«Parlami, per favore. Sfogati» disse Johanna rimanendogli accanto con i suoi occhi azzurri che trasudavano preoccupazione. Tutto stava cambiando sotto ai suoi occhi, e non era stata in grado di percepirlo autonomamente.
«Jo, è difficile..» affermò Zayn con le mani strette tra di loro e la testa incassata nelle spalle ormai abbandonate alla disperazione. Aveva rovinato tutto in passato e stava per farlo nel presente. «E so già da adesso che tu mi odierai e non riuscirai a guardarmi più negli occhi».
«Ma cosa dici? Non potrei mai-».
«No, Jo. Lo farai, fidati di me».
Zayn rimase con gli occhi colmi di lacrime non versate e il labbro inferiore che aveva preso a sanguinare per i morsi ricevuti.
«Amore, sono qui. Non ti lascerò mai» disse Johanna in un sussurro.
«Ma sarò io a lasciare te».
«Ma cosa cazzo stai dicendo?» sbottò lei portandosi due mani sulla pancia gonfia.
«Jo, tu non hai idea di cosa io abbia combinato in passato. Cose che non puoi nemmeno immaginare».
«Ci conoscevamo?».
«Sì, ma non stavamo insieme. E' una cosa successa poco tempo prima e che mi opprime da allora, rovinandomi la vita. Ma non posso lamentarmi, me la sono cercata da solo e ora devo fare i conti con il futuro».
Johanna drizzò la schiena e si strinse con due mani la coda ai capelli che scendevano ondulati lungo la schiena. Faceva davvero freddo quel giorno, era come se la temperatura toccasse massimo i 10°, ma Zayn sudava copiosamente, le tempie imperlate di goccioline di sudore, la paura di ciò che sarebbe successo lo bloccava.
«Dimmelo, Zayn».
Il ragazzo si girò verso di lei con le lacrime che ripresero a solcargli le guance e gli occhi arrossati. «Ho trovato un articolo sul tuo comodino e l'ho letto. Parla di un caso che ancora non è stato chiuso».
«Lo so, e questa cosa ti turba parecchio?».
«Sì, Jo, non puoi capire quanto, perchè io sono l'unico a conoscenza della verità effettiva».
La ragazza aggrottò le sopracciglia, guardandolo fisso negli occhi. Aveva le braccia piegate sotto al seno, in posizione di ascolto, ma entro poco tempo non avrebbe neanche avuto la forza di muovere un muscolo. «In che senso?»
«Quel caso è ancora aperto perchè non hanno trovato il colpevole, quando invece l'hanno avuto sempre a portata di mano».
Johanna spalancò la bocca, «E perchè non hai testimoniato, sapendo la verità?!».
Zayn si girò verso di lei con uno scatto, facendola spaventare. Spalancò le braccia e la guardò con il volto sfigurato dalla disperazione, «Perchè sono io il colpevole, Jo!» urlò con la voce graffiante di pianto e i singhiozzi che gli facevano tremare il petto. «Sono stato io e non ho fatto niente per farmi prendere, me la sono data a gambe. Sono io l'artefice di tutto quello».
«Ma cosa stai-».
«Quel ragazzo non è stato trovato perchè l'ho ucciso, Johanna».
La ragazza rimase con il respiro mozzato in gola, e il corpo immobile affianco a quello del marito.
Zayn si portò due mani al petto, chiudendole a pugno. «Sono stanco di mentire ancora. Ho questo peso da cinque anni e mezzo addosso e sono scoppiato. Avrei voluto limitare i danni, ma tutto ciò è irreparabile. Sono io l'assassino del ragazzo e tu sei la terza persona che lo sa».
«Non ci credo per niente al mondo..» disse lei con il fiato corto e un nodo all'altezza dello stomaco. «Non posso crederci».
Zayn si portò due mani alla testa, nascondendo il volto rigato di lacrime di disperazione e paura. «Louis e Liam erano con me, quella sera. Avevamo circa 23 anni ed eravamo ubriachi» iniziò con le mani che gli tremavano e la voce ridotta ad un sussurro, mentre la pioggia batteva contro i vetri della finestra, la stanza ancora avvolta nel buio. «Avevamo anche fumato qualcosa, ma non ci eravamo resi conto di aver esagerato fin quando non capitarono nella nostra via altri ragazzi».
Zayn faceva profonde boccate d'aria per racimolare fiato a sufficienza per continuare a parlare, mentre Johanna era immobile accanto a lui, ferma e impassibile.
«Io ero seduto a terra e giocavo con dei pezzi di vetro risalenti a bottiglie di birra vuote, quando il ragazzo dai capelli rossi incominciò a lanciare delle frecciatine contro di noi. Io ero ancora fermo lì, quando Louis e Liam si avventarono sopra di lui, picchiandolo fortemente. Solo dopo scoprimmo che il tutto era stato filmato da una telecamera infossata nella parete, la quale aveva ripreso solo Liam e Louis che lo riempivano di calci e pugni, poi si spostarono e il video terminò lì, fermando la loro ripresa».
Zayn fece un colpo di tosse e gli venne un conato, mentre Johanna accanto a lui lo guardava con gli occhi sgranati.
«Poi lui iniziò a parlarmi di te, con la bocca tumefatta e ricoperto di sangue dalla testa ai piedi. Aveva tagliato anche Liam in faccia, mentre io ero rimasto fermo e seduto per tutto il tempo, senza fare niente, non rientrando nella visuale della telecamera. Gli amici del ragazzo se l'erano data a gambe..» continuò chiudendo gli occhi, le scene che gli danzavano sulle palpebre come a voler rivivere all'infinito un evento terribile, «.. e poi furono loro i testimoni che incriminarono Louis e Liam. Quando il ragazzo incominciò a dirmi di quanto io facessi schifo e di come tu non mi avessi mai considerato, nel momento in cui lui ti delineò 'troia', persi completamente il senno. Raccapezzai una bottiglia di birra e gliela spaccai in testa» sussurrò le parole alla fine, troppo distrutto per riuscire ad aggiungere altri dettagli.
Johanna a quel punto iniziò ad indietreggiare sul divano portandosi una mano alla bocca, sgomenta. Incomiciò a far cambiaciare tutti i pezzi del puzzle, e il quadro che ne stava uscendo la fece morire dal terrore.
«Subito ci affrettammo a spostarlo, allontanarlo da quel luogo maledetto, facendo il minor rumore possibile e assicurandoci che non ci fosse nessuno in giro, e così lo portammo lontano..» Zayn si passò una mano sulla fronte bagnata mentre le lacrime continuavano a scendere e la voce gli si era resa grave e graffiante. «Non eravamo per niente coscienti, facevamo le cose in automatico, anche se sapevamo benissimo che avremmo dovuto affrontare le conseguenze di tutto quello. Lo portammo in un campo...» poi si girò con i suoi occhi rossi e li puntò su Johanna che aveva la mano sul cuore, il volto di pietra e gli occhi spalancati dalla paura. «... in questo campo» Puntualizzò lui, poi Johanna incominciò ad alzarsi in piedi, con una mano sotto alla pancia come a sostenerla. Il cuore le batteva troppo velocemente contro il petto e pensava le sarebbe venuto presto un infarto, con il terrore e la sensazione di disgusto che si stavano ritagliando una spazio all'interno del suo corpo.
«Lo seppellimmo velocemente e ce ne andammo; solo dopo circa tre mesi Louis e Liam furono presi dai carabinieri per indagini. Gli amici del ragazzo morto li avevano denunciati, trascurandomi, in quanto in fondo ero lì fermo a giocare solo con dei pezzi di vetro, innocuo, quando invece io sono stato l'artefice dell'omicidio».
Johanna represse un conato, mentre riprendeva ad allontanarsi. Il suo mondo, tutta la sua vita si stava distruggendo davanti ai suoi occhi, ogni certezza scomparire rapida come una stella cadente.
«Liam e Louis sono stati in prigione tutto questo tempo perché erano gli unici incriminati perché immortalati nel video, e avevano preferito tenerli sottocontrollo; nonostante avessero fatto il mio nome, io non ho mai rivelato niente. Volevo solo dimenticarmi di quello che avevo fatto, e confessare non mi sembrava la miglior cosa da fare. Sono stato interrogato, ma non essendo presente nel video, non incriminabile; poi gli amici del ragazzo non si ricordavano neppure della mia presenza, essendo nascosto nel buio della strada, tanto erano fatti».
Johanna era in piedi immobile, con le lacrime che le scendevano rapide sulle guance, scendendo poi sul collo lungo.
«Così ho lasciato che Liam e Louis scontassero la causa da soli, mentre io continuavo indifferente la mia vita, e trovavo in te la donna della mia vita» anche Zayn a quel punto si alzò, con entrambe le mani premute sopra lo stomaco, mentre un fulmine illuminava la stanza come se fosse stato giorno, oscurando la sua figura.
«Il caso è ancora aperto perché io non ho confessato proprio nulla, per cui....il corpo è ancora qui».
A quel punto un tuono squarciò il cielo e Johanna scoppiò a piangere, si portò le mani tremanti tra i capelli, scompigliandosi la coda perfetta. Il cuore le martellava nel petto, i singhiozzi non le permettevano di respirare e aveva sentito il suo cuore andare letteralmente in frantumi. Si portò davanti alla bocca la mano che le tremava come in preda ad una crisi, non trovando la forza di dire qualsiasi cosa.
«Liam e Louis sono usciti di prigione grazie al signor Tomlinson, un uomo ricchissimo che ha corrotto il giudice dopo cinque anni di problemi e carte da firmare, accordi da prendere e concludere. E il giorno del nostro matrimonio sono venuti, per riportare a galla tutto quello che avevo cercato di accantonare nella mia mente. Il senso di colpa mi ha oppresso da cinque anni, ma in questi ultimi sei mesi e mezzo sono stato torturato dalla presenza di quei due che hanno cercato di farti entrare nel circolo, affinchè tu sapessi» Zayn la raggiunse con gli occhi rossi e la faccia un lenzuolo. «Avrei voluto parlartene, ma sono stato un codardo, un egoista, tutto ciò che c'è di brutto al mondo..un pezzo di merda» poi le si avvicinò e le afferrò rapido le mani, stringendole nelle sue umide. «Ma in tutto questo tempo non ho mentito su ciò che provo per te».
Ma Johanna chiuse la bocca con le labbra che le tremavano e sciolse rapida la presa, attaccandosi al muro dietro di lei. «Stammi lontano».
«Johanna, è tutto finito adesso..».
«No..» sussurrò lei con il fiato corto e la voce un sussurro. «Non è finito proprio niente. Sei un assassino» sussurrò più a se stessa per soppesare la potenza di quelle parole. «Hai ucciso un ragazzo, e sei ancora qui».
Zayn fece un passo indietro e la guardò, con le braccia allungate lungo i fianchi, mentre in lontananza, accompagnate dai tuoni che rimbombavano su tutta Stratford, le sirene delle auto della polizia si stavano avvicinando.
«Johanna, io ti amo davvero, e non ti ho raccontato tutto ques-».
«Vattene» disse tra i denti, mentre tutta la sua vita le scivolava tra le mani come sabbia tra le dita: una volta dispersa, non la si trova mai come prima.
Le sirene della polizia erano alle porte, mentre Johanna si sentiva lentamente morire e Zayn la guardava con gli occhi socchiusi e oscurati da profonde ombre sotto gli occhi, resi umidi per tutte le lacrime che aveva versato.
«Jo, ciò che ho fatto è imperdonabile, e il mio modo di agire anche peggio. Sto pagando le mie conseguenze e, forse, poi sarò in pace con me stesso». Le macchine della polizia erano arrivate e si sentiva un vociare continuo fuori di casa che catturò l'attenzione di entrambi, anche se i loro sguardi erano inchiodati l''uno sull'altra. «Ma io ti giuro sul mio cuore che ti ho sempre amato e così sarà. E' una cosa che avrei dovuto fare anni fa', ma-».
«Va' via!» ripetè ancora una volta Johanna attaccata al muro alle sue spalle per mettere quanta più distanza possibile tra i loro corpi.
Zayn abbassò lo sguardo, e farfugliò qualcosa che Johanna non riuscì a capire, proprio mentre la porta d'ingresso veniva spalancata con un calcio e una mandria di poliziotti si fiondava in casa. Da fuori si sentiva il vociare dei giornalisti che non aspettavano altro se non trovare una notizia di cui parlare, mentre la pioggia continuava a scendere copiosamente.
Un poliziotto si mise alle spalle di Zayn e gli prese le braccia, piengandole sulla schiena facendogli racchiudere i due polsi in delle forti manette di metallo. Tutti gli altri erano in cerchio mentre Johanna assistiva alla scena, scendendo lentamente sul muro dietro di lei.
«La dichiaro in arresto per omicidio e occultamento di cadavere. Non ha il diritto di parlare e ogni sua parola potrà essere usata ulteriormente contro di lei» disse il poliziotto alle spalle di Zayn mentre lo faceva inginocchiare per terra e tutti gli altri avevano le pistole spianate contro di lui. Il ragazzo guardò un'ultima volta Johanna, gli occhi fissi in quelle iride chiare sfigurate dal terrore, dal ribrezzo, prima di sussurare «Mi dispiace», poi il poliziotto gli fece abbassare la testa e Johanna non resse più. Senza giubbotto, senza cappello o sciarpa, scappò di casa, con i piedi che si immergevano nel terreno molle e bagnato dalla pioggia fitta. Il cadavere era ancora lì sotto, ecco perché Zayn quando aveva visto la casa si era sentito male. Mentre Johanna correva a perdifiato, allontanandosi da suo marito, le sembrò che tutta la sua vita si fosse basata su un'unica, grande bugia. Correva rapida, mentre i flash delle macchine fotografiche la catturavano furtivamente, abbagliandola. Con una mano si coprì la pancia mentre con l'altra si coprì il volto, quando i fotografi impazzirono nel momento in cui i poliziotti trascinarono Zayn fuori di casa con il capo chino, facendolo avvicinare alla macchina accostata alla via. I giornalisti impazzivano tutti intorno, i flash che cercavano di captare ogni singolo movimento e espressione del criminale, mentre Johanna correva ancora sotto la pioggia, senza pensare a niente, correndo verso l'unica persona che le sarebbe stata accanto sempre e in ogni circostanza.
Mentre Zayn veniva spinto dentro la macchina della polizia, con i capelli bagnati che gli si erano appiccicati alle tempie, Liam e Louis rimasero spettatori della scena, con il sorriso sadico dipinto in volto, chiusi nella BMW nera.
«Finalmente» disse Louis alzandosi il cappuccio sopra la testa e abbassandosi sul sedile dell'auto parcheggiata sulla via opposta.
Nonostante anche Liam fosse entusiasta della vendetta raggiunta, guardò Louis. «Sai che ancora non è finita, vero? Ora partiranno sul serio sulle nostre tracce, avendo la verità in mano».
«A questo punto, Liam, il nostro compito è quello di sparire di scena». Quando la macchina della polizia con Zayn dentro si allontanò con le sirene attive, Louis e Liam imboccarono una strada secondaria e sparirono nel nulla, mentre i giornalisti si allontanavano andandosi a riparare nei furgoni parcheggiati, finalmente con del materiale in mano.
Johanna era intanto arrivata a casa di Lucie e la trovò sotto l'arcata della porta, con le braccia spalancate e il volto rigato di lacrime, con in sottofondo la tv accesa sul telegiornale locale. Johanna, completamente bagnata dalla testa ai piedi, nonostante la pancia ingombrante, si gettò tra le braccia dell'amica, scoppiando in singhiozzi violenti. «La mia vita è finita».N/A
Ciao a tutti.
Okay, credo di avervi destabilizzati con questo capitolo ma posso assicurarvi che è il più importante della storia. Ci tengo inoltre a precisare che manca un solo capitolo prima dell'epilogo, per cui siamo prossimi alla fine.
Grazie per i voti e per le letture di questa storia, vi voglio bene.
STAI LEGGENDO
Tell me something|| z.m
FanfictionCi sono segreti che nonostante vengano accantonati nei meandri più profondi della nostra mente, al minimo ricordo si impossessano della tua vita. All'improvviso tutto incomincia a ruotare intorno ad essi, ti soffocano, ti impediscono di continuare a...