Leaving

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Il giorno dopo, non appena Zayn se ne fu andato a malincuore a lavoro con il timore di ricevere qualche altra sopresa, Lucie si fiondò a casa di Johanna dalla mattina fino alla sera, troppo triste per starsene da sola nel suo appartamento nel centro di Stratford. Erano entrambe sedute sul divano, una di fronte all'altra, mentre Lucie si mordicchiava tutte le unghie, lo sguardo perso per terra.
«Ma è sicuro?» disse Johanna con le sopracciglia aggrottate. Le sembrava strana una cosa del genere. Com'era possibile che Niall l'avesse deciso nel momento in cui aveva deciso di portare avanti una relazione?
«Sì, Jo, sì! Secondo te, acquistare un biglietto di sola andata per Dublino non è una cosa sicura? Ha deciso di andarsene».
«Ma perchè dovrebbe? Insomma, ha te qui! A parte i suoi genitori, per quale motivo se ne sta tornando in Irlanda?».
«Ma che ne so!» sbottò Lucie, passando all'altra mano. Aveva bisogno di fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di non scoppiare a piangere. «Mi ha persino proposto di mantenere la relazione a distanza».
«E tu?» indagò Johanna, allisciandosi la maglietta sulla pancia. La settimana dopo avrebbe fatto il quarto controllo e non stava più nella pelle, anche se per sapere il sesso avrebbe dovuto aspettare ancora un po'. «Hai accettato?»
Lucie si lasciò scivolare sul divano, fin quando non si sedette per terra, sul pavimento gelido. «No» poi nascose il viso tra le mani e scoppiò a piangere.
«Oh, no, non fare così..» Johanna si mise in ginocchio accanto a lei, e le passava la mano sulla schiena scossa dai singhiozzi.
«Come posso non fare così?» sussurrò l'altra, ancora con le mani premute sulla faccia. «Okay che stiamo insieme da quasi tre mesi e mezzo, ma è come se io e lui ci fossimo sempre appartenuti. Per cui, mi sembra di stare con lui da molto più tempo. Non posso credere che domani sera parta definitivamente..» poi riprese a piangere più forte di prima, e Johanna la cinse con le braccia, e per fortuna la pancia non le impediva di farlo.
«Andrà tutto bene»
«No, non va bene».
«Sì, invece. Oggi uscirete e ne parlerete con calma..».
Lucie allontanò le mani dalla faccia, rivelando la sue pelle cosparsa di chiazze rosse, gli occhi lucidi e pieni di lacrime. «Non hai capito?».
Johanna la guardò confusa, inclinando leggermente la testa.
«Ci siamo già lasciati».
L'amica aprì la bocca in un ovale perfetto e prese le mani di Lucie, accarezzandole. «Non vuoi proprio provarci? Non vuoi andare con lui, magari?».
«Se mi avesse voluta con lui, me l'avrebbe chiesto» disse la ragazza amareggiata mentre tirava su con il naso e si faceva girare intorno al polso un braccialetto che Niall le aveva regalato. «Dovrei toglierlo».
«Non fare già così. E se cambiasse idea?» disse Jo con un accento strano che fece girare Lucie dalla sua parte.
«Sai qual è la cosa che mi ha dato più fastidio?».
L'altra scosse la testa, mentre si rialzava e si siedeva sul divano.
«Il fatto che lui abbia prenotato questa partenza un mese fa, dicendolo solo ad Harry».
«Non l'ha detto neanche a Zayn» puntualizzò Johanna che strinse le labbra.
«Sarebbe passato oggi» disse Lucie, mentre vedeva fuori dalla finestra il sole tramontare e sparire lentamente lungo l'orizzonte. «E io ora me ne vado, prima che possa vederlo».
«Capisco che intendi».
«Non gli augurerò nemmeno buon viaggio» tirò su con il naso un'altra volta e si alzò, dandosi una scrollata ai capelli. «Ricordi quando dicevi che ero una ragazza che non prendeva nulla sul serio?»
«Certo che me lo ricordo. Dicevi anche che non ti saresti mai innamorata..» disse con quello sguardo che assume chiunque la sappia lunga.
Lucie alzò il mento e la guardò alzarsi dal divano. «Infatti. Niall purtroppo è stata l'eccezione, ma ho deciso di tornare quella di prima. Niente più cose serie, anche perchè sono quelle che mi durano di meno. Se Niall ti chiede di contattarmi, digli che non voglio sentirlo mai più».
«Lux, sii ragionevole. Davvero pensi che non tornerà più?»
«Affermativo» andò in cucina e recuperò la borsa, mentre si infilava il cappello nero e la sciarpa fuxia. «Non voglio mai più sentirlo nè vederlo».
«Lo sai che cambierai idea, vero? Dai, non fare la bambina! Hai 25 anni, cazzo, non puoi comportarti così».
«Allora» la ragazza si avvicinò a Johanna e socchiuse gli occhi. «Mi stai sentendo adesso? Non sentirai mai più il nome 'Niall' uscire dalla mia bocca a partire da questo momento» fece finta di cucirsi la bocca e buttarsi alle spalle una chiava inesistente. Girò i tacchi e si avviò verso la porta d'ingresso, abbracciando prima Johanna. «Grazie per non avermi cacciata di casa, avendotela occupata da stamattina».
«Non preoccuparti, quando vuoi. Ci sono sempre» si abbracciarono calorosamente. Johanna sapeva che Lucie ci sarebbe stata sempre, e la ragazza sapeva che Lux non l'avrebbe mai abbandonata, mai.
Si guardarono negli occhi e sorrisero. «Se vuoi venire a sgolarti e a mangiare coppe di gelato, la porta è sempre aperta».
«Non mancherà occasione» disse Lucie abbassando la maniglia e aprendo la porta per uscire, quando si trovò di fronte un Niall incappucciato dalla testa ai piedi, il capello azzurro che gli cadeva sugli occhi e la sciarpa dello stesso colore avvolgergli mezza faccia. Aveva il pugno a mezz'aria, in quanto stava per bussare proprio nel momento in cui la ragazza apriva la porta d'ingresso. Johanna rimase immobile, mentre il sorriso di poco prima di Lucie scompariva lentamente, lasciandosi dietro una smorfia terribile. Si fiondò su di Niall e prese a tempestargli di pugni il petto coperto del giubbotto scuro. «Vaffanculo, pezzo di merda!» urlò la ragazza, mentre il ragazzo la bloccava per le spalle. Johanna accorse sulla scena, uscendo nell'aria fredda di novembre senza una giacca, staccando di forza Lucie che aveva anche iniziato a piangere, mentre non smetteva di colpire Niall che aveva la mascella serrata e gli occhi che guardavano la ragazza incessantemente. Johanna le bloccò le mani e la spinse via, allontanandola lungo il vialetto per farla andare via da lì quanto prima possibile, mentre Niall la guardava da sotto l'arcata della porta, con le braccia allungate deboli lungo i fianchi e lo sguardo vacuo.
Quando Johanna tornò scappando dentro casa per il freddo che faceva, prese Niall per mano e lo tirò con forza dentro casa, chiudendo la porta subito dietro di sè, stringendosi nelle spalle e facendo respiri profondi. «Se mi ammalo, è solo colpa tua» sibilò con i denti che digrignavano.
Lui si tolse il cappello e lo gettò a terra, sedendosi sul pavimento subito dopo. Johanna rimase attaccata di spalle alla porta e lo guardava sconsolato. «Avanti, parlami. Perchè te ne stai andando?».

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