capitolo 7

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"Chì!" grida Manuel, sporgendosi dal cancelletto della villetta, mentre la ragazza è già in fondo alla via. Stava uscendo con un sorriso così grande che Manuel si è sentito un po' in colpa per richiamarla indietro, ma ha sta cosa nel petto e non può più tenersela per sé.

La coda alta blu della ragazza smette di oscillare mentre si ferma e si volta. Manuel agita la mano per attirare la sua attenzione e lei fa lo stesso, convinta che lo stia salutando, così Manuel alza gli occhi al cielo e chiama di nuovo, prima che la ragazza si volti: "Chì!"

"Che voi?"

"Viè qua n'attimo!"

"Eh?!"

"Viè qua!" grida Manuel, facendole segno di avvicinarsi. Vede Chicca assumere un'espressione scocciata mentre si trascina indietro a passi pesanti.

"Che c'è?"

"Te devo parlà n'attimo."

Chicca lancia un'occhiata all'orologio: "Popo adesso?"

"Eh, quando se no?"

"Boh, quando vieni in spiaggia?"

"No, ce sta troppa gente in spiaggia, te lo devo dì adesso." risponde Manuel, aggrappandosi con le dita alle sbarre del cancelletto, come se stesse chiedendo aiuto per un'evasione dell'ultimo minuto dal carcere.

Chicca sbuffa e si avvicina ancora: "Dimme."

"Entra, aspe'."

"No, Manu devo andare, dimmelo così o me lo dici dopo." risponde severa Chicca, scagliando un'occhiata alle sue spalle come se stesse tracciando mentalmente il tragitto da qui alla spiaggia.

"Ma perché che devi fà?"

"Ma sono cazzi miei."

"Eddai."

"Devo vedemme co na persona, posso?" confessa, rimanendo nell'anonimo.

"Che c'hai, l'appuntamento alle dieci del mattino?"

"Allora o me dici quello che me devi dì o me ne vado." minaccia, spostandosi la borsa di tela nera da una spalla all'altra.

"Puoi entrare un attimo?"

Chicca lo guarda con l'espressione più seria che abbia mai assunto, poi si lamenta con un "Che palle oh" e infine aggiunge "Aprime."

"Grazie Chì te devo na birra."

"Vaffanculo e apri!" è la risposta della ragazza, mentre si aggancia al cancelletto in attesa che si apra. Chiederà scusa ad Amina appena arriva in spiaggia, correrà al chioschetto con le Convers ancora ai piedi, se lo promette. "Manu te voi move!" grida, subito prima che il cancelletto gracchi e si apra con il solito scatto.

"Madonna Chì, manco 'n secondo sai aspettà." dice Manuel, camuffando il nervosismo dietro una risata. Ma Chicca lo conosce, fin troppo bene, e nota che è agitato, lo nota dal modo in cui si tortura le mani, dal modo in cui si sfila l'anello dal pollice e poi se lo mette di nuovo, in un loop continuo. Così non dice più niente e si siede qua fuori, poggiando la borsa di tela sul tavolino di plastica.

"Dimme, che c'hai?"

"Ho fatto 'na cosa, ma non te incazzà."

"Se parti così..." commenta Chicca.

"No, ascolta, davvero. Se te dà fastidio quello che te dico dimmelo e te lascio annà." è serio, e ora gioca con la stoffa della borsa sul tavolo.

Chicca annuisce, ed è tentata di allungare la mano e prendergli le sue nelle proprie, per tenerle ferme, per non permettergli di tremare così. Non ha mai visto Manuel Ferro tremare, per nessuno. E Chicca ha già un nome in testa che potrebbe essere la causa di questa agitazione.

ANCORA CINQUE MINUTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora