Pieces of past

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I giorni seguenti passarono rapidi e impassibili, giorni in cui Johanna non era ancora riuscita a togliersi di dosso la sensazione che avesse sbagliato, che avrebbe dovuto aspettare prima di rimanere incinta. L'esperienza con Doniya l'aveva traumatizzata, e non poco, e le avevano fatto crollare qualsiasi certezza che aveva pensato in quei primi giorni dopo la visita della dottoressa. L'indomani sarebbe andata dalla ginecologa per il secondo controllo e Zayn aveva promesso che l'avrebbe accompagnata, in qualsiasi visita a venire. Ma il più grande pensiero che le attanagliava la mente era la possibilità di non riuscire in quel compito, di non esserne all'altezza, e non c'era cosa che la spaventasse di più. Non era riuscita a tenere in braccio un bambino per farlo smettere di piangere, come avrebbe fatto quando avrebbe dovuto convivere con quella situazione? Si passò le mani nei capelli e poi si prese la tazza di camomilla che si era preparata, soffiandoci sopra. Nessun calmante l'avrebbe rilassata, quello era poco ma sicuro, ma intanto preferiva prendere quella roba piuttosto che pensare al suo 'problema'.
«Sono a casa!» disse Zayn, aprendo la porta d'ingresso e chiudendola con un calcio. Passò rapidamente alla sua stanza, togliendosi il gilet giallo fosforescente di dosso e i jeans sporchi di pennarello nero. Quando tornò in cucina, indossava ancora la maglietta, ma si era messo il pantolone del pigiama, con tutti i capelli schiacciati dal berretto e che gli davano un'aria da bambino. «Ancora camomille, Jo?» disse, sedendosi di fronte alla moglie e prendendole la mano libera. «Giuro che dirò a Doniya di non venire più.»
«No.» disse la ragazza, lasciando la tazza ancora piena. «Non è colpa sua, ma mia. Mi sto facendo troppi problemi. Sono successe un po' di cose e mi è difficile stare dietro a tutte..»
«Cosa? Dai, parlamene, ti aiuto a smaltire il peso della situazione.» disse Zayn, appoggiando il mento sulla mano.
La ragazza prese a gesticolare con le mani, spostando lo sguardo da sinistra a destra come persa nei suoi pensieri, e non era propriamente sbagliato. «La questione del bambino, tutti i parenti che mi continuano a ripetere le stesse cose, le valanghe di regali, l'incidente di un pò di tempo fa... è un po' un casino totale.»
«Ferma ferma ferma.» disse Zayn, chiudendo gli occhi e facendo un segno come a voler riavvolgere il nastro. «Che incidente?»
«Oh.» Johanna si alzò appoggiando la tazza di camomilla nel lavabo. «Quando ho scoperto di essere incinta, ho quasi investito un ragazzo.» si girò bloccando Zayn prima che potesse parlare, in quanto si era già alzato con sguardo minaccioso. «Aspetta. Fammi finire.» Diede un rapido sguardo all'orologio, incominciando a mettere l'acqua della pasta. «Non è successo niente, il ragazzo si è solo spaventato. Tutto a posto, sono stata via sola una mezz'oretta all'ospedale.»
«Ma sei scema? Perchè non me ne hai parlato!?» sbottò lui, raggiungendola ai fornelli.
«Zayn, dovevo dirti del bambino e non avevo idea di come avresti potuto prenderla. Aveva appena affrontato Lucie e i miei genitori.. Ho pensato ad altro, accantonando il pensiero.» disse, alzando la fiamma. «Te ne avrei parlato successivamente.»
«Non è questo il punto!» disse lui, prendendola per le braccia e girandosela di fronte. «Sono felice che quel tizio stia bene, ma non avrei saputo che fare se fosse successo qualcosa a te!» disse, piantando gli occhi in quelli chiari di Johanna, che li guardavano comprensivi.
«Lo so.»
«No, non lo sai! Se fosse successo qualcos'altro, se avessi urtato il ragazzo o, peggio, avresti urtato tu contro qualcosa, sarebbe potuto succedere l'irreparabile. Devo ricordarti che sei incinta e che devi prestare molta attenzione in quello che fai?»
«Non c'è bisogno che tu me lo ricordi! Secondo te, perchè sto male in questi giorni? Mi sto pentendo di tantissime cose e-»
«No.» disse Zayn, lasciandole le spalle e appoggiandole le mani sulla pancia. «Non devi pentirti di questo.»
«Non puoi capire..»
«No, forse non posso capire cosa passa in quella testa, ma ricordati che di questo bambino non devi pentirti. Non devi avere nessun motivo di dubitare. Ci sono io qui, accanto a te, e sappi che non ti abbandonerò mai. Se hai dei problemi, parlamene, non ti lascerò mai a fronteggiare tutto da sola.»
«E'..difficile.» disse lei, con la gola sbarrata dalle lacrime che premeva per uscire. «Forse sono gli ormoni, ma.. Zayn. Io ho paura di non essere pronta a tutto questo, di non esserlo mai. Non so neanche prendere un bambino in braccio, come posso fare la mamma?»
Zayn abbassò lo sguardo e strinse sua moglie in un abbraccio, mentre l'acqua nella pentola incominciava a bollire. «Sono paure normali, capita che tu le possa pensare. Ma fidati, qualsiasi problema, io ci sarò sempre. Non sai prendere un bimbo in braccio? Lo farò io, anche se non ho esperienza al riguardo.» Le accarezzò la testa, mentre le lacrime le scendevano lungo le guance arrossate. «Siamo qui dentro insieme, e ti sosterrò comunque vadano le cose.»

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