capitolo 1

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Stamattina il sole è scuro. Sono le sei e il giorno ha deciso di dormire ancora un po', ritardando il momento in cui la luna si fa pallida, fino a scomparire tra le nuvole, di ancora cinque minuti.

"Ancora cinque minuti" biascica Simone, con la faccia affondata nel cuscino. Le parole restano intrappolate tra le sue labbra e il letto, assumendo la sfumatura di un capriccio. Sarà perché fuori è ancora buio o perché è andato a dormire non più di un paio d'ore fa, ma oggi di svegliarsi non se ne parla proprio.

"Avevamo detto di vedere l'alba insieme, Simo." sono le parole limpide che lo raggiungono, come a giustificare la loro presenza lì, sul lato opposto della brandina che occupa e che cede leggermente sul lato destro.

È una voce di ragazza che Simone conosce bene, la stessa voce che lo ha pregato di accompagnarla in vacanza, la stessa voce che gli sussurra all'orecchio di tenerla per mano in mezzo alla gente, la stessa voce che da un anno a questa parte gracchia in sdolcinati messaggi vocali. Non è solo una voce di ragazza. È la voce della sua ragazza.

Nel frattempo, Simone si è riaddormentato.

"Simo" lo chiama di nuovo, scrollandogli leggermente il braccio. Simone maledice l'istante in cui, la sera prima, è sgattaiolato fuori dalla branda, ha infilato la felpa arruffata all'angolo della stanza e si è seduto sul terrazzo dell'appartamento che lui e Laura hanno preso in affitto per queste due settimane, con una sigaretta accesa tra le dita di una mano e il vetro gelido di una birra nell'altra.

Era stato bello concedersi tre ore di silenzio, con il rumore delle onde a infrangersi sulla spiaggia dall'altra parte della strada, da solo. Ma, soprattutto, era stato necessario per sbrogliare la mente dai pensieri insistenti che gli ripetono, costanti, che questo non è ciò che vuole. Ma adesso sono le sei e lui ha soltanto due ore di sonno.

Anche ora, nonostante Laura sia dolce con lui, mentre apre le tende della stanza, Simone non può che percepire forti e chiari gli stessi pensieri.

Si gira, sdraiandosi supino e coprendosi istintivamente gli occhi, sebbene non ci sia alcuna luce a disturbargli la vista, poi si stiracchia grugnendo. Laura ride e torna accanto a lui, gli poggia una mano sulla guancia e inizia ad accarezzarlo. Simone si concede di chiudere gli occhi e non per bearsi di quel gesto, bensì per evitare di tradirsi con lo sguardo totalmente distaccato che le concederebbe.

Un secondo dopo, Laura prende a lasciargli scie di fievoli baci dalla mascella alle guance e da lì alla bocca. Simone stringe leggermente le labbra, ed emette sbuffi dal naso che dovrebbero ammettere il suo fastidio, ma che la ragazza prende come una risata soffocata e dunque non smette di torturarlo. Alla fine Simone si arrende e ricambia l'ultimo bacio che Laura gli riserva ma, subito prima che lei possa approfondirlo, se la scosta di dosso e si mette a sedere.

Laura gli contorna il volto con le mani, ridendo. Simone poggia le sue su quelle di lei, con gli occhi aperti a stento e le palpebre incollate dal sonno e, nel modo più delicato che conosce, le stacca dal suo viso e le fa ricadere sul letto, poi sgattaiola fuori dalla stanza e si abbandona in un sospiro di sollievo mentre raggiunge il bagno.

Il suo ritratto lo giudica in silenzio dallo specchio.

"Che palle." dice, e il suo lamento non trova risposta.

Perché fa così? Perché riesce a stento a stare nella stessa stanza con la ragazza che lo ama? Quand'è che ha iniziato a trovare snervante la sua voglia di sfiorarlo, baciarlo, toccarlo? Simone guarda il suo riflesso e si maledice. Non merita l'amore di nessuno, tanto non saprà mai ripagarlo a dovere.

È da qualche mese ormai che è arrivato persino a chiedersi perché si siano messi insieme in primo luogo. Lui non la ama, gli è chiaro, evidente. Una scritta al neon che gli lampeggia in testa.

ANCORA CINQUE MINUTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora