The dinner (part one)

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Il pomeriggio del giorno dopo, il venerdì, Johanna e Zayn accompagnarono Niall all'aeroporto, seguiti da Danny ed Harry che non avrebbero lasciato che il ragazzo partisse senza averlo prima salutato. Il biondo aveva un sacco di valigie da mettere nella stiva dell'aereo, ma poiché aveva fatto il check-in online, allora l'attesa fu breve e i ragazzi decisero di accompagnarlo fino al momento dell'imbarco. Niall aveva lasciato che i fattorini gli portassero via le valigie, rimanendo solo con una ventiquattrore sotto braccio e il telefono chiuso nell'altra mano. Continuava a controllare se fosse arrivata una chiamata, un messaggio, qualsiasi cosa con cui Lucie avrebbe potuto salutarlo, ma purtroppo era una speranza vana.
Il microfono chiamò il volo per Dublino e tutti i passeggeri si misero in fila per farsi controllare i documenti un'ultima volta prima della partenza. Niall strinse con un braccio sia Danny sia Harry, augurando loro di passare una bella vita.
«Mi mancherai tantissimo, Niall» sibilò Harry con gli occhi lucidi. Danny gli afferrò una mano, accarezzandone il dorso. «Torna presto».
Il biondo annuì con gli occhi arrossati e lucidi, poi si girò per stringere in un abbraccio sia Johanna, sia il marito, rimanendo in quella posizione fin quando non venne chiamato per la seconda il volo per Dublino. «Scusatemi se vi ho ossessionati da quando siete sposati» sorrise loro, controllando il cellulare: ancora nulla.
«Figurati. Anche se talvolta fastidioso, la tua presenza mi faceva sentire meno sola» disse Johanna accarezzandogli una spalla, mentre Zayn lo prendeva per il braccio e gli dava numerose pacche sulla schiena, mentre dietro di loro la fila si andava dirandando e toccava a lui. «Ti prego, non abbandonarmi».
«Zayn, ti prometto che tornerò. Non ti libererai facilmente di me» si strinsero un'ultima volta, poi Niall si sistemò la borsa e si avviò, salutandoli con la mano. Porse il foglio all'hostess e aspettò che glielo strappassero, poi le porte scorrevoli si aprirono e aspettò che si chiudessero, prima che si avviasse lungo il corridoio.
Guardò il telefono, e rimase deluso quando non trovò nemmeno un misero 'ciao', ma dopo quello che aveva fatto a Lucie, era ammissibile il fatto che non lo volesse più vedere. Si girò di spalle, per salutare ancora una volta i suoi amici più fidati quando la vide, un po' più indietro di Johanna, con la felpa e il cellulare in mano, i capelli sfatti e profonde occhiaie sotto gli occhi. Johanna si guardò alle spalle, e quando vide la sua amica, si scansò per permettere che lei e Niall si vedessero, almeno quella volta. L'hostess diede una spintarella al ragazzo per invitarlo a proseguire lungo il corridoio ormai vuoto, mentre fuori dal finestrino si vedevano tutti i passeggeri salire per le scale e prendere posto in aereo. Niall vide gli occhi di Lucie luccicare e si sentì una morsa alla gola, abbassando lo sguardo, mentre l'hostess lo prendeva per le spalle, tirandoselo dietro. Niall si sentì gli occhi pizzicare, poi vide Lucie - nonostante non si fosse avvicinata - digitare qualcosa sul cellulare.
«Andiamo, signore, si muova. Vuole rimanere qui?» gli intimò l'hostess tirandolo via con la forza, mentre il ragazzo aveva ancora gli occhi lucidi puntati su di lei. Quando Lucie alzò lo sguardo, il cellulare di Niall vibrò e si mise a leggere subito il messaggio appena arrivato. Inchiodò con i piedi, almeno per ritardare la partenza, ma l'Hostess ormai lo stava portando via, sempre più lontano dalla porta, mentre la figura di Lucie si faceva via via più piccola e lontana. Nonostante quello che tu mi stia facendo, ti amo, Niall.
Il ragazzo strinse gli occhi e si liberò dalla presa ferrea dell'hostess, avviandosi verso le porte ormai chiuse. Vi si appoggiò contro, alzando una mano e accarezzando il vetro freddo, mentre Lucie si portava una mano alla bocca, si accovacciava per terra e Johanna la raggiungeva, chinandosi piano accanto all'amica. Niall abbassò lo sguardo, poi la sua mano si staccò dal vetro trasparente e si lasciò portar via dall'hostess che inveiva contro di lui per mancanza di puntualità e maleducazione. Quando fu sull'aereo e prese posto, il suo sedile era accanto al finestrino sul quale si affacciava il resto dell'aeroporto e Lucie, nascosta da qualche parte dietro quei vetri oscuranti. Il pilota prese a parlare nel microfono, la sua voce ovattata che ribadiva il fatto di dover spegnere i cellulari o metterli in modalità aerea, e Niall approfittò di quegli ultimi minuti disponibili per digitare un unico e ultimo messaggio. Ti amo anche io, Lux. Ti amo da morire. Aspettò la consegna, poi spense il telefono e appoggiò la testa sul vetro freddo del finestrino, mentre fuori iniziava a piovere e lui finalmente scoppiava a piangere.

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