capitolo 5

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Simone è tornato all'appartamento da solo, all'una di notte. Perdersi non si sono persi, ma lui e Manuel non sono più riusciti a trovare gli altri, dunque Simone ha dovuto riaccompagnare Manuel alla villetta di Matteo e, una volta a casa, ha trovato Laura già addormentata.

In realtà, riportare Manuel a casa non è stato poi tanto male come aveva voluto fargli credere quando:

"Guarda che io so venuto co' Matteo."

"Mbè?"

"Mbè m'ha scritto che sta già a casa."

"Ah."

"Vabbè, vengo con te."

"E Laura?"

"L'ha portata a casa lui. Ha detto che ha provato a chiamare ma non avemo risposto." 

"Vabbè meglio."

Manuel aveva riso: "Guarda che sei stronzo." e davanti al silenzio assenso di Simone aveva aggiunto "Dove ce l'hai la macchina?"

"Ah, prima m'insulti e poi t'accolli?"

"Seh, funziona così Simò."

"Solo con te funziona così." e poi "Vabbè, nnamo?"

Manuel aveva annuito e i due si erano trascinati fuori da quel bar ora completamente vuoto. Camminando, Manuel gli aveva poi passato il braccio attorno alle spalle, costringendolo ad abbassarsi un po', per il semplice gusto di passeggiare così, mentre continuavano a chiacchierare. Così, Simone aveva scoperto che Manuel studia filosofia all'università, dopo cinque infernali anni - che per lui erano stati sei a causa della bocciatura in terzo - di liceo scientifico, e lui aveva inevitabilmente alzato gli occhi al cielo.

"Che è?" aveva quindi incalzato Manuel, guardando il suo profilo illuminato dalla luna, mentre entrambi rallentavano il passo per passare più tempo insieme, probabilmente. Una volta rientrati, avrebbero dovuto indossare una maschera e fingere che andasse tutto bene o, almeno, Simone.

"Filosofia? Davvero?"

"Eh, filosofia. Quindi?"

"Quindi non te potevi trovà qualcosa di meglio? Poi c'è mio padre che insegna filosofia ed è un rompipalle..."

"Ah, beh, perché te che fai sentiamo?"

"Matematica."

Manuel era scoppiato a ridere e aveva slacciato il contatto, solo per poterlo spingere via amichevolmente, con l'intimità di chi si conosce da sempre, di chi riconosce una certa libertà sull'altro. Di chi si sente a suo agio, insomma. 

"Che merda, Simò. Poi dici di filosofia."

"Ma che cazzo vuoi, della roba che studi te 'n se capisce una sega. Con i numeri è tutto più diretto. Se deve venire un risultato, quello è, fine. O ti viene o non ti viene, senza opzioni secondarie. Con la filosofia è tutto un casino: pensieri diversi discordanti tra loro, ipotesi, idee, sempre a farsi pipponi esagerati sul senso della vita anche sapendo che tanto non si arriverà mai a una conclusione."

"È questo il bello, Simò: potersi confrontare, poter conoscere l'irrazionalità dei pensieri degli altri, darsi delle risposte e fare ragionamenti per il solo gusto di conoscere. E coi numeri? Una volta che sai che due più due fa quattro non ce sta più gnente da dì, è finito il gioco."

"No, se sai che ci sono un milione di modi per arrivare a quel quattro. Ma almeno hai una pista, conosci il risultato, sai dove fermarti, non vai alla cieca."

ANCORA CINQUE MINUTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora