Tell me it's a joke

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Circa due settimane dopo la cena, Zayn era davvero scosso, non riusciva a sopportare il fatto che loro lo potessero controllare attraverso l'influenza su sua moglie. Sì, loro ormai avevano Johanna in pugno, e finchè non avessero raggiunto il loro obiettivo, avrebbero fatto di tutto per farlo soffrire, per avere la loro vendetta. Erano queste tutte le cose che pensava mentre andava a lavoro e parcheggiava la macchina nell'apposito parcheggio per i dipendenti dell'ufficio postale. Mentre metteva il freno a mano e lasciava la vettura, pensò alle ultime parole che Liam gli aveva soffiato all'orecchio prima che abbandonassero la sua casa. 'Se non lo dici tu a Johanna, lo diremo noi.' Era una cosa fuori dal mondo: gliel'avrebbe detto lui, prima o poi , però cercava sempre il modo di rimandere il momento. Loro non avrebbero dovuto far niente, era già tanto che fossero riapparsi nella sua vita dopo cinque anni di silenzio, dopo cinque anni in cui Zayn era riuscito pian piano a costruirsi qualcosa con Johanna, un castello di carte che stava crollando a causa del loro ritorno. Aprì il suo ufficio chiuso a chiave e sisitemò subito la cartella delle consegne. Non appena si sedette, Thomas fece capolino dalla porta. «Buongiorno».
Zayn gli rispose senza alzare la testa dai fogli che stava cercando di mettere in ordine. «Che vuoi?» disse poi, vedendo che l'altro ragazzo stava ancora fermo sotto l'arcata della porta, con le mani infilate nel suo gilet giallo. Era più grosso di Zayn, con i capelli ricci e biondi e gli occhi marroni, ed era anche più grande di Zayn di qualche anno, ma un quoziente intellettivo pari a quello di un rinoceronte. A Zayn si parò in mente l'immagine dell'animale, poi scosse la testa. In quanto a forma fisica - pensava mentre riponeva alcune carte nel cassetto - ci siamo vicini.
«Oh, già. Tieni, è arrivata questa per te stamattina» si avvicinò alla scrivania in mogano tirando fuori dalla tasca una lettera, ancora imbustata. «Era nella cassetta vicino all'ingresso e siccome sono arrivato per primo, l'ho presa e te l'ho portata».
«Wow, che atto di gentilezza. Ti sei guadagnato un posto in paradiso per questo». disse Zayn sfilandogli la lettera di mano: ovviamente non aveva il mittente, solo il destinatario.
«Posso sapere come mai sei più scontroso del solito? Certo, con me lo sei sempre, però anche Will si è lamentato..» disse Thomas mentre si appoggiava con entrambe le mani sulla scrivania. Zayn sollevò lo sguardo e lo puntò sul ragazzo, aggrottando le sopracciglia.
«Ora mi hai consegnato la lettera, te ne puoi andare».
«Ehi amico» disse quell'altro avvicinandosi un altro po' «Controlla come parli. Sappi che io sono un livello più in alto di te, e quindi più vicino al capo. Posso andargli a riferire tutto, quando voglio».
«Oh, adesso passiamo alle minacce?» Zayn si passò una mano tra i capelli, facendola poi scorrere lungo la faccia con aria stanca. «Senti, Tommy».
«Thomas» puntualizzò l'altro, squadrandolo. Zayn fece un vago gesto della mano.
«Non sto passando un buon periodo, per cui ti chiedo gentilmente di lasciarmi stare».
«Se me l'avessi detto con gentilezza anche prima, lo avrei fatto» disse l'altro mentre si allontanava verso la porta, le scarpe di ginnastica che gli cigolavano ad ogni passo. Zayn si girò la lettera tra le mani, prima che Thomas uscisse dalla stanza, ma prima di abbandonarla del tutto si affacciò all'ultimo secondo. «Comunque il matrimonio non ti sta facendo bene. Ti conviene lasciare Johanna e spassartela».
Zayn raccolse un foglio appallottolato da sotto la scrivania e glielo lanciò contro, quando Thomas chiuse la porta con un tonfo. Poi si decise ad aprire la lettera, e iniziò a leggerla, il silenzio intorno che era come se volesse schiacciarlo più di quanto già non fosse.

Zayn,
allora, prima di tutto vogliamo dirti che abbiamo passato proprio una bella serata insieme a te e a tua moglie. Johanna è una persona splendida, e giuro che se non te la fossi sposata tu, me la sarei presa in moglie io. Un attimo, c'è ancora questa possibilità, no?
Zayn si ritrovò a strappare la busta che conteneva la lettera, con le mani che gli formicolavano.
Beh, certo, solo quando andrai in prigione, ovvio. Però lei è troppo presa da te, in una maniera che neanche immagini. Mentre tu eri in bagno a fare chissà cosa, lei ci ha detto delle cose bellissime su di te, come l'essere perfetto, ottimo per diventare papà, stupendo, eccetera, cose che ci fanno venire da vomitare solo a riportarle su questo misero foglio di carta.
Zayn aveva fatto a brandelli la busta e in quel momento stava stringendo la carta nella mano sinistra, dove all'anulare la fede catturava la luce del neon sopra di lui che conferiva alla stanza un'aria molto più cupa e triste.
Tutto ciò che ci ha riferito ti delinea come l'uomo ideale, quando sai che non è così, vero? Insomma, come puoi esserlo dopo aver ucciso un ragazzo?
Lei deve saperlo Zayn, per forza. O lo fai tu, o lo facciamo noi, e penso che non ti convenga, a questo punto.
Non sappiamo quello che potrebbe essere successo nel tempo che questa lettera ha impiegato per arrivarti. Solo, ti conviene stare molto attento. Chissà, forse sarà accaduto qualcosa, forse no, tocca a te saperlo. Ma ricorda una cosa, Zayn.
Non ti libererai mai più di noi, almeno finchè non sarai dietro quelle sbarre tanto quanto lo siamo stati noi per colpa tua!

Liam & Louis

Tell me something|| z.mDove le storie prendono vita. Scoprilo ora