulla nuca di Niall. «E dai!».
«Ciao, Lucie» il biondo diventò paonozzo, ma rimase comunque a guardare la ragazza.
«Ciao, Niall».
Erano due settimane che non si parlavano e quei cazzoni dei loro amici glielo stavano facendo fare nella maniera più imbarazzante di sempre.
«Tutto bene?» sussurrò di nuovo Niall. Si stava sentendo morire, perché avrebbe voluto averla accanto e strapazzarla di baci, ma purtroppo non era possibile, non più.
«Sì, si va avanti. Tu? Ti stai trovando bene nell'università?».
Il ragazzo si sentì un nodo nello stomaco: era proprio quello il motivo per cui avevano tagliati i ponti, come faceva a parlargliene così facilmente? E se l'avesse già dimenticato? Niall si sentì gli occhi pizzicare e tirò su con il naso. «Tutto bene, mi pagano adeguatamente e sono molto cordiali con me. E che mi dici di te?».
«La vita continua come sempre».
Annuirono entrambi e la video chiamata cadde nel silenzio. Poi il momento di imbarazzo generale venne stroncato da uno starnuto di Harry che rieccheggiò per tutta la casa.
«Che esagerato!» Zayn teneva in mano il telefono e sorrideva a Johanna che lo guardava fissa.
«Mi manchi».
«Anche tu mi sei mancata, ma tanto domani torno e tutto ritornerà come prima. Ah, e poi voglio solo ricordarti che fra tre giorni abbiamo la visita!».
«Che bello! Saprò se il mio nipotino sia maschio o una tenera femminuccia» disse Harry, poi si sentì la campanella del campus risuonare per tutto il complesso, stridendo alle orecchie di tutti. Persino i ragazzi in Inghilterra si coprirono le orecchie con le mani. «Ma che avete lì?» disse Danny con gli occhi socchiusi. «Un allarme?».
«Quasi» disse Niall riaprendo bocca, poi tutti gli studenti si riversarono fuori, in giardino, dove fino a poco prima Zayn e il ragazzo erano rimasti in silenzio.
«Beh, allora ci sentiamo presto!» disse Johanna e mandò un bacio volante a Zayn. «Ti amo».
«Ti amo anch'io» poi si salutarono tutti e Harry chiuse accidentalmente la chiamata cercando di spostare un granello di polvere dallo schermo.
«Che coglione» disse Zayn, poi si girò e vide Niall con le narici dilatate.
«Era necessario?» disse il biondo, alzandosi e abbassandosi il cappello sulle orecchie arrossate per il freddo.
«Dai, Niall, era solo un saluto!».
«Ma vaffanculo» disse l'altro avviandosi verso l'uscita e Zayn prese ad inseguirlo, facendosi largo in quella folla di ragazzi che si riposava per quelli che sarebbero dovuti essere venti minuti di pausa.
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Tell me something|| z.m
FanfictionCi sono segreti che nonostante vengano accantonati nei meandri più profondi della nostra mente, al minimo ricordo si impossessano della tua vita. All'improvviso tutto incomincia a ruotare intorno ad essi, ti soffocano, ti impediscono di continuare a...